Un dettaglio della cover di "ORCHIdee"
Ufficio Stampa
Musica

Ghemon: "Chiamatemi libero pensatore"

Ieri sera il trentatreenne di Avellino si è esibito all'Home Festival di Treviso. Il valore della contaminazione e una frecciatina ad alcuni colleghi rapper

Più di un'ora di live e una gran voglia di raccontare il proprio mondo. È stato tutto questo ieri sera, all'Home Festival di Treviso, Ghemon (all'anagrafe Giovanni Luca Picariello). All'interno del suggestivo Jack Daniel's Circus (uno dei sette palchi della kermesse), il cantante ha fatto cantare e ballare tutti. Il suo ultimo album, "ORCHIdee", uscito lo scorso anno, ha convinto anche i più dubbiosi e ha permesso a Ghemon di ampliare il suo pubblico, ora più eterogeneo che mai. Lo abbiamo incontrato poco dopo la sua esibizione...

Tante volte si tenta di etichettare gli artisti. Tu stesso hai detto che “non è facile catalogarti”. Come ti definiresti?

Un libero pensatore. Quando uno fa qualcosa di particolarmente definito è immediato riconoscere; l’ascoltatore si sente subito al sicuro. Anche per me, quando ascolto musica, è così. Quando una cosa è invece da decodificare, ci sono tanti input. Quando chi mi ascolta avrà capito tutti quanti i miei input, farò un’altra cosa ancora (ride, ndr). In ogni caso cerco di fare il massimo che posso per non annoiarmi mai.

Quindi la contaminazione con altri generi che valore ha per te?


È molto importante però non sono così tanto facile alla contaminazione. Arriva e c’è proprio nel momento in cui io sento che può stare nel mio mondo.

A proposito di questo, martedì canterai con Ensi, Coez e Clementino all’Estathé Market Sound, accompagnato da un’orchestra sinfonica. Cosa dobbiamo aspettarci?


È sostanzialmente la versione espansa di quello che già faccio in concerto, nel senso che ci sono molti più elementi. Io vado in giro con la mia band e tento di inserire quasi niente di elettronico a differenza di tanti miei colleghi. 

I tuoi brani si allontanano molto dallo stereotipo del rapper che attacca tutto e tutti. Si può fare rap senza questa “volontà distruttiva”? Senti una responsabilità in quello che canti?

Sì, la sento molto. Quando ero più giovane quel genere di rivalsa lo mettevo nei miei testi, ma io in realtà non sono così. Questo non rispecchierebbe il mio rispettare e accettare le diversità, quindi come la mia storia dimostra, si può fare in tutti i modi possibili. Fa parte della mia musica anche quella di pancia, che ora sto provando a rimettere sempre più. La band mi ha messo voglia di reinserire nella mia musica anche un po’ di sporco, di fango, di istinto. Dall’altro lato, non posso parlare per gli altri: io sento questa responsabilità. Qualcuno tra i miei colleghi dovrebbe porsi questa domanda. Alcuni giocano a fare i ragazzini anche a cinquant’anni: non c’è abbastanza attenzione al ruolo di educatori per chi fa questo mestiere.

Le canto tutte. #Ghemon live spacca davvero #Orchidee #homefestival #jackontour

Una foto pubblicata da Stefano Schintu (@stesc86) in data:


Il 25 settembre esce “Bella Lucio!”, un album che contiene dieci brani composti dai rapper sulle tracce live di Dalla, e anche tu hai partecipato a questo progetto. Come mai?

Per un motivo: mi è stata offerta l’opportunità di fare una cosa che non ho potuto fare mentre Lucio Dalla era in vita. Ero rimasto molto colpito (e dispiaciuto) quando Dalla aveva espresso parole non belle nei confronti del rap nel 2000. Aveva detto che era “una cosa demenziale”. Nel frattempo, però, sono passati quindici anni e il rap italiano si è evoluto. Sinceramente io non ero uguale ad adesso. Quindi ritengo che - nonostante ci siano tanti fan gelosi che vogliono mantenere la figura di Dalla così com’è, intatta - sia una maniera come un’altra per pagare tributo. Nessuno può dire se quindici anni dopo magari non avrebbe potuto cambiare idea. Per quanto riguarda il mio pezzo, dopo aver studiato tanto Henna (che è il brano da cui io ho scritto le mie parole) sono contentissimo. Io ci ho messo veramente il massimo e sono felicissimo di questa cosa.

Dopo il successo di questo disco, è già in cantiere un nuovo progetto?

Stiamo lavorando. Ci sono ancora un bel po’ di sorprese prima di un nuovo disco e ho ancora due mesi di tour. A giorni saranno rese note altre sorprese. Posso solo rivelare che adesso, oltre alla parte di rapper, cantante e di ballerino di flamenco, sto aggiungendo anche quella di produttore, perché sto producendo io la mia band.

I più letti

avatar-icon

Giovanni Ferrari