Pharrell Williams
Mida Ansa
Musica

Pharrell Williams a Milano: le 10 cose che vi siete persi

La grande stagione dei live ricomincia e celebra il suo volto più innovativo (ieri) e di successo (oggi)

Pharrell Williams è la dimostrazione che il detto "Non si può piacere a tutti" è la scusa di chi per invidia, rosica. Il 20 settembre 2014 al Mediolanum Forum di Assago è andato in scena lo spettacolo più divertente (e con il pubblico più trasversale) che si sia visto negli ultimi anni. 

Vi spieghiamo perché ci è piaciuto così tanto il "Dear G I R L Tour" del produttore/cantante/designer in 10 semplici ragioni. Per rivivere i momenti migliori. E per tutti quelli che non ci sono stati: ecco cosa vi siete persi.

1. Suor Cristina nel pubblico e non solo...

Avvolta in un golfino, la vincitrice di The Voice of Italy 2 come un'apparizione divina è sbucata nel palazzetto lasciando tutti senza fiato. La maggiore soddisfazione è stata vedere anche i più insospettabili fichetti chiederle la foto. Come dire: tutti con il dito puntato, ma appena è lì davanti a noi, solo curiosità e affetto. Tra gli ospiti noti della musica c'era anche Fedez, Gué Pequeno, Don Joe, La Pina. 

2. Gli artisti in apertura

L'inizio del concerto spostato alle 22.30 ha creato un grosso spazio vuoto. Lo si è riempito con due artisti molto interessanti. La voce e la passione di Cris Cab, l'autore di una delle hit estive "Liar Liar" prodotta da Pharrell. Il brano ha avuto un enorme successo in Italia (50 mila copie digitali vendute) e un buon riscontro europeo. A seguire, la meno nota ma bellissima Foxes, dinamica performer con una voce non inattaccabile, ma con un repertorio invidiabile (ascoltate, "Glorious", il suo album d'esordio e non ve ne pentirete).

3. Uno spettacolo semplice (solo in apparenza)

Quattro gradinate, la band sul palco e l'artista accompagnato da due coriste e le ballerine. Nient'altro. A rendere speciale il concerto non c'erano effetti speciali, se non una scarica infinita di coriandoli sul finale. La potenza dello show era rafforzata dagli effetti grafici. Uno studio di stile nelle illustrazioni animate che ci ha colpiti positivamente. Il concetto di stile per Pharrell Williams, passa molto attraverso l'immagine e i colori. 

4. La celebrazione del personaggio

La storia di Pharrell Williams è quella di un nerd figlio di persone di estrazione non agiata che ha trovato nella passione per la musica lo strumento per ridare valore alla sua vita. Da sempre comprimario e regista della musica, dopo il flop pesantissimo del 2006 con il suo primo album solista "In my Mind", ha trovato la chiave per emergere da dietro le quinte, dando vita a tanti successi. Vederlo da solo sul palco e così amato, ci ha emozionato.

5. La scaletta più sorprendente

Chi era lì sperando di sentire "Happy" ha trovato molto di più. Abbiamo ascoltato 15 anni di carriera riportati sul palco nelle sue canzoni più belle. Partendo dal suo passato con hit come "Drop It Like It's Hot" di Snoop Doog è arrivato a "Blurred Lines" di Robin Thicke e alle super-hit dei Daft Punk "Get Lucky" e "Lose Yourself to dance". La mia preferita però è stata "Hollaback Girl" di Gwen Stefani. 

6. La reunion (parziale) dei N*E*R*D

Era il 2004 quando su Mtv spopolava "She wants to move" dei N*E*R*D. Sul palco è tornato con lui Shae Haley, l'elemento che ha dato un respiro ancora più ampio alla produzione dei The Neptunes. L'hanno fatto con un brano dalla struttura inconsueta, "She Wants to move" che già faceva presagire lo stile compositivo di Pharrell, mai scontato e trascurabile. Hanno cantato anche "Rock Star" e "Lap Dance" dall'album "The Search of...".

7. Le ballerine 

Protagoniste dello show, le otto ragazze formano le BAES e nello specifico si chiamano: Aye, Dij, Mette, Christina, Ai, Brya, Rhea e Munchie. A loro è stato dedicato un pezzo dello show, ballando su alcune delle canzoni più belle prodotte in collaborazione con Pharrell, come "I'm slave 4 U" di Britney Spears e "Milkshake" di Kelis. 

8. Il contatto con il pubblico

A fine live, Pharrell è sceso dal palco e si è arrampicato sulle transenne cercando il contatto fisico con il pubblico. Da un certo punto in poi della carriera, le pop star non lo fanno più. Anche il suo modo osservare la platea con sguardo attento a tutte le persone presenti, ci ha emozionato. Come se le canzoni da sole non facessero già abbastanza.

9. Il messaggio di chiusura

Poco prima di lasciarci ci ha invitati, nell'era dei tablet, cellulari e computer e non trincerarci dietro le tecnologie, guidati solo dalla paura. Un invito a vivere con l'atteggiamento "Happy", la sua attuale più grande hit che ha fatto per le persone, molto più di quello che potesse immaginare. È la colonna sonora di "Cattivissimo me 2". La traccia è stata accettata dopo aver proposto (senza successo) una decina di idee.

10. L'entusiasmo della gente

Il formato delle canzoni, il fatto che venissero proposte senza pause o quasi (il concerto è durato poco meno di un'ora e mezza) ha trasformato quello che doveva essere un concerto pop in un grande evento da ballare. Nessuno è rimasto incollato alla sedia, nemmeno Suor Cristina.

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Alessandro Alicandri