Laura Pausini: "Dove resto solo io" raccontato dall'autore Virginio Simonelli
Immagine dal videoclip ufficiale
Musica

Laura Pausini: "Dove resto solo io" raccontato dall'autore Virginio Simonelli

Abbiamo intervistato il co-autore del brano contenuto in "Greatest Hits" per il ventennale di carriera della cantautrice. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul terzo singolo estratto dopo "Limpido", sempre scritto dall'autore e "Se non te"

Il percorso di «Laura Pausini - The Greatet Hits», continua. Il 24 gennaio 2014 arriva nelle radio e sul web il nuovo singolo «Dove resto solo io», il terzo e ultimo inedito inserito nella raccolta per il ventennale di carriera dell'artista.

Il brano è stato scritto da Virginio Simonelli, già autore di «Limpido».

Per questo motivo Panorama.it ha deciso di parlare con lui (e lo ringraziamo per la sua disponibilità) per raccontarci come nasce questo brano accompagnato su Youtube da un videoclip ufficiale con la regia di Gaetano Morbioli e abiti Giorgio Armani.

Come stai?
«Benissimo. In questo periodo sto lavorando alle canzoni di quello che potrebbe diventare il mio nuovo album. Ma ho sposato una teoria: lavoro senza troppe scadenze. Le canzoni arrivano d'istinto. È la mia filosofia anti-manierista, io scrivo così».

È successo anche con «Dove resto solo io»?
«Sì, ed è stato bello scoprire, proprio mentre scrivevo e realizzavo la musica alcuni mesi fa, che il brano sembrava davvero perfetto per lei. Quando le ho proposto questa traccia, abbiamo rielaborato il pezzo insieme. È stato un processo naturale, bellissimo».

Quanto è cambiato dalla tua scrittura fino all'incisione?
«Poco, davvero poco. Il risultato finale è frutto di un dialogo intimo con Laura. Volevo che questo brano, così come "Limpido", fossero pezzi tanto profondi quanto positivi nel loro messaggio. Spero di esserci riuscito».

Cosa volevi raccontare con questo brano?
«Volevo raccontare un volto diverso della solitudine, quando a volte questa emozione può essere bella da vivere. Siamo in un periodo storico in cui c'è tanta paura nel rapportarsi con le persone. C'è tanta rabbia, a volte immotivata. Questo brano si riassume in un'immagine, quella di una persona che ti urla addosso parole senza senso e tu, come unica risposta, offri un tuo sorriso».

Sentire i tuoi brani così amplificati, come ti fa sentire?
«Bene. Laura è una persona con cui abbiamo un rapporto molto empatico. È protettiva e mi sento davvero coccolato da lei. Poco tempo fa mi ha inviato un video in cui mi mostrava il pubblico brasiliano cantare "Limpido". È un'emozione impossibile da spiegare».

Provaci, se vuoi.
«Io ho scritto delle canzoni, ho fatto una cosa che per me è molto semplice. Lei le ha portate al pubblico con tutta la sua semplicità che dopo così tanti anni è delicata e quasi ingenua. Quando canta, me ne accorgo ancora di più oggi, lei sente le emozioni che sta raccontando, le sente davvero. E permettimi di dire che questo è raro. Non è un caso che le persone siano così vicine a lei, 100 mila spettatori ai suoi ultimi live, cinque Forum D'Assago pieni per ascoltare solo lei».

Intravedi un futuro come autore di Laura?
«Non mi permetterei mai di fare il mago con la sfera di cristallo, ma c'è il desiderio reciproco di continuare a lavorare insieme. Quando mi siederò nuovamente davanti al pianoforte e tirerò fuori quello che ho nello stomaco, si vedrà. Ma con Laura abbiamo una similitudine creativa, vogliamo scrivere e cantare brani semplici ma importanti, che tutti possano capire».

Come ti ha accolto il popolo pausiniano e i fan?
«Al raduno di Faenza mi hanno accolto benissimo. Ma voglio che a parlare e ad essere apprezzata sia la musica. La televisione ha sempre generato  popolarità, ma anche sentimenti di diffidenza. Quello che le persone devono imparare a capire è che ho vinto Amici, ma non sono un programma. Ho fatto un programma. Così come ho fatto Sanremo Giovani, tre dischi. L'emozione più bella è stata vedere che molte diffidenze oggi si sono sciolte. Ed è giusto che ci siano state: il popolo di Laura è una grande famiglia ed è naturale che ogni novità venga vista con la giusta apprensione».

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Alessandro Alicandri