Carmen Consoli al Medimex: "Servono le radici affinché ci sia vita"
Ufficio stampa Medimex
Musica

Carmen Consoli al Medimex: "Servono le radici affinché ci sia vita"

L'artista catanese, dopo il trionfale concerto di ieri sera, ha incontrato il pubblico della Fiera del Levante di Bari

La cantantessa si è raccontata tra ritorni, emozioni, tecnologia e maternità

Da Confusa e felice a lucida e serena. A sei anni dal suo ultimo album di inediti, Elettra, Carmen Consoli è ritornata a gennaio al centro della scena musicale italiana con L'abitudine di tornare, che ha messo d'accordo(cosa non facile al giorno d'oggi)pubblico e critica. Da vent'anni la cantantessa coniuga in modo fresco e originale la qualità di scrittura del cantautorato con la forza e l'incisività del rock. Ieri sera, davanti ai 3.000 spettatori della Fiera del Levante, Carmen ha mostrato tutta la sua carica live nella nuovo formazione in power trio, più essenziale e diretta. Stamattina, intervistata da Gino Castaldo ed Ernesto Assante, l'artista catanese ha incontrato il pubblico del Medimex di Bari, dove si è raccontata con la consueta franchezza.

Vediamo insieme le sue dichiarazioni più interessanti. [Cliccare su Avanti]

Assenza e ritorno

"Sto bene, ieri il pubblico mi ha riservato un'accoglienza emozionante, non ho dormito bene stanotte, ero ancora in fibrillazione. In questi anni non sono rimasta con le mani in mano, svolgo anche altri lavori oltre a quello della cantante, mi sono occupata degli affari di famiglia. Io e mia mamma siamo le uniche "superstiti", abbiamo rimesso su la campagna, ho fatto un corso di imprenditore agricolo, dove ho imparato tante cose nuove. E' nato mio figlio, mi sono trasferita a San Giuliano, ho fatto vita di quartiere. Insomma, non mi sono annoiata.Torno a incidere un album solo se ho qualcosa da dire, il mio sostentamento non dipende dalla musica, lo faccio perchè è la mia passione e le passioni non possono essere calcolate o pianificate a tavolino".

Cambiamento della voce nel tempo

"Se ogni esperienza ci segna, come i tronchi degli alberi, adesso si è aggiunta un'altra curva nella mia vita. Credo molto nell'evoluzione".

Maternità

"Dalla taglia 38 sono arrivata alla 42. Non occorre essere genitori biologici per provare la sensazione di maternità, il rapporto si costruisce col tempo. Quando è nato Carlo mi sono sentita generatrice, si è inserita una nuova lente che magnifica ogni cosa. Ciò che prima era libertà, oggi la vedo come una cosa confinata tra le mura. Oggi, come mamma, mi sento più libera, vedo davanti a me una distesa sconfinata. Mi ha colpito l'uso della parola, nel rapporto con mio figlio. Lo sforzo spontaneo di generare parole per esprimere un concetto, che ha bisogno del suo tempo e del suo spazio. Oggi parla come uno della Lega, col tempo inizierà a parlare in maniera più terrona".

Radici

"Le radici sono fondamentali, non solo nella musica. Abbiamo un patrimonio genetico a cui dobbiamo attingere costantemente. All'inizio di carriera mi hanno detto:"Sei bravissima, non sembri una cantante italiana". Eppure Janis Joplin non sarebbe stata quello che era se non avesse attinto dalla sue radici blues e country, era un'artista popolare, ma spinta da una certa urgenza. In Puglia hanno sempre valorizzato la musica popolare. Qualche anno fa mi hanno invitato a un Festival di taranta dove ho cantanto in griko: è stato bello vedere ragazzi giovani, vestiti con abiti grunge, ballare fino a notte fonda con i tamburi".

Catania

"Mia madre preferisce le piante alle rose, che sono belle, ma dopo qualche giorno appassiscono. Le piante continuano a crescere, perchè hanno le radici. La radice è fondamentale affinchè la vita continui. Gli artisti catanesi sono radicati nel territorio, ma anche aperti alla contaminazione. Catania è una città di fuoco,di contrasti, non abbiamo sentito la crisi perchè ci siamo sempre arrangiati in maniera creativa. La sua caratteristica è la coesistenza di mare e fuoco: l'Etna influenza e riscalda gli animi, il mare ti dà calma e pace".

Evoluzione

"Credo fermamente nella tesi dei cicli e dei ricicli, stiamo vivendo in una fase di nuovo Illuminismo. L'unione tra Illuminismo e Romanticismo diventa mistica. Al giorno d'oggi serve un codice per qualsiasi cosa, per mangiare una banana come per scrivere una canzone. Sotto la tecnologia c'è qualcosa che brucia, si sta arrivando a un nuovo equilibrio, come è successo alla fine degli anni Ottanta. Esistono cose non tangibili che ci toccano lo stesso nel profondo, i valori extrasociali fanno vibrare le corde, gli hertz"

Il rapporto con il tempo

"Il bello richiede tempo e calma. Non si può fare un bambino in tre mesi. Oggi manca troppo spesso il tempo per sviluppare un concetto, per scrivere una canzone, per giocare a pallone con gli amici. L'ultimo bacio l'ho scritta in 15 minuti, altre canzoni mi hanno richiesto mesi".

Giacomo Leopardi

"Amo Leopardi, è profondamente italiano, ha vissuto a cavallo tra due momenti critici della storia, rappresenta bene la lotta tra il tangibile e l'intangibile".

Tecnologia

"Come musicista mi sento strettamente legata alla valvola, mi piace la tecnologia, ma non voglio esserne schiava".

Cosa mi emoziona

"Il brivido è importante, teniamocelo stretto. Recentemente mi sono sciolta in lacrime con un film, Dove eravamo rimasti con Maryl Streep, una commedia in bilico tra comicità e tragedia. Mi ha suggerito che se non si è pienamente se stessi non si può assumere una grande responsabilità. All of me di Billie Holiday mi emoziona ogni volta che l'ascolto, anche perchè è una delle canzoni preferite di mio figlio".

Suonare in trio

"Nella mia musica ho percorso diversi territori, ho usato abiti diversi per le mie canzoni. Il power trio con il quale suono oggi mi piace perchè è essenziale, mi sono ispirata a Hendrix, uno dei miei idoli da ragazzina insieme a B.B.King, che suonava note lente, ognuna delle quali pesava però 10 kg. Tecnicamente sono agli antipodi, ma tutti e due sudavano molto sul palco. E' curioso come entrambi parlavano come suonavano".

Consigli ai giovani artisti

"Ascoltate tanta musica. Io ho vissuto l'epoca del vinile, passavo ore e ore ad ascoltare Janis Joplin, Creedence, Nico, Jefferson Airplane, Free e Aretha Franklin. Quella musica ha  rappresentato la colonna sonora della mia adolescenza. Trovate un idolo non da adorare, ma da cui percepire un messaggio che ti nutra interiormente. Studiate, imparate la grammatica della musica, poi abbandonate lo studio e destrutturatevi, fino a trovare una vostra sintesi originale".

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Gabriele Antonucci