Democrazia Digitale: scarica gratis l'ebook
Una goccia di consapevolezza nel caos che è sotto i nostri occhi. Dieci autorevoli pensatori stimolati dalla curatrice Barbara Carfagna
Esiste una stanza per la democrazia nel futuro dell’era digitale?
Le fake news, infinitamente più potenti che nel passato, costruite e distribuite come armi di precisione, minano le ultime garanzie di un’informazione obiettiva ma questo è solo l’aspetto più visibile del problema. Intrusioni informatiche, intelligenza artificiale, sorveglianza e profilazione di massa… in Cina la combinazione tra riconoscimento facciale e un nuovo rating reputazionale che valuta i comportamenti dei cittadini (rilevati ovunque grazie a webcam e sensori) modificherà per sempre la condotta dei singoli, ridisegnandone la stessa identità;come già avviene (in parte e con benefici individuali rilevanti per tutti) a Singapore. Si assottiglia sempre di più la barriera tra pubblico e privato, che è stata alla base della nascita stessa della Democrazia.
Tuttavia non c’è bisogno di andare oltreoceano.
In Gran Bretagna nel 2016 è passato in sordina l’Investigatory Power Act, che permette alla polizia di accedere ai dati dei cittadini e alle tracce, ad esempio delle loro ricerche online, senza che siano neanche indagati.
Anche se la Corte recentemente ha dichiarato il provvedimento illegale c’è da domandarsi: come siamo arrivati a tutto questo senza che tutti i cittadini siano a conoscenza di ciò che accade alla loro copia digitale?
Senza che abbiano votato per questo? Senza che ci siano movimenti di cittadini a pretendere di sedere al tavolo quando governi e aziende tech prendono le decisioni? Soprattutto, continuando ad assistere a campagne elettorali basate su gossip e colpi ad effetto che distraggono dai veri temi che dovrebbero essere al centro del dibattito e che vengono invece discussi solo da una piccola élite senza che la massa
dei cittadini ne intraveda la potenza?
I proprietari dei socialnetwork sono sotto accusa e hanno dimostrato di non saper gestire neanche loro le conseguenze dei comportamenti degli algoritmi (ad esempio in campagna elettorale o nella prevenzione e monitoraggio del terrorismo). Le guerre non vengono più dichiarate ma ci sono, solo che seguono modelli finora ignoti e soprattutto invisibili a occhio nudo. Ad essere hackerata e manipolata in qualche modo sembra essere la nostra mente, la consapevolezza, la conoscenza, la coscienza.
Questo ebook vuole essere una goccia di consapevolezza nel caos che è sotto i nostri occhi e in cui probabilmente la politica dovrà navigare per almeno altri cinque anni prima di entrare in una fase più strutturata (che potrebbe essere fatta di dittature matematiche come, all’opposto, di governi open).
Dieci autori, stimolati dalla curatrice Barbara Carfagna, ci guidano.
I filosofi Luciano Floridi (direttore del Digital Ethic Lab dell’Università di Oxford) e Julian Nida Rumelin (professore di Filosofia e Politica all’Università di Monaco, ex Ministro in Germania) offrono il quadro globale in cui si muove la rivoluzione politica nel digitale; il sociologo Derrick De Kerkhove (creatore dei termini “datacrazia” e “intelligenza connettiva”) e l’antropologa digitale Crystal Abidin analizzano il caso Singapore, modello della “società perfetta” con il più alto Pil della felicità, in cui è nato il primo Govtech.
Michele Mezza, giornalista e professore, offre una prospettiva spietata dei poteri dell’intelligenza
artificiale e dell’algoritmo governativo. Massimo Chiriatti, tecnologo, spiega i pro e contro dell’applicazione del controllo matematico e del registro digitale (blockchain) ai sistemi e ai processi.
Arturo Di Corinto, attivista e saggista, illustra le conseguenze per la democrazia della decisione di abolire la net neutrality. Il diplomatico Giampiero Massolo (Presidente dell’ISPI, Presidente Fincantieri, alla guida del DIS fino al 2016) e il professor Lior Tabansky (Istituto Blavatnik Interdisciplinary Cyber research center Università di Tel Aviv) ricontestualizzano i confini geografici e le capacità di influenza alla luce delle guerre informatiche visibili e invisibili.
Geoff Mulgan (CEO della fondazione Nesta, che potenzia gli esperimenti di innovazione digitale a impatto sociale) e Audrey Tang (Hacktivist e Ministro digitale di Taiwan) ci lasciano intravedere possibili soluzioni, già in fase di sperimentazione: innovazioni per una democrazia digitale più matura, dopo la prima fase “medievale” che ha gettato nel caos la politica tradizionale.
Buona lettura.
Democrazia Digitale, a cura di Barbara Carfagna
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