Qualità, innovazione e ambiente
Le concerie Dani di Arzignano trattano la pelle per la migliore selleria Audi e Bmw
Prendete in mano il vostro iPhone. Se è protetto da una custodia in pelle, sappiate che la materia prima dell’involucro nasce nell’enorme capannone del Gruppo Dani di Arzignano, la patria italiana delle concerie. Altro esperimento, per i possessori di Bmw, Audi o Volkswagen: anche il pellame che ricopre i vostri lussuosi interni probabilmente viene dalla stessa azienda. Lo stesso vale per chi indossa scarpe Tod’s e Hogan. O siede su una poltrona Frau.
L’azienda è nata 50 anni fa in un cortile, dove Angelo Dani costruisce un bottale artigianale per lavorare le pelli. Oggi suo figlio Giancarlo, 66 anni, ha trasformato quel retrobottega nella conceria più innovativa d’Italia: "Facciamo la pelle migliore del mondo" dice con orgoglio. "Tutti i prodotti sono tracciati, certificati e lavorati in Italia. E parte degli scarti di produzione sono usati nell’agricoltura". Tanto da aver convinto l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a consegnare nel 2011 a Giancarlo Dani il Premio nazionale per l’innovazione, vista l’attenzione per ambiente e sostenibilità. Dal 2009, il gruppo vicentino ha quadruplicato il suo fatturato, arrivando a 200 milioni di euro. In Italia dà lavoro a 240 persone e ha aperto quattro fabbriche all’estero. Ma sopratutto continua a investire in ricerca e sviluppo. È stata la prima conceria al mondo a ottenere la certificazione "Carboon foot print", per avere ridotto le emissioni di CO2. E al Salone del mobile di Milano, dal 14 al 19 aprile, presenterà "Zero impact": una pelle trattata senza cromo destinata agli arredi di lusso.