Tasse sulla casa: sempre più salate
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Tasse sulla casa: sempre più salate

Il carico fiscale sugli immobili ha sfondato il tetto di 50 miliardi di euro

Il peso delle tasse sugli immobili degli italiani ha sfondato quota 50 miliardi di euro, di cui 38 a carico delle famiglie. Come rivela Panorama nel numero in edicola da giovedì 2 aprile, basandosi su un’indagine condotta dal centro studi ImpresaLavoro, il totale delle imposte gravanti a vario titolo sugli immobili in Italia (a carico sia dei soggetti privati che di professionisti e imprese) è cresciuta rapidamente negli ultimi quattro anni, passando dai 38 miliardi del 2011 agli oltre 50 del 2014. Sulle sole famiglie, il rincaro complessivo è stato nel periodo di 7,2 miliardi (da 31,0 a 38,2), con una crescente incidenza delle imposte di tipo patrimoniale (da 16,1 a 27,5).

«Stai bene? Vi arrivano i missili? Stai attento». «Qui i fratelli si sacrificano». Così, intercettato in Siria, dialoga con i suoi genitori il marocchino Anas El Abboudi, 22 anni, 12 dei quali vissuti a Vobarno, un paese vicino a Brescia: è lui il «foreign fighter» al centro dell’operazione Balkan connection che il 25 marzo ha smantellato la prima cellula di terroristi islamici in Italia. La sua storia, raccontata su Panorama, spiega come un bambino, che i compagni chiamavano per scherzo «il talebano», possa diventarlo per davvero.

Dopo la tragedia della Germanwings, su Panorama i piloti d’aereo si interrogano sulla sicurezza in cabina, sulla fiducia verso i colleghi, ma anche sulla loro professione. Perché stare ai comandi non è più come in passato: gli stipendi si sono abbassati, le ore di lavoro sono aumentate, si diffondono sempre più i contratti «a cottimo», che spingono a lavorare anche in condizioni non ottimali. Ma Panorama racconta anche che in futuro il trasporto aereo potrebbe addirittura fare a meno dei piloti, visto che i droni sono già una realtà e un volo civile senza  guida è già più che un’ipotesi.  

L’assoluzione in Cassazione di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito? Panorama in edicola spiega che la sentenza che ha scandalizzato il mondo è soltanto la punta dell’iceberg: alla Suprema corte, nel 2014, appena il 14,7% di oltre 53 mila processi è finito con una sentenza definitiva che ha confermato quella di appello. Tutto il resto è finito in annullamenti, con o senza rinvio a un’altra corte. Oppure è finito direttamente nel nulla, perché il ricorso era stato ritenuto «inammissibile». Ed è la rappresentazione plastica della crisi della giustizia italiana.

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