Giovani promesse della moda a Pitti Uomo
Polimoda (Marco Gualtieri)
Collezioni

Giovani promesse della moda a Pitti Uomo

Per i giovani studenti di fashion design è arrivato il debutto in passerella: Polimoda, Istituto Marangoni e IED presentano le collezioni dei designer del futuro.

Inaugurando la 102º edizione di Pitti Uomo, Polimoda celebra i suoi migliori studenti di Fashion Design e Fashion Design Management, insieme a una selezione degli allievi di Master in Collection Design e Creative Direction, nel Final Graduation Show tenutosi al Giardino Torrigiani di Firenze.

La sfilata Carpe Noctem ha avuto come protagonisti oltre 100 look, 24 collezioni stimolanti e intriganti grazie anche alle differenze culturali dei designer: Julian Cerro (Italia), Veronika Danyliv (Ucraina), Eros Fengqin Yue (Cina), Hikari Morigami (Giappone), Julie Daron (Francia), Margherita Bachis (Italia), Ana Valentina Navarro (Bolivia), Viola Ruzza (Italia), Sam Lewis (Australia), Sofia Ke (Cina), Federico Di Nisio (Italia), Maria Isabel Arce Blanco (Messico), Saania Singla (India), Edoardo Terribilini (Svizzera), Leonardo Brini (Italia), Edoardo Cavrini (Italia), Ayana Horai (Giappone), Deng Shiyuan (Cina), Ana Rita Nogueira Da Souza (Portogallo), Amelia Walker (Regno Unito), Mohanad Aglan (Egitto), Ian Mcdonald (Stati Uniti), Fernanda Castro (Peru) e Marija Yankovich (Serbia).

«Carpe Noctem, un invito a cogliere le stelle prima che sia scesa la notte» spiega il Direttore Massimiliano Giornetti. «Metafora che incita a identificare il talento puro di un astro nascente, prima del suo affermarsi nel mondo della moda. È anche un’esortazione a riflettere sui cambiamenti sociologici legati al momento storico che stiamo vivendo, al desiderio della Gen Z di portare nuovi valori nell’industria, in quella che è la ricerca di una moda diversa. Nelle collezioni si ritrovano i temi maggiormente discussi dall'industria e per i nostri studenti anche più toccanti, come la diversità, l’inclusione, la sostenibilità, insieme a contenuti estremamente personali. Un vero spaccato delle individualità della nuova generazione di creativi».

Ogni collezione nasce dall’esigenza dei designer di esprimere la propria identità, infatti in tutte ritroviamo elementi o temi che hanno segnato e caratterizzato gli anni della loro crescita personale e professionale. Il desiderio comune è quello di rompere gli schemi e utilizzare la moda come tramite per mandare importanti messaggi sociali, culturali e rivoluzionari. In primo piano l’inclusione e la sostenibilità. Il tutto caratterizzato da una grande attenzione per l’upcycling, dalla capacità e l’ingegno di prendere un vecchio capo per poi trasformarlo completamente, dai bomber anni Novanta agli slip dress in seta anni Cinquanta, dalle divise alle lenzuola di lino di famiglia.

Eros Fengquin Yue (Matteo Oltrabella)

Istituto Marangoni Firenze quest’anno unisce arte e moda, mostrando come i due mondi siano complementari e incredibilmente significativi insieme. Il 15 giugno presso il Museo Marino Marini di Firenze sono state celebrate le migliori opere dei Multimedia Artists e dei Fashion Designer.

Everywhere, Here, Nowhere è un’esperienza che vede realtà e digitale unirsi, creando un dialogo innovativo. Noemi Messina, Adan Flores, Amane Aoyama e Marcella Olivieri sono i giovani studenti di Multimedia Arts che nel piano interrato del museo hanno dato vita a video installazioni e artwork in realtà aumentata dove la luce si annulla per lasciar spazio a un gioco di astrazioni e suoni avvolgenti. Tra le sculture del museo al piano terra sfilano le creazioni dei migliori studenti di fashion design: Laetitia Wen, Lucrezia Veltroni, Nicola De Piano, XingXing Su, Urtè Ilginyté, Alejandra Martine De Castro, Sana Kirshna, Montserrat Macias Cervello, Lydia Schneider e Ahijin Shim. Fiori, paesaggi e immagini astratte contraddistinguono un ambiente creato grazie all’incontro tra realtà e prospettiva digitale, creando un luogo magico dai confini sfocati dove insieme arte e moda generano una perfetta unione.

