Dj Harsh: "Dietro le quinte di Tanta Roba"
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Dj Harsh: "Dietro le quinte di Tanta Roba"

La label nata nel 2011 è cresciuta fino alla vetta della classifica F.I.M.I. Per ringraziare i fan in arrivo tre concerti a Torino, Milano e Roma con Salmo, Ensi e Gemitaiz

Tra i progetti musicali più vincenti degli ultimi anni spicca una label indipendente che ha collaborato non poco al boom del genere hip hop in Italia. Tanta Roba è il nome dell'etichetta creata da Guè Pequeno dei Club Dogo e da dj Harsh, prima capace di valorizzare i mixtape con la sua serie Harshtimes e ora deus ex machina di un progetto che ha bruciato ogni tappa. In Tanta Roba sono entrati alcuni tra gli artisti più apprezzati del panorama nazionale con risultati che hanno sorpreso tutti: dal primo posto di Salmo in classifica F.I.M.I con l'album "Midnite" fino al successo di Ensi e dell'ultimo arrivato Gemitaiz. Mettere in piedi un'etichetta indipendente non è però facile come sembra e come spesso accade le spiegazioni di chi vive le realtà in prima persona siano diverse delle proiezioni che ha in mente chi le giudica. Abbiamo intervistato dj Harsh, al secolo Daniele Negri, per capire il successo di un progetto che dal prossimo 11 luglio porterà su tre palchi a Roma, Milano e Torino tre concerti evento con i principali artisti della label sul palco. L'11 luglio in Villa Adda a Roma, il 17 a Milano Carroponte e il 24 a Grugliasco, Torino, nel Gru Village. 

Quando è nata Tanta Roba e quale è il primo bilancio di questa esperienza?

E’ un progetto che è nato un paio d'anni fa. Nel 2011 con Guè Pequeno abbiamo deciso di fondare questa etichetta, io ai tempi lavoravo con vari rappers tra cui Fedez. Il primo artista a farne parte a tutti gli effetti è stato Salmo. Va fatta una piccola premessa su Tanta Roba perché posso capire che, dall'esterno, non si capiscano alcune dinamiche importanti. Il progetto è nato in un modo, poi ci siamo strutturati per avere contratti e risorse da mettere a disposizione degli artisti. La label era nata in maniera abbastanza amatoriale, poi siamo cresciuti in pochissimo tempo grazie al lavoro di tante persone. Il primo disco vero e proprio dell'etichetta è "Death USB" di Salmo. C’è voluto diverso tempo per strutturare l'attività discografica. Volevamo un’idea forte, un logo che spaccasse, un packaging studiato per ogni prodotto. Siamo sulla strada giusta.

Avete nel vostro roster artisti come Salmo, Gemitaiz, Ensi, rapper molto diversi tra loro. E' stata una scelta mirata puntare su diversi stili?

Abbiamo preso artisti con un'attitudine tra loro molto simile e, allo stesso tempo, simile alla nostra. Bisogna tenere presente che una label indipendente funziona, prima di tutto, se gli artisti che ne fanno parte sono anch'essi indipendenti. I nostri hanno stili differenti ma collaborano tantissimo tra di loro, si sentono e confrontano, fanno mixtape e pezzi insieme. L’importante è che tutti facciano parte di uno stesso settore musicale, che io definirei "urban", la direzione continuerà ad essere questa.

 

Il termine "Tanta Roba" è diventato una parola di uso comune. Capita di sentirla dire anche in televisione, senza distinzioni di età. Avete creato un tormentone lo sapete?

Lo era già prima, i Club Dogo lo usano da sempre. E' stata una scintilla, un’idea sul momento. “Chiamiamola Tanta Roba”. Ci è piaciuto subito. Noi abbiamo sempre avuto la cura degli slogan, in particolare Guè ha sempre puntato sul "word play", una componente fondamentale del suo fare rap. Inizialmente pensavamo di fare una label molto orientata sulla zona milanese, poi è arrivato Salmo che a me faceva impazzire, lo abbiamo preso. Ensi collaborava da tempo con noi ed è stato tutto naturale. Gemitaiz lo conosco da un paio d'anni, abbiamo realizzato insieme 3 mixtape prima dell'approdo in Tanta Roba.

Oltre alla label hai sempre lavorato al progetto parallelo di Harshtimes, una sorta di cantiere di Tanta Roba. Come è nato questo marchio e in cosa consiste?

E' una label da Mixtape nata prima di Tanta Roba. Io ho sempre avuto come riferimento dj Drama, un’icona americana per quello che riguarda i mixtape. Ho avuto anche modo di ospitarlo nel mio studio in Best Sound, un posto da cui, in quel periodo, transitavano pressoché tutti i rapper della scena... Come dj ho avuto il vantaggio di poter collaborare con tutti. Adesso sinceramente non ho più molto tempo per fare mixtape ma sto continuando a produrli, parallelamente all'attività discografica di Tanta Roba. In un certo senso è un cantiere di Tanta Roba: è un percorso abbastanza classico, spesso i rapper prima di uscire con un album ufficiale sfornano vari mixtape.

Tanti artisti visti in Harshtimes poi sono usciti per il grande pubblico. Recentemente è uscito Madman, sarà il prossimo su cui investirete?

