Sanremo 2014, parla Arisa: "La mia quarta volta all'Ariston"
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Sanremo 2014, parla Arisa: "La mia quarta volta all'Ariston"

La cantante torna all'Ariston, dove negli anni scorsi ha ottenuto grandi soddisfazioni. "Non capisco chi si sente sotto pressione: questo è il palco più emozionante che ci sia". Tutto su Sanremo 2014

Cantante, doppiatrice, personaggio televisivo, attrice: quando si parla di Arisa non si è mai a corto di definizioni. Quello però che l'ha imposta all'attenzione generale è sicuramente la sua bellissima voce che, insieme con una personalità non comune, le ha permesso di conquistare rapidamente un posto di rilievo nel panorama musicale italiano.

Insomma, non ci vuole la sfera di cristallo per pronosticarle un ruolo da protagonista nel Festival di Sanremo 2014, che parte martedì 18. All'Ariston la cantante potentina presenterà Lentamente (il primo che passa), un bolero scritto insieme a Cristina Donà e Saverio Lanza, e Controvento, un brano più classico firmato per lei da Giuseppe Anastasi. Entrambe le canzoni fanno parte del nuovo album Se vedo te (Warner Music), che esce il 20 febbraio e sarà il punto di forza del tour che partirà in primavera, nel quale Arisa sarà accompagnata tra l'altro dalla formazione d'archi Gnu Quartet, che collabora con lei da tempo. Oggi, però, tutte le energie sono concentrate sul palco dell'Ariston, dove ha già colto molte soddisfazioni.

 

Arisa, ha solo 31 anni ma l'esperienza di una veterana.

«Qui in effetti mi sento a casa, ho solo ricordi bellissimi: l'esordio del 2009 tra le Nuove proposte con Sincerità (quando vinse e ottenne anche il premio della critica, ndr) e anche la bellissima accoglienza al brano La notte, che ho presentato nel 2012 (arrivando seconda alle spalle di Emma, ndr). Sanremo è per me il palcoscenico ideale, una vetrina unica per chi ama esibirsi dal vivo e cerca il contatto con il pubblico».

Insomma, a lei la pressione del Festival fa un effetto positivo.

«Certo, perchè io ho un solo modo per comunicare con la gente: il canto. E da questo punto di vista non c'è occasione migliore di Sanremo per esprimere la propria creatività, i sentimenti, tutto. Non solo ti senti vicinissima alla gente, ma il Festival diventa il miglior ufficio stampa che esista in Italia: per una settimana, sembra che tutta l'Italia sia interessata a quello che fai, a ciò che hai da dire. Se un artista si sente a disagio qui, secondo me c'è qualcosa che non quadra».

Ammetterà però che nei giorni della rassegna si respira un po' di tensione.

«Per forza, si accavallano mille impegni: servizi fotografici, intervista, attività promozionali di ogni tipo. E poi, naturalmente, bisogna provare. L'importante è sapersi organizzare, anche se riconosco che spesso si arriva un po' trafelati. I sacrifici comunque sono altri, io mi considero fortunata e affronto molto volentieri questo circo sanremese: l'importante è aiutare la musica a essere protagonista. E poi, a me questa pressione non disturba: l'importante è che poi mi facciano cantare. Quello è un momento magico, insostituibile, che dà un senso a tutto il resto. Ogni volta mi sembra di coronare il sogno che avevo fin da bambina».

Una delle sue caratteristiche è l'imprevedibilità: che cosa ha in serbo quesata volta per i suoi fan?

«Non saprei rispondere, perché a me sembra di essere una persona normale. Di speciale ho solo la grandissima passione per la musica. Forse è questo che spiazza le persone, e un po' anche me: quando l'orchestra parte, mi sento ogni volta diversa. Ho la sensazione di condividere la mia vita con gli altri, una cosa che non saprei assolutamente fare se non cantando. È una sensazione difficle da descrivere ma, mi creda, è bellissima».

Sulla copertina del suo nuovo cd sfoggia un look raffinatisimo. Sul palco dell'Ariston come la vedremo?

«Non anticipo nulla, voglio sorprendervi. Confesso però che in questo periodo ho voglia di pulizia, eleganza, minimalismo. E, soprattutto, di cantare in libertà».

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Alberto Rivaroli