Viene presentato anche il nuovo progetto RE:MIXING THE CITY, nel quale gli studenti del corso di Multimedia Arts, sotto la guida del Digital Artist Andy Picci, hanno dato vita a un progetto su larga scala che coinvolge il centro storico di Firenze e include i sette luoghi più significativi nella storia della moda per la città, tra cui Palazzo Vecchio e la Chiesa di Orsanmichele. I luoghi-simbolo della città diventano lo sfondo di opere d’arte digitali e saranno valorizzati e resi visibili attraverso filtri Instagram creati con l’utilizzo della realtà aumentata.

Marangoni Firenze

L’Istituto Europeo di Design presenta REFLECT, un invito a riscoprire e ripartire da sé stessi, a specchiarsi per ritrovare il proprio essere.

«Viviamo a cavallo tra due millenni, per cui è importante riflettere su chi siamo e su chi vogliamo essere. Ultimamente ci siamo affidati molto ai social media per rappresentare noi stessi ma credo sia tornato il momento di guardarci negli occhi, in uno spazio pubblico, coi i lavori degli studenti che dialogano direttamente con gli invitati. Questo è lo specchio che abbiamo in mente, qualcosa di antico e contemporaneo allo stesso tempo» dichiara Danilo Venturi, Direttore IED Firenze.

Piazza Ognissanti diventa così sfondo di un salotto a cielo aperto, impreziosita da una grande parete specchiante che si occupa di creare giochi di colore, riflessioni multiple e curiose asimmetrie. Una volta calato il sole, le capsule vengono esposte sotto luci soffuse regalando un racconto silenzioso e introspettivo dei giovani designer, dove ogni outfit rivela la sua riflessione personale.

IED ha selezionato le migliori capsule uomo/donna in tutte le sue sedi, scegliendo tra questi i 10 designer più promettenti.

Persona di Giulia di Bitonto - IED Milano, You may as well bloom di Federica Tomei - IED Roma, Anestetico di Paolo Belleri - IED Firenze, Indoor generation re-drawing reality di Francesca Caranzano - IED Torino, Helter Kobayashi di Riccardo Cotta e Matteo Mojana - Accademia di Belle Arti Aldo Galli Como, Kaì di Chiara Autiero - IED Cagliari, Pop Porn di Giaco di Paolo - IED Barcelona, Seis y Cuatro di Olalla García Robles - IED Madrid, Feral di Rodrigo Evangelista - IED São Paulo, Love di Erica Rosa - IED Rio.

Corpi che si incontrano e si ritrovano, abiti che si riuniscono al fisico e riscoprono la libertà dei movimenti: Body Meets Body Meets Body è il graduate fashion show di IED Milano che vede protagoniste le migliori collezioni di tesi 2021/22. Uomo, donna o genderless, in passerella vediamo abiti che si differenziano per l’espressione materica e concettuale della visione dell’individuo, delle sue dinamiche interne e delle sue forme. Tutti sono accomunati dalla profonda ricerca personale dei neo fashion designer Lorenzo Attanasio, Luca De Prà, Lorenzo Pezzotta, Cecilia Marcedas Ruppert con Ana Laura Espinosa, Marinela Djurdj, Davide Gabriele, Michelle Furlanetto.

«Con la sfilata-party Body Meets Body Meets Body vogliamo festeggiare il ritorno alla partecipazione, al contatto fisico e all'incontro» dichiara Olivia Spinelli, Coordinatrice e Creative Director di IED Moda Milano. «Accanto ai modelli e le modelle, animano le collezioni dei giovani designer i performer di Kataklò, per ricordare che la creatività e il progetto sono cosa viva e che dietro a ogni outfit c'è il corpo e il movimento».

