Madonna in concerto: Roma ha aspettato un po' troppo, ma ne è valsa la pena
Musica

Madonna in concerto: Roma ha aspettato un po' troppo, ma ne è valsa la pena

12 giugno, 42 mila biglietti venduti per la prima data dell'MDNA Tour 2012. Prime valutazioni in attesa di Milano e Firenze

Fai pure con calma, Madonna. L'Italia, si sa, quando la regina del pop (sì, lo ha pure detto sul palco anche Martin Solveig in apertura) arriva, non possiamo non aspettarla. Ma se il ritardo è di un'ora, la celebrazione del grande pop nella prima data romana del suo MDNA Tour di ieri 12 giugno è diventata un'agonia. Sono partiti i fischi, ma lei può tutto. E tutto le viene perdonato.

Lo show ormai i fan lo sanno già a memoria, il pubblico della Ciccone non sa aspettare, è curioso, ha sbirciato il più possibile su Youtube (è illegale, lo sapete?). Di fatto ieri è andato in scena tutto, tranne la vera provocazione religiosa che tutti ci aspettavamo dopo le recenti interviste.

Un'ora e cinquanta minuti di show dove la musica, forse giustamente, non è protagonista. A colpire i fan, è l'ingresso nel pomeriggio per le prove di fronte ai fedelissimi che hanno aspettato di notte ai cancelli: fuori vestita di nero con tanto di cappellino, suona e canta e il pubblico impazzisce nel vederla in una veste decisamente poco glam.

Quando i cantanti italiani parlano di grandi concerti con investimenti sulla spettacolarizzazione che non ci possiamo permettere, una delle cause principali di questo fenomeno è lei. La ragazza over 50 che ci tiene a ribadire l'estraneità da chi è cresciuta troppo e troppo in fretta. Il mix tra "Express Yourself" e "Born This Way", è uno dei momenti più attesi del live. Forse troppo referenziale? È giusto così.

Ventidue ballerini sul palco, corde dove rimane sospesa, 8 cambi d'abito, versioni inedite del suo repertorio, un po' live e un po' no. Il nuovo "MDNA Tour" raccoglie tutto il meglio della produzione "madonnara", lo mescola con sapienza e lo riporta sul palco per rinfrescare la memoria. Riferimenti religiosi, citazioni cinematografiche, vestiario vintage e ispirazioni alla cultura college americana.

Un concerto pop e una discoteca (ricordate lo Sticky and Sweet Tour?) che ha lasciato più dell'ultima volta, senza fiato. Uno show da vedere, da assaporare come qualcosa di teatrale più che esclusivamente musicale. Da ascoltare? Certo, ma non con le orecchie raffinate di un appassionato di musica classica, nell'eterna lotta tra un playback più o meno reale. Siamo nell'era dell'mp3, è l'emozione che conta. Tanto se fosse tutto live, poi dicono che stona e siamo punto e a capo.

Milano la aspetta a braccia aperte il prossimo 14 giugno, nella seconda delle tre date di questo viaggio italiano dove passerà per Firenze (lì girerà il video di "Turn Up The Radio", prima di lasciarci per la Spagna. Madonna ha ritrovato la sua voglia di fare notizia (dal capezzolo mostrato spontaneamente alla visione del suo lato B in abiti succinti di ieri sera) e quindi di stupire mettendosi in gioco "come una volta".

Ce l'ha fatta, ancora una volta, se il pubblico la smettesse di guardare i dati di vendita trasformando l'ultima ruota del carro del pop oggi (il cd) in un pregiudizio che inonda anche le cose fatte per bene.

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Alessandro Alicandri