LA CRISI DI LUGLIO
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Musica

"In netta ripresa": l'esordio de La Crisi di Luglio

Il 4 settembre esce il primo EP del gruppo pop formato da Daniele Ardenghi e Andrea Podestani. L'attenzione al divertimento e alle passioni di ogni uomo

"È nato tutto dalla passione comune per la musica". Inizia così a raccontare Daniele Ardenghi, uno dei due componenti (insieme ad Andrea Podestani) del gruppo pop La Crisi di Luglio. Entrambi bresciani (Andrea ha 32 anni, Daniele ne ha 31), hanno già lanciato il loro primo singolo, Vacanze a Rimini, che è uscito lo scorso 31 luglio per Warner Music Italia. Il prossimo 4 settembre uscirà invece il loro primo EP, "In netta ripresa", che conterrà Vacanze a Rimini e altre cinque canzoni scritte da loro. Denominatore comune di questi brani è la voglia di divertire e di divertirsi, senza mai risultare pesanti. Nemmeno quando si sceglie di trattare alcuni temi delicati... Abbiamo raggiunto telefonicamente Daniele Ardenghi.  

Quello che uscirà domani è il vostro primo EP. Come è nato tutto? 

Io e Andrea ci conosciamo dall’università e abbiamo alternato da sempre amore e odio. Ci siamo ritrovati dopo alcuni anni e abbiamo deciso di suonare insieme. Volevamo fare qualcosa che fosse sincero e vero. Per questo motivo inizialmente abbiamo iniziare a scrivere della nostra città, Brescia. Un nostro video è arrivato alla Warner Music, che ci ha chiamato. Esattamente un anno fa (a fine agosto del 2014), eravamo a Milano. La canzone piaceva ma "ci voleva qualcosa di meno locale". Così ci è stato proposto di provare canzoni che mantenessero il nostro uso di parole e di sound ma che potessero parlare di qualsiasi cosa. Così abbiamo registrato canzoni per un anno intero e alla fine abbiamo deciso di lanciare il singolo e l'EP.

Perchè avete deciso di dare questo nome al vostro gruppo?

Un giorno Andrea ha aperto Wikipedia e gli è comparso a caso un articolo che parlava della Crisi di Luglio (quella che precede la Prima guerra Mondiale). Ci è sembrato un nome attuale. Poi suonava bene!

In Vacanze a Rimini passate dal raccontare luoghi comuni ("la Gazza", le sdraio, ecc) al parlare della strage di Bologna. Come mai questa scelta?

Noi non ci sentiamo un gruppo socialmente impegnato. Anche se parliamo di temi che hanno una portata storica enorme. Noi raccontiamo di quello che siamo stati, ad esempio quando andavamo in vacanza a Rimini. Da piccoli facevamo castelli di sabbia, poi - col passare degli anni - siamo arrivati a leggere "la Gazza". La gente è tutto questo. Queste immagini anche contrapposte raccontano di noi. E sono un grande simbolo della vita.


C’è nostalgia nel vostro racconto delle estati di qualche anno fa? Se sì, cosa manca di più oggi secondo voi?

Non diremo mai che si stava meglio anni fa. Non ci sentirete mai dire questo: non è quello il problema! Qualsiasi cosa bella o dolce che abbia fatto parte del passato di chiunque, è qualcosa che ci si porta dentro e che non si può che guardarla con affetto. Quindi non è proprio nostalgia. Non siamo un gruppo nostalgico. Cerchiamo di fare tesoro del bene e di celebrare il bello. Ogni volta che faccio una cosa che mi piace, è per me un motivo per andare avanti. Una cena, un sorriso, addirittura un bel goal.

Avete mai pensato di partecipare a un talent show?

Anche se dicono che ne dimostriamo meno, io ho 31 anni e Andrea ne ha 32. Ci guadagniamo da vivere ogni giorno. Partecipare a un talent show non ci interessa.

Quali sono le vostre influenze musicali?

Io e Andrea abbiamo molti punti di contatto su questo. Amiamo entrambi gli Oasis. Siamo cresciuti con i Blur. Lui, poi, è anche appassionato di rock in generale e del cantautorato italiano.

Progetti per il futuro prossimo?

Ci piacerebbe entrare nelle orecchie nelle persone. 

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Giovanni Ferrari