Atlas di Lorenzo Pezzotta ha una natura sperimentale e destrutturata, lo scopo è quello di rappresentare visivamente il «principio di sospensione» offrendo un atlante visuale di una condizione intangibile. Distensione, cristallizzazione e materia sono le parole chiave della collezione, il cui sviluppo è fondamentale dalla scelta delle fibre: lino, seta e cotone rielaborati.

Ispirandosi a Il Visconte dimezzato di Italo Calvino, Luca De Prà in Dividit mette in risalto le forme del corpo maschile sottolineando come possano alterarsi in modo da ottenere una figura idealizzata. Da classici cappotti formali e giacche sartoriali vediamo la collezione evolversi con gonne e abiti con crinolina.

Cecilia Marcedas Ruppert e Ana Laura Espinosa mostrano tutto il loro amore verso la maglieria, sfruttando la versatilità della lana vergine per la loro collezione The House is vile. L’obiettivo è quello di creare abiti che sfidino le idee di “normale” e “naturale” riflettendo il grottesco e il perverso tramite forme inorganiche e giocando con il colore.

Tangibili ricordi di Michelle Furlanetto è un omaggio al rammendo, un’arte ereditata dai nonni, al riutilizzo e all’esaltazione del difetto. Il restauro è alla base della collezione, realizzata con capi, tessuti e filati destinati allo scarto e sottoposti a un processo di tintura naturale con estratti di rape rosse, pigmenti di robbia, mallo di noce, orzo e caffè.

Davide Gabriele svolge un’indagine sulla Generazione Z: cosa indosserebbero i giovani nati a partire dal 1995? ZENERATION propone una collezione denimwear di riuso, smontati e rimontati. Sfrutta l’elasticità dei filati naturali per maglieria adattabile a ogni tipo di corporatura e voluminosi outwear tecnici con materiali innovativi come ultra light nylon e microripstop termosensibile.

Fuori tempo fuori luogo è un inno al tradizionale abito della Romania: ricami e volumi vengono trasportati su una linea di capi destinati a una moderna donna in carriera. Marinela Djurdj lancia un messaggio di riscatto femminile, una donna proiettata all’indipendenza che riesce a riscattarsi da una delimitazione rurale e popolare.

Lorenzo Attanasio con Collateral Beauty crea due dimensioni: una concettuale, l’altra fisica. Inizialmente viene evidenziata la visione interiore che si manifesta nelle linee e nelle curve che costruiscono un’estetica dinamica. In seguito troviamo il concetto “abito casa” dove l’abito accoglie l’individuo, che lavora per la ricostruzione del proprio io, in ampi volumi che trasmettono tranquillità.

Cecilia Marcedas Ruppert e Ana Laura Espinosa (Rosdiana Ciaravolo/Getty Images for IED)

I giovani designer all’ultimo anno dell’Istituto Modartech hanno avuto la possibilità di lavorare in fabbrica e di ideare nuovi capi per poi realizzarli, scoprendo da vicino i processi fondamentali dietro la produzione di una collezione. Questo grazie a Zerosettanta Studio, storico marchio della famiglia Landi, che ha dato vita a una collaborazione mettendo in primo piano i giovani. Al termine di questo progetto didattico, i capi delle studentesse Erika Guarino e Carlotta Citi sono stati esposti in Pitti Uomo all’interno della collezione SS 2023 del brand.

Ispirata ai valori e ai sapori della Toscana, la collezione sviluppata da Erika Guarino mira ad avvicinare le forme dei capispalla tradizionali dei Butteri alle proprietà dei capi più tecnici: tessuti hi-tech si accostano a dettagli vintage, imbottiture leggere e sintetiche caratterizzano capi che travalicano le stagioni, per essere indossati in città e in weekend open air.

