Musica

Marillion: storia un weekend live raccontato da una vera fan

Tre concerti in tre sere in altrettante location a sorpresa: questo è quel che riserva la storica band inglese ai suoi seguaci più devoti

I Marillion sono un'istituzione del progressive rock inglese. La loro discografia si snoda dagli inizi degli anni Ottanta (per esempio, il classico Misplaced Childhood) ad oggi (F.E.A.R. l'ultimo disco in studio). Fino alla fine degli 80's il frontman era Fish, poi sostiuito da Steve Hogarth. Che, a proposito della band, ha dichiarato: "Se Pink Floyd e Radiohead avessero avuto un figlio che era in contatto con il proprio lato femminile, quelli saremmo stati noi". 

Qui sotto, il diario di una superfan italiana, Monica Franzon, che a Panorama.it racconta le emozioni di un fine settimana molto speciale con la sua band preferita: il Marillion Weekend.

ORE 9.30: Aggrappata alla mia poltrona attendo atterrita (come sempre) che l’aereo appoggi le sue esili ruotine sulla pista di atterraggio... Sono in viaggio verso Leicester, dove si svolgerà quest’anno una delle 3 date europee del Marillion Weekend.

Un Marillion weekend è, per un devoto fan, una sorta di pellegrinaggio: almeno una volta nella vita ci si deve andare. Si tratta di un appuntamento a cadenza annuale strutturato in più serate consecutive (generalmente tre), dislocate in località e Continenti a sorpresa. Il gruppo anglosassone si esibisce riproponendo il proprio repertorio; almeno una serata è completamente dedicata ad un album del passato ( la discografia del gruppo risale al 1983). 

28 Aprile: di fronte a noi The Monfort hall, un edificio neoclassico datato 1913, situato nel cuore di Leiscester, famosa più per le prodezze della sua squadra di football che per ospitare le spoglie di Re Riccardo III ed un mercatino musicale da far perdere la testa.

Una lunghissima fila si snoda lungo Grandville Road. A prima vista sembrano una scolaresca in gita. Li seguiamo. All’ingresso veniamo imbrigliati in un braccialetto color indaco “marillion weekend 2017, uk”. Da questo momento siamo ufficialmente membri di un’unica, numerosa e trepidante big family.Già si respira quel profumo inconfondibile che ti rimarrà addosso, accompagnato da mille colori, suoni e ricordi, almeno fino al prossimo appuntamento annuale

ORE 20.30: Il teatro è una piccola bomboniera, ma non mi meraviglio, vista la scelta dell’ultima venue italiana (Teatro romano di Verona, 10 settembre 2016, una data indimenticabile). La grande quinta del sipario si spalanca: gli ex Silmarillion (di cui è rimasta solo parte della formazione originale) attaccano sulle note di The release, veloce, ritmato: in un battibaleno stiamo già tutti mostrando a braccia tese il nostro distintivo color indaco...Di lì a breve la chitarra di Steven Rothery , accompagnata dalla caldissima voce di Steve Hogarth ( per gli amici H) inzia, come di consueto, a parlare sulle note di Estonia e di Sounds that can’t made. Sul palco il quintetto, in un crescendo, ci e “si” coinvolge. H intona, in un “assolo on piano” Hard as love: è la serata del decennio 1990-2000.

29 Aprile: stasera i ricordi del glorioso passato pre H incendiano i nostri animi. Steve non ci fa rimpiangere il “vecchio” headliner Derek Dick, in arte Fish. E’ la serata di Slainte Mhath, di Incommunicado e di Market Square Heroes, che riesce a mettere a dura prova le nostre coronarie... Segue F.E.A.R., suonato per intero con un pathos senza eguali e raccontato da immagini di un “The new kings” che arrivano dirette allo stomaco...E’ la serata degli assoli struggenti e delle interpretazioni teatrali del magico H, che si susseguono per circa due ore. Ma il bello deve ancora venire...

30 Aprile: la grande big family finito lo show tornerà alla propria quotidianità e aleggia nell’aria una nota malinconica. Stasera il sipario si apre sull’attacco di A Legacy, accompagnato da un quartetto di archi (scuola belga) celato sotto abiti di candida organza. Marillion.com viene suonato per intero: Il suono è pieno, la band è carica, le luci sono ben studiate e d’effetto, Ian Mosley è sul pezzo come un artigliere sotto attacco aereo e Mark Kelly elegantemente sempre presente. Siamo completamente rapiti e decidiamo all’unisono di contraccambiare i nostri elfi amanti delle belle arti e della musica: così su Go!illuminiamo la sala con mille lucine colorate saldamente affrancate alle nostre falangette (prodigi della tecnologia) cantando in coro Wide awake of the edge of the world. Ormai catapultati ai “Margini del mondo” ci godiamo assoli e duetti con e senza violini e violoncelli, sax, trombe e chitarre (un fantastico Jhon Helmer ci regalerà con Pete Trewavas e la sua 12 corde un altro momento di indelebile memoria). Riassumendo: 8 ore di soundcheck, 9 ore on stage con momenti esilaranti,commoventi, intensi: questi sono i Marillion oggi, questo è vivere con loro un fine settimana.

1 Maggio, 21.30: comodamente seduta attendo, ancora trasognata, che l’aereo appoggi le sue solide ruote sulla pista di Milano Malpensa... Sono guarita dalla paura di volare? A proposito: se passando, notate un nastro al polso color indaco provate a fischiettare le note di GO!.. Potreste all’improvviso trovarvi di fronte a 5 dita illuminate...




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Gianni Poglio