Ron Wood: confesso tutto, ma solo alla radio
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Ron Wood: confesso tutto, ma solo alla radio

Finalmente ripulito da decenni di abusi, protagonista di uno show memorabile

"In quale altro programma Paul McCartney ha raccontato che il mal di testa se lo fa passare sparando a tutto volume All shook up di Elvis Presley? Certe cose si sentono solo al The Ronnie Wood Show". Non si divertiva così da decenni il vecchio Ronnie, da quando gli hanno piazzato un microfono a pochi centimetri dalle labbra e una telecamera sopra la testa per immortalare tutto quello che succede nel tv-radio show più popolare d’Inghilterra: il suo (in Italia lo trasmette Sky Arte ogni mercoledì sera).

In onda Wood fa il dj, parla, canta, suona, gesticola, batte i piedi, fa tintinnare orecchini, collane, braccialetti, scherza con gli ospiti. Lucido, rilassato, finalmente ripulito da decenni di abusi. "Mi sono costati svariati milioni di sterline. Un giorno di tre o quattro anni fa Damien Hirst mi ha raccolto per strada, caricato su un van e portato in aeroporto. Destinazione rehab. Un rapimento in piena regola, ma a fin di bene" racconta.

L’ultima puntata dello show con McCartney è stata epocale. Un Beatles e uno Stones che suonano insieme tra ricordi e storie on the road. "Come quella volta" svela Wood "che Elvis mise un contrabbasso sul tetto della sua Lincoln Continental. Si dimenticò di fissarlo e partì a tutta velocità. Un disastro". Va a ruota libera, Ron, quando è in onda. "Davanti al microfono riaffiorano ricordi sepolti. Mentre parlavo di un trombettista, mi è tornata in mente una raccomandazione di mia madre: quando avrai 25 anni, fatti togliere tutti i denti e metti la dentiera. Vedrai quanti fastidi in meno. L’ho sparata in diretta e il giorno dopo era su tutti i quotidiani". La volta che ha riso di più? Quando McCartney ha detto che John Lennon, senza occhiali, era cieco come una talpa. "Talmente cieco" spiega Wood "da scambiare un presepe a grandezza d’uomo per un gruppo di persone. Chiamò Paul e disse convinto: ma da quando a Liverpool si gioca a carte in strada di notte? C’è gente strana in giro".

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Gianni Poglio