Musica

Grammy Awards 2018: nelle nomination i "soliti noti"

Il 28 gennaio verranno assegnati a New York gli Oscar della musica. Jay-Z, Kendrick Lamar e Bruno Mars gli artisti con le maggiori possibilità di vittoria

Domenica 28 gennaio si terrà al Madison Square Garden di New York (dopo 15 anni di residenza a Los Angeles) la sessantesima edizione dei Grammy Awards, gli Oscar della musica, a partire dalle 19.30 ora locale.

In Italia la cerimonia verrà trasmessa nella notte tra domenica e lunedì 29 gennaio, a partire dall’una. Sarà possibile seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook dei Grammy Awards o sul sito del canale americano CBS. Non è stato ancora confermato se Sky trasmetterà la serata in diretta.

Il conduttore scelto per la serata è l’attore e comico inglese James Corden, un nome che è una garanzia di spettacolo e di divertimento, come sanno bene gli spettatori dei suoi irresisitibili Carpool Karaoke.

Davvero impressionante la lista degli ospiti che si esibiranno live nel corso della cerimonia: U2, Rihanna, Kendrick Lamar, Bruno Mars e Cardi B, DJ Khaled e Bryson Tiller, Kesha, Lady Gaga,P!nk,Sam Smith,Alessia Cara, Khalid e Logic,Elton John e Miley Cyrus, Little Big Town,Little Fonsi e Daddy Yankee, Brothers Osborne, Maren Morris ed Eric Church, Childish Gambino,SZA e Patti LuPone e Ben Platte in un tributo a Broadway.

Gli artisti che non hanno mai vinto un Grammy

Che cosa accomuna leggende del rock come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Chuck Berry, Queen, Led Zeppelin, The Who, Ramones, The Kinks, The Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Rush, Journey e Kiss a giganti dell'hip hop come Tupac Shakur, The Notorious B.I.G, Snoop Dogg, Nas e Run DMC, senza dimenticare artisti iconici come Bob Marley, Morrissey, Bjork e Iggy Pop?

Semplice, nessuno dei personaggi sopra elencati ha vinto, nel pieno della sua carriera discografica, un Grammy Award, l'equivalente musicale di un Oscar, salvo poi essere insigniti, in alcuni casi, di un Lifetime Achievement Award postumo, una sorta di pezza messa dalla Recording Academy per rimediare alla figuraccia fatta.

Non è certo una novità che la giuria dei Grammy, formata da artisti e tecnici statunitensi coinvolti nell'industria musicale, tenda a votare basandosi più sulla fama degli artisti che sull'effettivo valore delle incisioni dell'ultimo anno, salvo ignorare nomi più che meritevoli senza alcuna ragione apparente.

Back to black

In molti hanno sottolineato come le nomination di quest'anno invertano un trend per il quale Hollywood è stata spesso criticata, cioè quello di premiare in prevalenza attori bianchi.

Non a caso i quattro grandi favoriti per i Grammy 2018 sono tutti di colore: Jay-Z, candidato in ben otto categorie, Kendrick Lamar in sette, Bruno Mars in sei e la rivelazione SZA in cinque.

Fin qui, tutto bene: la musica black, a differenza del rock, salvo alcune lodevoli eccezioni(Queens of The Stone Age e Foo Fighters su tutti), gode di ottima salute negli ultimi anni, merito anche della ritrovata consapevolezza politica cresciuta intorno al movimento Black Lives Matter.

Lascia perplessi, però, la polarizzazione di nomination intorno ai soliti nomi, a prescindere dall'effettivo valore degli ultimi lavori.

Jay-Z

Appaiono sinceramente sproporzionate le 8 nomination per 4:44 di Jay-Z che, come sanno bene gli appassionati di hip hop, ormai dedica la maggior parte del suo tempo al business piuttosto che alla musica.

L'album 4:44 è un buon lavoro, di gran lunga superiore a quelli di tanti lugubri trapper di oggi, ma non è neanche lontanamente paragonabile ai suoi capolavori Reasonable doubt, The Blueprint e The Black Album, per cui appare più un premio alla carriera che non alle sue ultime canzoni.

Kendrick Lamar

Bene le sette nomination per Damn di Kendrick Lamar, che però, ultimamente, soffre di un preoccupante unanimismo, potendo vantare ormai un pubblico di ogni età, tra cui anche persone che non hanno mai acquistato un album rap in vita loro.

Damn è un disco più pop rispetto al capolavoro jazz-funk To pimp a butterfly, impreziosito da musicisti straordinari come Kamasi Washington, Thundercat e Robert Glasper, e ha suoni più contemporanei, che strizzano l'occhio al pubblico dei teenager.

Un ottimo album, è innegabile, ma Lamar è un po' il Roger Federer dell'hip hop, e non solo per la sua classe: la sua figura sovrasta le altre per la pochezza dei suoi rivali, si pensi a Lil Uzi Vert o ai Migos, rapper molto in voga oggi, di cui ci sfugge il talento.

Ci domandiamo se il buon Kendrick avrebbe avuto la stessa considerazione della critica se avesse pubblicato i suoi primi dischi in contemporanea con i lavori di debutto di Nas, Rakim, CL Smooth, Common, Mos Def e del compianto Guru, indimenticabile voce dei Gang Starr.

Bruno Mars

Anche le sei nomination a Bruno Mars appaiono esagerate, per un lavoro pur valido come 24K Magic, un album che, al netto degli eccellenti singoli 24K Magic, Versace on the floor e That's what I likesoffre l'ascolto a distanza di mesi per uno stile musicale fin troppo didascalico e derivativo.

