Marocco in Wonderland: il nuovo e colorato volto dell'Africa
Elisa De Santis
Lifestyle

Marocco in Wonderland: il nuovo e colorato volto dell'Africa

Reportage realizzato alle porte della Kasbha Ait- Benhaddou, da una giovane cooperante, per descrivere e raccontare l'arte marocchina, tra misteri e verità

Un’Arte Migrante, volta pagina, è descritta da Elisa De Santis, giovane cooperante, l’estate scorsa, durante un viaggio di lavoro, alle porte della Kasbha Ait- Benhaddou (patrimonio UNESCO e set per diversi imponenti produzioni cinematografiche, come il film e premio Oscar Il Gladiatore) fatta non di delegati politici, ma di gente comune, per interpretare a modo suo, quello già scritto sulle carte delle organizzazioni internazionali, decidendo (a suo dire) di attraversare luoghi nuovi, per raccontare colori e cose non note, dell’affascinante Marocco, mai svelato al grande pubblico.

La Cooperazione Internazionale, nell’ultimo decennio, si avvale d'imponenti strumenti di analisi (accademici e non solo); da quello naturale, legato al territorio, a quello antropologico, spesso visto come di confronto tra le varie civiltà. Oggi, in questo settore si continua a mantenere una doppia direzione, da un lato complessa (data da vicende politiche internazionali e interne), e dall’altra schietta, spesso indicata come sinomino di “unità”. Quest’ultima, è rivolta a una società vittima del materialismo, consumismo e cinismo, la quale spera, attraverso l’umanità, che spesso traspare da un mestiere come quello del cooperante, una risposta “genuina” e soprattutto di “equilibrio” emotivo e fisico. La letteratura migrante lo sta insegnando, grazie ad autori post-coloniali di grande spessore locale e internazionale come Okri e lo stesso scrittore egiziano, di nuova generazione, Aladdin.

Da Marakech, al centro della Medina, ai cappellini di lana realizzati a mano al Souk di Essaouira, il Marocco si racconta con una pagina del tutto nuova, e lontana dai vecchi e storici stereotipi. È una terra ricca di colori e sfumature, quella interpretata dalla giovane fotografa, che tra le spezie profumate e colorate utilizzate tipicamente nella cucina marocchina, alla polvere di colore da diluire con acqua, ci si riesce a perdere nel cuore del Souk della città di Marrakech, dove ci si può trovare un venditore di frutta secca, di tutti i tipi e colori.

Le dune
Un viaggio nelle otto meraviglie marocchine, che nel ricordo si trasformano in qualcosa di meraviglioso, come nei mille tappeti berberi realizzati da una cooperativa ad Ait-Banhaddou. Dalle dune di Erg Checaga, regione desertica del Marocco ai confini con l’Algeria, la terra, che nella storia e nell’immaginario collettivo è stata sempre un ponte, una sorta di colonna d’ercole tra l’Africa e l’Europa, in questi scatti, ne diventa un viaggio nel paese delle meraviglie più nascoste, oserei invisibili, della terra del sol levante, e come in tutte le avventure, si compone di ricordi vecchi e nuovi.

Luce nuova
Dalle pagine e dai mille colori, l’autrice ci invita a riappropriarci di una “luce nuova” come le numerose e diverse lampade vendute al Souk di Marrakech, alle porte della città di Kasbha Ait- Benhaddou. Oltre a ciò, la cooperazione e il mestiere del Cooperante Umanitario, ricerca nella Fotografia, una straordinaria macchina di denuncia di stampo politico e sociologico, ma anche di arte, che oggi chiameremo migrante, non fatta di parole, ma di immagini a volte scure, cruenti, e spesso magiche, ricche di molte (e ancora) verità nascoste.

Elisa De Santis
Souk (mercato) di Marrakech. Negozio di lampade marocchine.

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Giuseppe Giulio

Napoletano, ma residente a Fiuggi. Laureato in Scienze Politiche per la Cooperazione e lo Sviluppo. Ha pubblicato nel 2009 una prima silloge in lingua inglese dal titolo “Northern Star” edito da Altromondo. Collabora con Roma Tre e UNICEF.

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