Depeche Mode, Spirit: amore, morte e rivoluzione - Recensione
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Depeche Mode, Spirit: amore, morte e rivoluzione - Recensione

La fusione perfetta tra rock, blues ed elettronica nel miglior disco della band da almeno dieci anni

“Siamo estremamente orgogliosi di Spirit e non vediamo l’ora di farlo sentire a tutti. Con James Ford e il resto del team di produzione abbiamo realizzato un album che trovo davvero potente, tanto a livello di sound quanto a livello di messaggio”. Parola di Dave Gahan.

Tra i gruppi icona che hanno scritto la storia della musica degli ultimi decenni i Depeche Mode sono decisamente una delle band più a fuoco. Hanno un suono e uno stile che li rende riconoscibili dopo pochi secondi. I loro dischi non sono nostalgici, sono intensi, evocativi e dal punto di vista del songwriting volano alto.

Spirit è un album quasi perfetto, un disco di crescita, ma anche di conferma da parte di una band perfettamente a fuoco. Nelle tracce del discol'attitudine rock blues e quella elettronica convivono con grande empatia dando vita a una riuscita fusione di stili.

C'è poi la valenza politica dei testi. I Depeche si chiedono perché gli essere umani di questo tempo subiscano senza reagire in Where's the revolution. In Going Backwards, invece, declamano: "Possiamo vedere un uomo morire in tempo reale, ma dentro di noi non sentiamo niente"

Le canzoni che già dal primo ascolto sembrano avere una marcia in più sono:Cover me, Eternal, Going Backwards, The worst crime ed Eternal.

La versione standard (fisica e digitale) di Spirit contiene 12 brani, mentre la deluxe in doppio cd, comprende uno speciale booklet di 28 pagine di foto e artwork esclusivi e 5 remix realizzati da Depeche Mode, Matrixxman e Kurt Uenala, chiamati Jungle Spirit Mixes.

I Depeche Mode suoneranno in Italia il 25 GIUGNO ALLO STADIO OLIMPICO DI ROMA, IL 27 GIUGNO ALLO STADIO DI SAN SIRO A MILANO E IL 29 GIUGNO ALLO STADIO DALL’ARA DI BOLOGNA.

PHOTO / ANP / PAUL BERGEN
David Gahan in concerto ad Amsterdam nel 2013

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Gianni Poglio