Non abbiamo ancora fatto i conti e steso una timeline di ingressI, è sempre una cosa abbastanza naturale che non tendiamo a programmare. Se avrà qualcosa di pronto vedremo se ci sarà la possibilità di lavorare insieme. Bisogna comunque considerare che fare uscire un prodotto è sempre uno sforzo. Valuteremo un attimo ma sono discorsi tutti aperti. Sicuramente adesso la priorità di Tantaroba è produrre nuovi album degli artisti che fanno già parte dell'etichetta, ma penso proprio che un seguito di “Detto fatto” ci sarà…

Da proprietario di una label quanto tieni d'occhio la scena underground?

Ho le mail intasate di provini, link di tracce, però alla fine quello che dico sempre a chi mi contatta in cerca di conferme è che devono essere gli artisti stessi a mettere la testa fuori dal guscio. Se c'è qualcuno che spacca lo vieni a sapere, non lo scopri via mail. Tuttavia io vengo dall'underground e non mi separerò mai dall'underground. E' ovvio che mi interesso di ciò che sta crescendo e gli artisti che abbiamo in Tanta Roba sono tutti parecchio giovani.

 

Sarai sommerso di proposte, cosa noti prima di tutto in un rapper? Cosa deve avere per funzionare?

Noi cerchiamo di fare sempre un grande lavoro oltre che sul suono anche sull'immagine, ad esempio mi viene in mente Salmo. I nostri progetti musicali sono identificativi della nostra linea: la volontà è quella di curare al massimo, oltre alla musica, anche l'aspetto e la proiezione verso il pubblico. Dal packaging dei dischi al merchandising. Questo fa la differenza, è l'elemento che può contraddistinguere. L'ultimo video di Salmo ha un indice di gradimento altissimo ed è frutto di un grosso lavoro. Per essere un'etichetta che funziona da un anno e mezzo stiamo ottenendo grandi successi.

Anche recentemente Guè ha fatto sapere di non essere il proprietario dell'etichetta, tanti pensavano fosse così. Lui ha detto di avere più una collaborazione a livello di supervisione, possiamo finalmente fare chiarezza?

Per fare una label ti devi strutturare, prendere gli accordi e sbrigare un sacco di faccende. Guè è il leader di una band hip hop leggendaria e in due anni ha sfornato due album da solista e uno con i Dogo; io mi sono fatto carico della questione organizzativa, dalla posa delle fondamenta fino al tetto. Tecnicamente io sono il proprietario, ma lui è il mio braccio destro, se chiamiamo un artista è perché siamo convinti tutti e due. Il marchio è nostro e anche se l'etichetta è gestita da me, io la sento come una cosa nostra. E' un'attività che funziona su più fronti, su più settori in quanto, oltre all'attività discografica, ho un'agenzia di booking e management che cura a 360 gradi gli interessi degli artisti che portiamo nell'etichetta. Poi è tutto un work in progress, l'attività discografica è un'attività particolare, le rendicontazioni delle vendite sono semestrali e non è semplice tirare le somme. Ultimamente mi trovo a dover fare i conti con la pianificazione finanziaria e non è facile, devi dosare tutto e fare previsioni cercando di lavorare sempre al meglio. In questo momento non possiamo tirare le somme e capire come è andata finora, siamo ancora troppo giovani come label. Per fare due calcoli bisognerà aspettare ancora almeno sei mesi. Di certo quello che ricopro è un ruolo, oltre che fonte inesauribile di stress, anche molto affascinante: bisogna prendere decisioni e stanziare budget, definire timeline delle consegne, operazioni mai facili, ma i risultati premiano… Il primo posto raggiunto da Salmo nella classifica F.I.M.I. è stato per me la realizzazione di un sogno che coltivo sin da piccolo, da quando cioè iniziai a spendere tutti i soldi che entravano nelle mie tasche in vinili ...

Il rap sta funzionando molto e la speranza è quella di vedere una scena indipendente capace di avere eco anche senza la mano delle major come succede in Usa. Magari affiancandosi solo per la distribuzione. Vedi questa realtà possibile o pensi sempre che verrà ostacolata l'emancipazione totale delle label?

Ho avuto sempre una certa diffidenza nei confronti delle major, tanto più in un momento in cui la situazione sta rapidamente cambiando, ho imparato a valutare bene le proposte che vengono fatte, a stare molto attento. Nel momento in cui le realtà indipendenti saranno potenti non si potrà far altro che appoggiarsi a strutture più grandi per quel che riguarda aspetti del business come la distribuzione; e, in questo, le major continuano ad avere un grosso potere contrattuale. Noi comunque con Salmo abbiamo lavorato bene e fatto numeri da major, siamo vicinissimi al disco d'oro. Le soluzioni sono diverse, cambiano di anno in anno, la cosa fondamentale è essere aggiornati ma, allo stesso tempo, valutare al meglio le novità del mercato (gli artisti di Tanta Roba non sono su Spotify o Deezer e c'è un motivo). Stiamo andando verso l'esaurimento del fisico, si vende il digitale ma lo streaming ancora non paga come dovrebbe....

Qualche anticipazione sui prossimi lavori?

Solo a giugno abbiamo girato cinque video, due di Salmo. Uno uscirà nella seconda metà di luglio, si tratta di “Killer Game” con Gemitaiz e Madman. Con Gemitaiz abbiamo invece girato il video di “Pistorius” e siamo anche qui contenti del risultato finale, il video sarà fuori settimana prossima! In questi giorni farò il punto della situazione con Guè, abbiamo vari progetti in mente ma, in particolare, ci stiamo attrezzando per realizzarne uno che lascerà un segno indelebile ma non posso anticipare ancora nulla...

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Matteo Politanò