Cesare Cremonini al Medimex: "Logico" miglior album dell'anno
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Cesare Cremonini al Medimex: "Logico" miglior album dell'anno

L'intervista: il presente, il futuro, il rapporto con i fan e il cinema. "Un artista deve regalare intrattenimento puro, parole e divertimento"

Cesare Cremonini è stato premiato al Medimex (Il Salone dell'innovazione musicale che ha richiamato a Bari oltre 16.000 spettatori) per il migliore album dell’anno.

Logico è il lavoro più solido e maturo della sua ventennale carriera, nel quale il cantautorato italiano si arricchisce di arrangiamenti elettronici di caratura internazionale.

Emblematico della nuova direzione musicale è il singolo Grey Goose, caratterizzato da un synth robotico che ne scandisce il ritmo.

Abbiamo incontrato Cremonini nel backstage, poco prima della premiazione, per rivolgergli qualche domanda.


Cesare, che cosa si prova a ricevere un premio prestigioso come il Medimex nella regione più musicale d’Italia?

“Il Medimex è una bella un’iniziativa, che valorizza la musica in tutte le sue declinazioni. La produzione dei dischi si concentra principalmente a Milano, per questo è importante valorizzare il Sud per quanto riguarda la dimensione live. In Puglia la musica è un fenomeno consolidato. Mentre in Italia sembra ci sia spazio per una sola moda musicale alla volta, la Puglia si è modernizzata, senza mai perdere le sue radici, diventando un punto di riferimento non solo per la musica, ma anche per il turismo e per la cultura. Questo premio è una ulteriore iniezione di fiducia, evidentemente il coraggio viene ancora premiato nella musica italiana”


Che tappa rappresenta, a questo punto della tua carriera,l’album Logico?

“E’ stato un passo coraggioso della mia carriera, che ha fatto fiorire il mio discorso musicale. Logico l’ho realizzato guardando al futuro, per aprire nuove porte. Scomporre le canzoni e utilizzare ritmiche inusuali è stata prima di tutto una sfida prima con me stesso e poi con il pubblico. E’ un album meno manierista e più sperimentale, di cui vado molto orgoglioso”.


Sei reduce da un doppio sold out al Mediolanum Forum di Assago. Un punto d’arrivo o un punto di partenza?

“ Il doppio tutto esaurito a Milano è indicativo di un successo crescente, assai raro al giorno d’oggi. Sono soddisfatto soprattutto perché il mio pubblico è affidabile, un interlocutore con il quale riesco a comunicare. Non mi piace che gli spettatori siano troppo simili a me,come accadeva nel periodo dei Lunapop. In quegli anni, mentre io crescevo, il pubblico rimaneva stabile, non era stimolante. Dopo vent’anni di carriera, oggi mi rivolgo a un pubblico con il quale ho una grande sintonia, che per un cantautore è tutto”.


Quali sono le novità più importanti del Logico Tour 2014?

“Il live è uno show caleidoscopico, dove riesco a mettere in evidenza e ad esprimere tutto quello che ho imparato e che so fare. Ho un grande palco, che mi permette molta dinamicità: passo da una parte recitativa ad una solo voce e piano, da una fase elettronica a un momento da entertainer. Grazie a un cortometraggio diretto da Edoardo Gabriellini e recitato da Tea Falco porto il cinema nei palasport, mentre io canto. Non ho mai ricalcato me stesso, se ci pensi 50 special e Logico rappresentano due mondi opposti. Un cantautore deve regalare intrattenimento puro, parole e divertimento”.

Che cosa è cambiato maggiormente nel passaggio dai Lunapop alla carriera solista?

“I Lunapop sono stati un vero e proprio fenomeno di costume, una grande esperienza umana e discografica. Quando mi sono messo in proprio sono ripartito da zero, ho perso buona parte di quel pubblico, ma ne ho trovato uno nuovo. C’era una fetta di ascoltatori che non cercava cosa rassicuranti, ma sonorità più moderne e ricercate”.

Come mai non è stato realizzato un videoclip di Logico?

“Quando compongo non penso mai alla promozione di un singolo, rappresentare visivamente una canzone è sempre difficile. Avevo paura di banalizzare un pezzo come Logico , così esplosivo e mastodontico, con un video non all’altezza. Il mio mestiere è quello di fare musica, ma anche di proteggerla. Per Io e Anna, invece, abbiamo pensato a un video”.

Ti rivedremo di nuovo sul grande schermo?

“La porta del cinema si è aperta in modo naturale, non forzato, è stato soprattutto l’incontro con la mente registica di Pupi Avati, un vero maestro. Valuterò in futuro se ci saranno proposte interessanti. Dove non riesco a trovare poesia, preferisco non avventurarmi”.

Qual è il tuo stato d’animo attuale e qual è il tuo prossimo traguardo?

“Per ora mi godo il momento attuale. Negli anni scorsi ho faticato molto dal vivo, mi ricordo bene quando i miei concerti non erano pieni, anche perché in Italia è difficile uscire dai pregiudizi. Non ho un obiettivo del tipo ‘voglio suonare a San Siro’, so solo che non devo mai smettere di crescere e di migliorarmi”










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Gabriele Antonucci