Carlotta Citi si ispira invece al film The Family Man esplorando la possibilità di far convivere il vecchio e il nuovo, selezionando capi da guardaroba formale rinfrescandoli con forme, materiali e texture casual e più giovanili, per creare una collezione sportswear maschile e metropolitana, composta da capi versatili dall’anima urban, con attenzione ai dettagli che diventano identificativi: contrasti estetici, tattili, visivi dati dalla ricercatezza dei materiali e dall’originale mix di stampe.

Torna YOUNG ITALIAN START UP AROUND THE WORLD, la quinta edizione che vede la collaborazione tra Agenzia ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane - e la direzione Pitti Tutoring & Consulting. Sostenere e valorizzare il Made in Italy, è questo l’obiettivo del progetto che vede esposti i suoi giovani brand in un’area speciale della Fortezza da Basso.

L’innovazione e lo stile nordico torna al Pitti rinnovando la sua collaborazione internazionale più solida, Scandinavian Manifesto. Tra i fashion designer emergenti e brand consolidati provenienti da Danimarca, Svezia e Norvegia quest’anno troviamo nomi come Berner Khul, Rue de Tokyo, Soulland e Les Deux.

Inclusività, dialogo e accoglienza non sono mai stati così necessari. La Fondazione Pitti Discovery è alla continua ricerca di nuovi talenti, ma anche sensibile alle continue ondate di nuove tendenze e necessità. Ukrainian Fashion Now! è uno dei progetti speciali di questa edizione del Pitti, realizzato in collaborazione con Fondazione CR Firenze, vede la presentazioni delle collezioni di 11 designer ucraini.

Bobkova, creato dalla stilista Kristina Bobkova, propone un abbigliamento casual ma distintivo caratterizzato dal taglio giapponese e dai tessuti tecnici con finiture insolite. Gudu pone la donna al centro della scena conferendole sicurezza e autenticità. Con look luminosi, Lasha Mdinaradze sperimenta forme e colori valorizzando il corpo attraverso silhouette sensuali e sartoriali. Gunia Project rispolvera l’arte dell’artigianato ucraino dando vita a nuovi oggetti moderni e di tendenza. Nataliia Kamenska e Maria Gavryluk, fondatrici del brand, vogliono preservare e raccontare il patrimonio tradizionale ucraino.

Valeria Guzemasi ispira a forme semplici, valorizzandole con oro e diamanti. Guzema Fine Jewelry è un marchio profondamente artigianale, ogni pezzo è realizzato a mano dalle giovani generazioni di gioiellieri che lavorano nell’atelier di Guzema in Ucraina. Katerina Kvit propone un look femminile dalle linee semplici e materiali sofisticati, un perfetto stile sport chic che coniuga la praticità con la femminilità.

«There is no wrong side» è questo lo slogan della designer Lilia Litkovskaya, la sua collezione è caratterizzata da capispalla double-face e denim rovesciato, rivelando la meticolosa attenzione al dettaglio. Fondato da Olga e Tanya, Manufacture de Lin è il frutto del pensiero delle due amiche: creare capi consapevoli, semplici e belli da indossare tutti i giorni con biancheria colorata che possa far sentire chi la indossa sempre a proprio agio. Oberig non presenta semplici gioielli, ma simboli e tradizioni senza tempo. Tetiana Kondratyuk crede nella natura e nella fede di innumerevoli generazioni, i suoi gioielli vogliono dar forma a questo profondo significato. La designer Liliia Poustovit trae ispirazione dalle opere di artisti ucraini come Alexandra Exter, Tatiana Yablonska per le sue stampe.

Abiti fluidi e codici estetici tradizionali si uniscono e danno vita a Poustovit, realizzando abiti che sottolineano l’equilibrio tra sensualità e vigore. Viktor Anisimov promuove l’idea di realizzare un guardaroba universale contraddistinto da abiti compatibili tra loro utilizzando la minima quantità di materiali, così da adattarsi a qualsiasi circostanza. Yulia Yefimtchuk ha un approccio non convenzionale, il suo brand si ispira alla nostalgia dell’Unione Sovietica degli anni Venti-Ottanta. Dal taglio forte e minimalista, presenta uniformi e abiti da lavoro unisex.

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Elisabetta Cillo