Alanis Morissette: con "Havoc" (e la nuova famiglia) ha ritrovato il senso della realtà
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Alanis Morissette: con "Havoc" (e la nuova famiglia) ha ritrovato il senso della realtà

Dal 24 agosto è in vendita uno degli album più attesi della nuova stagione musicale. Recensione dell'album anticipato da "Guardian". Il figlio non ha intaccato la sua voce, emozionante e piena d'amore

È tornata Alanis Morissette e ora, con "Havoc and Bright Lights" è ora di fare di nuovo i conti con il destino di chi fa musica pop. Arrivare a un pubblico che si aspetta da lei un album cult, quando il metro di paragone è sempre "Jagged Little Pill" del 1995, come se in mezzo non avesse fatto niente.

Lo sappiamo, il pubblico di Alanis è piuttosto esigente, soprattutto nella sua branca più vicina al rock. Una missione (quasi) impossibile, ma in qualche modo riuscita. Il singolo "Guardian" che ha anticipato l'album già da questa estate, fa capire dove si va a parare in tutta l'opera: percorre una strada non di rivoluzione del sound, ma di ripresa di elementi pop-rock riconoscibili di repertorio. A tutto questo, nel complesso, ha aggiunto un tocco di modernità elettronica. Niente di più, niente di meno.

Seconda in classifica su iTunes Italia con l'album grazie a un brano radiofonico e ben accolto dal network, non è un bell'accessorio a un disco scadente. Titoli tutti in minuscolo, formati nella maggior parte dei casi da una sola parola, esplora in 14 brani tutte le sfaccettature del suo sound, non tradendo le atmosfere cupe e vagamente indiane del precedente "Flavors of Entanglement", che alla lunga (per molti) sono risultate un po' stucchevoli. Per aver fatto passare quattro anni magari non ha superato le aspettative, ma risulta nel complesso più centrata. Più motivata al successo.

È difficile consigliare dei brani di questo album, perché per motivi diversi si gusta tutto con piacere, è un viaggio, un'esperienza sensoriale in territori quotidiani, vicini a noi. Non è una raccolta di singoli alla Adele e nemmeno un disco fatto di surrogati con una sola idea in campo. È bello nel suo insieme, non succede spesso oggi. Sembra che i fan abbiano molto apprezzato però "Woman Down" (il sound è ipnotico) e "Empathy" (ha un testo davvero toccante).

Dotata di capacità interpretative sempre più eccezionali, è un album pop di contenuto, maturo ma più aperto al pubblico rispetto al più recente passato. Da leggere oltre che da ascoltare. Immerso nel reale ma capace di sognare.

Abbiamo aspettato quattro anni e non ci ha deluso, anche se l'artista ha decisamente messo in primo piano la sua famiglia, coordinando la nascita del suo biondissimo Ever (che ha compiuto da poco un anno) con la scrittura e registrazione dei brani, sempre vicino alla sua creatura.

"Io sono sempre disponibile per mio figlio", ha dichiarato, "amo fargli le coccole e dormire accanto a lui". Di solito dopo certi eventi si perde la bussola, il senso della musica. Lei no, ha ritrovato se stessa.

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Alessandro Alicandri