Robert Glasper battezza il Torino Jazz Festival 2016
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Musica

Robert Glasper battezza il Torino Jazz Festival 2016

Il pianista e produttore di Houston ha trascinato gli spettatori in un vortice di jazz, hip hop e r&b

Parafrasando una celebre frase di John Landau, ex giornalista e manager di Bruce Springsteen, ieri ho visto il futuro del jazz e il suo nome è Robert Glasper. Il pianista e produttore di Houston ha inaugurato il Torino Jazz Festival 2016, sezione Fringe, con una straordinaria performance al club CAP 10100 del suo affiatato Experiment, l’ensemble di cui fanno parte Casey Benjamin al sax,vocals e keytar, Derrick Hodge al basso e Mark Colenburg alla batteria.

Jeans, scarpe da ginnastica, t-shirt e berretto da rapper, Robert Glasper appare già dal look un jazzista atipico, proprio perché non vuole essere considerato solo un jazzista. C'è un filo rosso,anzi, decisamente black, che unisce i suoi acclamati Black Radio vol.1 e 2, Black Messiah di D'Angelo e To pimp a butterfly di Kendrick Lamar(dove Glasper suona il piano): la capacità di dar vita a un suono caldo e pulsante che, pur negli evidenti richiami al passato, fosse in grado di intercettare il gusto e la sensibilità di oggi,oltre che di anticipare i futuri snodi della black music. Nell'epoca dello streaming e della musica liquida, le distinzioni di generi risultano spesso forzate e insoddisfacenti, una materia che interessa più agli addetti ai lavori che al pubblico, e Glasper è abilissimo nel muoversi sul crinale della contaminazione senza barriere.

Saltava immediatamente all'occhio l'eterogeneità degli spettatori che si sono ritrovati al CAP 10100, un grande club sulle rive del Po, per vedere all'opera uno degli artisti più "caldi" del momento, che il 27 maggio pubblicherà Everything’s Beautiful, album-tributo al genio di Miles Davis con nuove interpretazioni di brani del leggendario trombettista, arrichito da un cast stellare di ospiti formato da Stevie Wonder, Erykah Badu, John Scofield, KING, Laura Mvula, Phonte, Illa J, Georgia Anne Muldrow e Bilal.

Il concerto di ieri era invece incentrato sui due fortunati volumi di Black Radio, senza poter contare, ovviamente, sulle guest star che hanno partecipato ai due dischi. Come sarebbero stati quei brani senza le voci di Snoop Dogg, Common, Norah Jones, Jill Scott, Emeli Sandé.Erykah Badu, Bilal, Lalah Hathaway, Lupe Fiasco e Meshell Ndegeocello? La risposta è presto data: eccellenti e ancora più avventurosi di quelli incisi.

Non potendo, per ovvi motivi, portare in tour una all star della musica black, Glasper ha spinto sull'acceleratore della sperimentazione, supportato da una band straordinariamente abile nel seguire e nello sviluppare le sue intuizioni musicali. I brani vengono accennati nel riff iniziale di pianoforte, per poi prendere strade inedite e policrome, scanditi dal solido beat hip hop della batteria di Mark Colenburg, abilissimo nelle accerazioni e nei rallentamenti di tempo, dal basso "palladiniano" di Burniss Travis II e dalle doti di frontman del Benjamin Casey, perfettamente a suo agio nel passare dalle parti vocali, filtate dal vocoder, a infuocati assoli di sax.

Sarebbe inutile e perfino fuorviante concentrarsi sui singoli brani, perché ciò che colpisce di più del concerto dell' Experiment è la sua compattezza, oltre alla capacità di inglobare citazioni di classici della musica black, come You're all I need to get by di Marvin Gaye e Everybody loves the sunshine di Roy Ayers, all'interno dei brani originali di Glasper con una soprendente naturalezza, espandendone i confini.

Non possiamo non citare,però, la monumentale cover di Lovely day di Bill Withers, che ha scatenato il coro degli spettatori, la travolgente versione di Smells like teen spirit dei Nirvana e il commovente omaggio a Prince in If I was your girlfriend.
Nonostante il caldo torrido all'interno del CAP 10100, inavvertitamente privo di aria condizionata, nessuno spettatore si è allontanato prima del bis, per un totale di quasi due ore di grande musica, tra sample elettronici, ritmi drum and bass, prodigiosi assoli al piano e al sax, voci filtrate che sembravano arrivare dallo spazio.

Applausi scroscianti e urla di approvazione hanno salutato il quartetto di Robert Glasper, che si esibirà oggi all'Auditorium S. Chiara di Trento, il 24 Aprile al Forma Concert Hall di Bari, il 25 Aprile al Museo del Vino di Castiglione in Teverina (VT), il 26 Aprile alTeatro Bellini di Napoli e il 27 Aprilea al Bravo Café di Bologna.

Il Torino Jazz Festival ospiterà oggi alle 18 presso l'Auditorium Rai Arturo Toscanini lo spettacolo di jazz teatrale Il persecutore di Vinicio Marchionni e Francesco Cafiso, basato sul racconto di Julio Cortazar, mentre alle 21 Roy Paci farà ballare Piazza Castello con la patchanka della sua Orchestra del Fuoco, impreziosita dalla voce senza confini di Hindi Zara, la Patti Smith del deserto.

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Gabriele Antonucci