Emma a Verona: la cura alla solitudine dei numeri uno
Alessandro Alicandri
Musica

Emma a Verona: la cura alla solitudine dei numeri uno

7 luglio 2014. È ora di festeggiare gli 11 dischi di platino in 4 anni di carriera discografica? È ora di darsi le arie perché "Schiena" è ancora in cima alle classifiche dopo oltre un anno? No, è il momento di combattere. La recensione del concerto

Appoggia il microfono sul cuore per far sentire l'emozione di questa prima volta così speciale. "Aveva ragione mia madre" ha detto Emma ad un certo punto del live, "vivere questa vita ne vale la pena. Giorno per giorno". 

È tempo del "Limited Edition Tour" e in più occasioni ha le lacrime agli occhi. Più volte sul finale ha sibilato alla sua band: "Ce l'abbiamo fatta!". Come quando hai combattuto, sofferto e hai vinto ancora una volta. Ma partiamo dall'inizio.

È il 7 luglio 2014 e Emma Marrone entra per la prima volta da sola all'Arena di Verona.

Piove a dirotto, l'ingresso del pubblico viene posticipato fino all'ultimo momento possibile. Lei entra in scena quando il diluvio delle ultime ore inizia a farsi fortissimo. È vestita di pizzo, come una sposa, e i suoi occhi truccati tradiscono una forte preoccupazione. Il pubblico è spiazzato: sembra di vedere lo show giusto nel momento sbagliato.

Bastano poche canzoni e il cielo che placa (con molta calma) la sua ira, per ridare respiro a quello che a tutti gli effetti è uno dei momenti più importanti della sua carriera. Quello in cui la ragazzina di "Amici" dovrebbe godersi i frutti del raccolto. Ma ancora una volta lo deve fare prendendo a botte il destino avverso. Ne è uscita ferita ma dimostrando di avere il pieno controllo del suo percorso artistico.

Ogni aspetto di questo concerto orchestrale (con rock band al seguito) è curato nel dettaglio. Per questo la responsabilità è doppia, tripla. "Grazie a tutti, grazie per essere qui nonostante tutto. Noi ci siamo, nonostante tutto", ha detto. Non c'è rassegnazione, ma l'invito a vedere le cose per come stanno.

La serata, nonostante tutti gli sforzi, sembra non essere quella ideale.

Nelle 21 canzoni di questa scaletta con arrangiamenti rinnovati con un impianto strumentale imponente, ha dato molto più di cui i fan avevano bisogno.

Perché Emma, da sempre, vuole convincere pure chi non è convinto e questa volta lo ha fatto mostrando una natura che non è quella del semplice talento vocale, ma del talento artistico che sta nella mente di una donna matura.

"Nonostante i ritardi e i casini, vedere ora tutta questa gente qui solo per me...". E si emoziona ancora una volta per un sold out da 10 mila persone non scontato. Perché quello che per molti è stato visto come un percorso di crescita durato più o meno cinque anni grazie alla tv, per lei è stato un periodo complicato alla ricerca di motivazioni per andare avanti. 

Mettersi nei panni di una persona di successo è impossibile, ma varrebbe la pena provarci. 

Emma ha messo l'ultima parola su tutto: il palco con il simbolo dell'uomo e della donna concatenati, tre cambi d'abito, l'esibizione con lo spagnolo David Bisbal con il quale aprirà la sua avventura in Spagna dopo l'estate. Tutto per uno show nuovo, uno spettacolo diverso dai precedenti non per onore di varietà, ma soprattutto perché Emma, forse non tutti se ne sono accorti, è cambiata tantissimo come persona.

I suoi occhi, da sempre, portano una lieve forma di dolore che lei traduce in seria professionalità. Il pubblico, quel dolore, glielo fa passare. Oggi più che mai nella storia di Emma la gente è un tassello centrale. Non è più una questione di soldi, carriera, durare finché si dura, ma di necessità umana per una ragazza che si è spogliata di tutto (o quasi) per abbracciare la musica.

E su di essa ha puntato, ancora una volta. Ci sono i vestiti eleganti e il desiderio di spingere al massimo l'acceleratore sulla femminilità, ma noi ci aspettavamo gli effetti speciali della festa e invece ha portato sul palco i musicisti, la teatralità delle interpretazioni, la voglia di far sentire le canzoni più preziose. La qualità del suo lavoro non è solo musica per ragazzi poco esigenti.

In questo "Limited Edition Tour" non abbiamo assistito alla celebrazione finale di un periodo positivo per la sua carriera, ma abbiamo assaggiato un nuovo (l'ennesimo) inizio dopo quale ci sarà ancora tanto da scoprire. Non bastano gli applausi, non bastano i numeri del suo successo. Il punto è che non accetterà mai che qualcuno le dica: "Vai bene così, Emma". È la sua croce, ma è anche il suo segreto.

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Alessandro Alicandri