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Trecento poltrone per due

Da qui al 2020 sono centinaia i posti di comando da occupare. Di Maio e Salvini non vogliono perdere l'occasione

In copertina - Trecento poltrone per due

Convolati finalmente a nozze, Luigi Di Maio e Matteo Salvini (che pure restano agli antipodi per diversità culturale, politica e antropologica) sono pronti a prendersi l’Italia.
Tra presidenti, amministratori delegati e consiglieri, aziende pubbliche, partecipate, banche e società finanziarie, 5 Stelle e Lega stanno per mettere le mani sul potere vero, quello che gestisce denaro, consenso e assunzioni. Un banchetto sontuoso, con una gigantesca infornata di nomine pubbliche e l’assegnazione di circa 350 poltrone in posizioni apicali da qui al 2020. Con un pericolo concreto, soprattutto per i 5 Stelle che, reclutando sul campo, rischiano di affidare incarichi strategici a chi non ha gli strumenti per fare bene.
E l’opposizione, tutti quelli che sono rimasti fuori? Di fronte a un’alleanza basata su un accordo di potere, che punta a emarginare tutti gli altri, l’idea (e la tentazione) è quella di evitare che il governo giallo-verde possa andare avanti oltre la prossima primavera, facendolo cadere prima che metta radici troppo profonde.

STORIE - Il nostro amore che sembra così strano

L’amore che raccontiamo in questo servizio è quello di Elena Wenk e di Massimo Zanirato, di Como. Perché è strano? Perché Massimo, 54 anni, due anni fa ha incontrato lei, Elena, 20 chili per un metro e 30 d’altezza, costretta da 50 anni su una sedia a rotelle da una malattia neurodegenerativa, l’atrofia muscolare spinale; se ne è innamorato (ricambiato) e l’ha sposata.  «La gente pensa che siamo matti o che c’è qualcosa sotto» raccontano a Panorama. «Ma noi siamo felici così».

STORIE - Il miglior amico del soldato

Si chiamano Bordeaux, Venus, Tazmania. Con tanti altri «colleghi», sono la squadra speciale dell’esercito che trova le trappole esplosive. Ubbiscono, e lo fanno a quattro zampe. Perché sono cani (pastori tedeschi e pastori belga malinois), addestrati al Centro militare veterinario di Grosseto per fiutare trappole esplosive, autobombe, ordigni nascosti, e individuare elementi ostili nei pattugliamenti prima che vengano avvistati dai soldati. La morte di uno
di questi «eroi con la coda» , un mese fa, è finita sui giornali ed è stata un lutto per tutti i militari con cui rischiano la vita.

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Redazione