L’impossibile possesso: in amore non fare come quell’ingordo del cloro
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L’impossibile possesso: in amore non fare come quell’ingordo del cloro

Io salirò sulla montagna – l’altezza mi chiama, voglio averla – l’ascendo – la domino; ma la montagna come la posseggo? Ben son alto sulla pianura e sul mare; e vedo il largo orizzonte che è della montagna; ma tutto …Leggi tutto

Io salirò sulla montagna – l’altezza mi chiama, voglio averla – l’ascendo – la domino; ma la montagna come la posseggo? Ben son alto sulla pianura e sul mare; e vedo il largo orizzonte che è della montagna; ma tutto ciò non è mio: non è in me quanto vedo, e per più vedere non mai «ho visto»: la vista non la posseggo.

– Il mare brilla lontano; in altro modo esso sarà mio; io scenderò alla costa; io sentirò la sua voce; navigherò sul suo dorso e… sarò contento. Ma ora che sono sul mare, l’orecchio non è pieno d’udire e la nave cavalca sempre nuove onde e «un’ugual sete mi tiene»: se mi tuffo nel mare, se sento l’onde sul mio corpo – ma dove sono io non è il mare; se voglio andare dove è l’acqua e averla – le onde si fendono davanti all’uomo che nuota; se bevo il salso, se esulto come un delfino – se m’annego – ma ancora il mare non lo posseggo: sono solo e diverso in mezzo al mare.

Né se l’uomo cerchi rifugio presso alla persona ch’egli ama – egli potrà saziar la sua fame: non baci, non amplessi o quante altre dimostrazioni l’amore inventi li potranno compenetrare l’uno dell’altro: ma saranno sempre due, e ognuno solo è diverso di fronte all’altro. – Gli uomini lamentano questa loro solitudine, ma se essa è loro lamentevole – è perché, essendo con se stessi, si sentono soli: si sentono con nessuno e mancano di tutto.

(…).

Così quando due sostanze si congiungono chimicamente, ognuna saziando la determinazione dell’altra cessano entrambe dalla loro natura, mutate nel vicendevole assorbimento. La loro vita è il suicidio.

Per esempio il cloro è sempre stato così ingordo che è tutto morto, ma se noi lo facciamo rinascere e lo mettiamo in vicinanza dell’idrogeno, esso non vivrà che per l’idrogeno. L’idrogeno sarà per lui l’unico valore nel mondo: il mondo; la sua vita sarà unirsi all’idrogeno. E questo sarà luce a ognuno degli atomi del cloro nella loro breve vita alla vicina via della compenetrazione. Ma soddisfatto l’amore, la luce anche essa sarà spenta, e il mondo sarà finito per l’atomo di cloro.

Poiché la presenza dell’atomo d’idrogeno avrà fatto palpebra all’occhio dell’atomo del cloro, che non vedeva che idrogeno, e gli avrà chiuso l’orizzonte, che era tutto idrogeno. Il loro amore non è per la vita soddisfatta, per l’essere persuaso, bensì pel vicendevole bisogno che ignora la vita altrui. I loro due mondi erano diversi ma correlativi così che dall’amplesso mortale avesse d’attender poi e soffrir la sua vita: l’acido cloridrico.

Carlo Michelstaedter, La persuasione e la rettorica, Einaudi

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Daniela Ranieri

Daniela Ranieri vive a  Roma, anche se si domanda perché ciò dovrebbe avere importanza in questa sede. Ha fatto reportage e documentari per la tv. Ha fatto anche la content manager, per dire. Vende una Olivetti del '79, quasi  nuova. Crede che prendere la carnitina senza allenarsi faccia bene uguale. Ha pubblicato il pamphlet satirico "Aristodem. Discorso sui nuovi radical chic" e il romanzo "Tutto cospira a tacere di noi" (entrambi Ponte alle Grazie) 

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