Arena di Verona: i cinque spettacoli da non perdere
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Arena di Verona: i cinque spettacoli da non perdere

L'allestimento innovativo di Aida a cura della Fura Dels Baus, la tradizione de Il Trovatore firmato da Zeffirelli, i Gala e molto altro per il Centenario del Festival

La stagione operistica estiva all’Arena di Verona festeggia i primi cent’anni. E lo fa in grande stile, con un cartellone che brinda al Bicentenario di Giuseppe Verdi e strizza l’occhio a quello di Richard Wagner (in contemporanea e fino all’8 settembre il Palazzo della Gran Guardia ospita la mostra interattiva dedicata ai due compositori “Werdi Vagner”). Per chi può, sono almeno cinque gli spettacoli imperdibili ospitati nell’anfiteatro romano che includono nel prezzo, atmosfere magiche e scenari suggestivi. Non serve essere esperti di musica lirica per apprezzare l’orchestra, il coro e il corpo di ballo dell’Arena, le ricche scenografie, la moltitudine di comparse che invadono il palco, gli interpreti tra cui molte novità interessanti (come la giovane Lana Kos, Violetta Valèry) e parecchi volti conosciuti al grande pubblico (il direttore Andrea Battistoni) e, infine, persino la luna che fa capolino dalle mura, anche lei protagonista della scena.

In cartellone ci sono una sessantina di serate che accompagnano turisti e melomani fino alla prima settimana di settembre. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.  E sono almeno cinque gli spettacoli che sarebbe un peccato mortale perdere:

1)  L’Aida (musica di Giuseppe Verdi e libretto di Antonio Ghinslanzoni), una nuova e avveniristica produzione a cura de La Fura Dels Baus. L’ultima data utile per assistervi è il 3 agosto. Le successive messe in scena infatti (a partire dal 10 agosto) rievocano l’Opera andata in scena appunto nel 1913. Il perché assistervi è presto detto. È un ponte che unisce la tradizione del Festival (a partire dai numeri: oltre ai protagonisti, 175 artisti, 164 coristi, 40 ballerini e una sfilata di suggestivi animali meccanici, due cammelli e un elefante) al futuro con un taglio del tutto particolare alla storia d’amore di Aida e Radames. La messa in scena infatti ricollega l’antico Egitto dei due sfortunati amanti, allo spirito grandioso del Canale di Suez per la cui inaugurazione era stato commissionato il lavoro a Verdi e getta infine lo sguardo sul presente.

2) Messa da Requiem (di Giuseppe Verdi), diretta da Myung-Whun Chung, un evento unico in scena il 13 luglio. Varrebbe la pena recarsi fino a Verona per vedere all’opera due grandi orchestre e due cori, quello appunto dell’Arena e quello del Teatro La Fenice di Venezia. Non solo. Igor Mitoraj, che firma le scene della rappresentazione, è presente (dal 13 luglio all’8 settembre) al Museo di Castelvecchio con una mostra dedicata alle sue opere scultoree.

3) Il Trovatore (di Giuseppe Verdi), in scena per cinque sole rappresentazioni a luglio (la prima il 6, l’ultima il 27). Assistere al monumentale allestimento del 2001 firmato da Franco Zeffirelli e con i costumi di Raimonda Gaetani, è come affondare le radici nella tradizione areniana. Ogni particolare è curato nel dettaglio e il tuffo indietro nei secoli è tangibile. La rappresentazione per di più costituisce un’occasione per vedere in un contesto particolarmente suggestivo la coreografia flamenca di El Camborio ripresa da Lucia Real ed eseguita dal Balletto Spagnolo.

4) Gala Verdi, un evento unico in scena il 17 luglio. Per melomani e i meno esperti è un (piacevolissimo) modo per comprendere la grandezza del compositore. Lo spettacolo porterà infatti in scena la summa della nota trilogia popolare: il primo atto de La Traviata (con il celebre brindisi “Brindiamo ne’ lieti calici”), il secondo de Il Rigoletto (“sì vendetta, tremenda vendetta!”) e l’ultimo de Il Trovatore.  

5) Roméo et Juliette (musica di Charles Gounod e libretto di Jules Barbier e Michel Carré) con la regia di Francesco Micheli. L'allestimento del 2011, debutta, come ormai da tradizione, a fine agosto (il 31). Insieme all’Aida è ormai uno dei simboli del Festival. Come perdersi la rappresentazione della tragedia di Montecchi e Capuleti nella città dove tutto ha avuto inizio?  L'allestimento è moderno, ma per rendere omaggio a Giulietta e sostare sotto al balcone della tradizione, basta fare quattro passi prima dell'inizio dell'opera.

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Cinzia Meoni