Erotico, snob
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Erotico, snob

Andrew Richardson fa controcultura con un giornale dedicato all’estetica porno

Nel  1992, un imbarazzatissimo Andrew Richardson, giovane e promettente stylist “importato” dal sud-est dell’Inghilterra, girava per i sexy shop gay di New York in cerca di materiale pornografico per il libro di foto erotiche Sexdi Madonna, a cui lavorava come assistente di Steven Meisel.

Di famiglia  conservatrice, sentire parlare di pratiche estreme come “croci di Sant’Andrea” e  “animal play” lo turbava un po’, ma sarà stato l’ascolto ripetuto di Bad  Girl e Deeper  and Deeper, fatto sta che sei anni più tardi, una versione molto più smaliziata dello stesso fondava un magazine interamente dedicato al porno, dandogli persino il proprio  nome.

Snobissimo, super-sofisticato e intellettuale, Richardson, che dal 2010 esce una volta all’anno, è diventato un cult, con 6 mila copie  vendute e un forte seguito in Giappone. (…) Va da sé che nella chiacchierata con Flair,  il 46enne direttore ed editore, che cammina a un metro da terra, appaia estremamente preoccupato di essere percepito come un “auteur” piuttosto che un «masturbatore incallito».

Cosa  l’ha spinta a lanciare Richardson?

(…)  Ho scoperto che mentre le attrici venivano celebrate da qualunque rivista, alle pornostar dava voce solo il discusso programma radio di Howard Stern. Così ho cercato di imitarlo su carta, sublimandolo. Ogni numero di Richardson ha una  pornostar in copertina, che intervisto come il New  Yorker  farebbe  con Meryl Streep. Per inciso, le attrici porno sono molto più intelligenti di quanto si creda.

Se Richardson non è un magazine porno, allora cos’è?

Un esperimento antropologico con un approccio molto analitico, quasi scientifico. La pornografia è intrattenimento, il suo obiettivo la stimolazione erotica e l’orgasmo. Richardson invece mira a ricontestualizzare il sesso per stimolare la mente. È una rivista asessuale di sesso, per certi versi l’anti-porno. Non la penso mai in una dimensione erotica. Sono un maschio eterosessuale, le donne mi piacciono  parecchio e ho visto un bel po’ di porno nella vita.

Ma rifiuto l’etichetta di masturbatore compulsivo, uno che si scopa tutte le pornostar. Richardsonè lavoro, un progetto creativo. L’intento è la provocazione, il sesso solo lo strumento che uso per farlo. Per questo, accanto a un reportage sul colosso del feticismo Kink.com, con accurata descrizione delle pratiche più spericolate, trova spazio un lungo saggio sull’amore.

Come  mantiene alto il livello di trasgressione se, come diceva, oggi non ci sono più  tabù?

Ad  esempio, pubblicando un servizio di Leigh Ledare in cui la madre del fotografo fa sesso con uomini incontrati online. L’obiettivo è vedere fin dove posso spingermi a provocare senza che mi  arrestino.

(…)

Il  prossimo numero su cosa verterà?

È  presto per dirlo, mancano ancora molti mesi. Di sicuro il format sarà diverso, con un’impaginazione più aggressiva. Per quanto riguarda i contenuti, invece, sto lavorando al dibattito sulla circoncisione.

(…)

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Costanza Rizzacasa d'Orsogna