Max Gazzè tra suoni e immersioni: "Vi racconto la colonna sonora della mia vita"
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Musica

Max Gazzè tra suoni e immersioni: "Vi racconto la colonna sonora della mia vita"

La musica, i fondali marini, i Monty Python e un grande album di pop sinfonico. A Panorama d'Italia il 26 settembre: ore 21, Forum Music Village

Il suono del suo basso, quello della sua voce, il frastuono della pista di Formula Uno, il colpo secco della racchetta da tennis che intercetta la pallina, le onde sonore che si propagano nelle profondità del mare, l’accento inconfondibilmente british degli sketch dei Monty Phyton. Sono questi i questi i “rumori” della colonna sonora che accompagna la vita di Max Gazzè. Musicista e interprete poliedrico, Gazzèha il dono di saper essere accessibile e raffinato al tempo stesso. Il suo ultimo album, Alchemaya, è un’opera pop sinfonica che guarda alla tradizione del progressive rock e di album storici come The Lamb lies down on Braoadway dei Genesis o Atom Heart Mother dei Pink Floyd (in concerto il 25 agosto a Taormina e il 2 settembre all'Arena di Verona). Il disco di un musicista vero e appassionato. Senza questa passione viscerale per la musica, oggi, Max, avrebbe potuto essere un prestigioso funzionario dell’Unione Europea. Ma davanti al primo vero bivio della sua esistenza, non ha esitato.

Tra le stanze della Ue in Belgio e uno squat a Londra ha scelto la seconda opzione…

A 15 anni mi sono trasferito con mio padre a Bruxelles. Aveva un incarico importante, in pratica la sua funzione era comunicare ai vari governi italiani che si succedevano le decisioni assunte volta per volta dalle commissioni della Ue. Per diverso tempo ho frequentato la scuola europea e gli ambienti del suo lavoro. Insomma, la mia pareva una strada segnata, ma la vocazione per la musica era talmente forte che mi ha fatto abbandonare quel percorso già pianificato. Quindi, ho scelto di andare a Londra per fare squatting. Lì, oltre a suonare, mi sono convertito al Montypythonesimo. Io e i miei compagni di squat andavano in giro per strada con una telecamera realizzando a getto continuo sketch, tra sarcasmo e surrealismo, ispirati ai Monty Phyton. Questa porzione di cultura britannica me la porto sempre appresso. 

Che ricordi ha della sua infanzia a Roma? 

Un periodo sereno: la scuola dai frati salesiani e poi tre mesi al mare. Ho ancora impresse nella memoria quelle drammatiche giornate ustionanti sulla sabbia ferrosa di Marina di San Nicola. Da allora, pur adorando ll mare, odio prendere il sole in spiaggia. Appeno metto piede sulla sabbia inizio a grondare…  In quegli anni sono nate la passione viscerale per la musica, conseguenza dell’attrazione fatale per le note basse del pianoforte che mio cugino suonava ininterrottamente al piano di sopra, e la fascinazione per le auto monoposto.

Che l’ha portata a guidare in pista anche leggendaria Renault R25 di Fernando Alonso.

Sì, ho avuto la fortuna di provare l’auto con cui Alonso ha vinto il campionato Mondiale nel 2005, la macchina più veloce di sempre della Formula 1. In realtà, quello che mi attrae di queste vetture non è la velocità. Ho un approccio zen:  adoro entrare nell’abitacolo, percepire la strada, la distanza, il punto di frenata il telaio, lo spostamento d’aria. In sintesi, adoro lo sport individuale che richiede una grande contemplazione e una grande concentrazione. Ingredienti fondamentali anche nel tennis e nelle immersioni subacquee. 

La passione per le esplorazioni sott'acqua è anche un alibi per viaggiare?

Certamente. Il prossimo novembre sarò su un isolotto in Madagascar per vedere il passaggio dello squalo-balena previsto quei giorni. A trenta metri di profondità, sospeso, senza gravità, equivale a fluttuare in un mondo meraviglioso e alieno. Lo squalo-balena e in generale gli squali non sono pericolosi. Lo diventano se ti percepiscono come una foca o un’otaria. Certo, davanti a una squalo bianco che è un noto predatore, occorre mettersi a X come l’uomo di Leonardo per fargli capire, appunto, che non sei una foca. In ogni caso, l’uomo non rientra nella catena alimentare degli squali. 

I testi di Alchemaya si ispirano a scritture antiche come le Tavole Smeraldine, testi sapienziali ritrovati in Egitto prima dell’era Cristiana, alla Bibbia o agli antichi Manoscritti del Mar Morto.

Mi appassiona da sempre andare all’origine delle religioni, cercare di comprendere le connessioni che legano i culti di diverse civiltà. Ma questo non ha nessuna attinenza con la fede: essere un uomo di fede e credere è qualcosa che prescinde dalla storia della religione. Le canzoni di Alchemaya sono ispirate alle mie ricerche, ai miei studi, non hanno nessuna pretesa di completezza, sono punte di iceberg. Non c’è modo di raccontare in musica la complessità della teologia. Nemmeno la colossale tetralogia di Wagner, L’anello del Nibelungo è riuscita a raccontare la vera storia del Parsifal.

Cinque figli e nessuna convivenza di coppia: è la fotografia della sua condizione attuale?

Sì. Detto questo, ho un ottimo rapporto sia con la mia ex moglie, da cui mi sono separato nel 2010, sia con la mamma degli ultimi due figli. Vivere da solo secondo me è il segreto per mantenere e prolungare i buoni rapporti ed evitare le esasperazioni. Oggi, a 51 anni, non riuscirei più a vivere in coppia. Questa scelta non significa che non mi occupi miei ragazzi con gioia e impegno: sono un padre molto presente e attivo. Li vedo tutti giorni., facciamo colazione insieme, li porto a scuola e li vado a prendere.

Che cos’è la musica per lei?

La musica è un linguaggio diretto che arriva direttamente alle cellule, nata come un tentativo meraviglioso di imitare il suono della natura. L’essere umano è circondato dalla musica e dai suoni anche a livello cosmico: non a caso quel che tiene unita la materia è il rumore dell’universo, il continuo procedere del big bang. Come i pesci nell’acqua, tutti noi siamo immersi nel suono.

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Gianni Poglio