Mars ha dichiarato che in 24 K Magic ha voluto rendere omaggio alle atmosfere della musica r&b con la quale è cresciuto all’inizio degli anni Novanta, periodo in cui la scena black era dominata da Bobby Brown, Blackstreet, Boyz II Men, Babyface e Teddy Riley, anche se in un paio di brani si avvertono gli echi del funk dei primi anni Ottanta di gruppi come Cameo, The Gap Band e Commodores.

Ben venga tornare indietro nel passato per rendere il suo personale tributo a un periodo felice della musica nera, che molti millennials conoscono poco per ragioni anagrafiche, ma è lecito attendersi, da un artista del talento di Bruno Mars, un guizzo o un’impronta di creatività di cui, spiace constatare, non ve n’è traccia in 24K Magic.

Harry Styles e Beck poco considerati

Appaiono incomprensibili, in ambito pop, le esclusioni di Harry Styles, che ha stupito tutti con l'eponimo album di debutto, e due nomination minori (come migliore video e come miglior produttore) a Beck, che ha pubblicato un gioellino policromo come Colors, meritevole di ben altra fortuna.

Assurda anche l'esclusione dalle categorie r&b e urban di un album straordinario come My Love Divine Degree di Cody ChesnuTT, uno dei migliori dischi black degli anni Duemila, destinato a essere rivalutato come una perla nascosta nel mare magnum del mainstream, il What's going on del ventunesimo secolo.

Il tormento(ne) Despacito

Un ultima considerazione su Despacito, il tormento(ne) estivo di Luis Fonsi & Daddy Yankee, oltre che la canzone più suonata nelle balere di periferia, candidato nelle due categorie più importanti, Record of the year e Song of the year.

Se dovesse vincere Despacito come migliore canzone dell'anno, allora tanto vale chiudere i Grammy Awards e rivalutare anche le edizioni più buie del nostro tanto criticato Festival di Sanremo.

Vediamo insieme chi sono i candidati nelle principali categorie dei Grammy.

Performance dell’anno

Childish Gambino, Redbone
Luis Fonsi & Daddy Yankee Feat. Justin Bieber, Despacito
Jay-Z, The Story of O.J
Kendrick Lamar, Humble
Bruno Mars, 24k Magic

Album dell’anno

Childish Gambino, Awaken, My Love!
Jay-Z, 4:44
Kendrick Lamar, Damn
Lorde, Melodrama
Bruno Mars, 24k Magic

Canzone dell’anno

Luis Fonsi & Daddy Yankee Feat. Justin Bieber, Despacito
Jay-Z, 4:44
Julia Michaels, Issues
Logic Feat. Alessia Cara & Khalid, 1-800-273-8255
Bruno Mars, That’s What I Like

Miglior artista emergente

Alessia Cara
Khalid
Lil Uzi Vert
Julia Michaels
SZA

Miglior performance pop solista

Kelly Clarkson, Love So Soft
Kesha, Praying
Lady Gaga, Million Reasons
Pink, What About Us
Ed Sheeran, Shape Of You

Miglior performamce pop in duo o gruppo

The Chainsmokers & Coldplay, Something Just Like This
Luis Fonsi & Daddy Yankee Feat. Justin Bieber, Despacito
Imagine Dragons, Thunder
Portugal. The Man, Feel It Still
Zedd & Alessia Cara, Stay

Miglior album pop tradizionale

Michael Bublé, Nobody But Me (Deluxe Version)
Bob Dylan, Triplicate
Seth MacFarlane, In Full Swing
Sarah McLachlan, Wonderland
AA.VV., Tony Bennett Celebrates 90

Miglior album pop

Coldplay, Kaleidoscope EP
Lana Del Rey, Lust For Life
Imagine Dragons, Evolve
Kesha, Rainbow
Lady Gaga, Joanne
Ed Sheeran, ÷ (Divide)

Miglior album dance/elettronico

Bonobo, Migration
Kraftwerk, 3-D The Catalogue
Mura Masa, Mura Masa
Odesza, A Moment Apart
Sylvan Esso, What Now

Miglior canzone rock

Leonard Cohen, You Want It Darker
Chris Cornell, The Promise
Foo Fighters, Run
Kaleo, No Good
Nothing More, Go To War

Miglior album rock

Mastodon, Emperor Of Sand
Metallica, Hardwired…To Self-Destruct
Nothing More, The Stories We Tell Ourselves
Queens Of The Stone Age, Villains
The War On Drugs, A Deeper Understanding

Miglior album alternative

Arcade Fire, Everything Now
Gorillaz, Humanz
LCD Soundsystem, American Dream
Father John Misty, Pure Comedy
The National, Sleep Well Beast

Miglior album urban contemporary

6LACK, Free 6LACK
Childish Gambino, Awaken, My Love!
Khalid, American Teen
SZA, Ctrl
The Weeknd, Starboy

Miglior album r’n’b

Daniel Caesar, Freudian
Ledisi, Let Love Rule
Bruno Mars, 24K Magic
PJ Morton, Gumbo
Musiq Soulchild, Feel The Real

Miglior album rap

Jay-Z, 4:44
Kendrick Lamar, Damn.
Migos, Culture
Rapsody, Laila’s Wisdom
Tyler, The Creator, Flower Boy

Miglior video musicale

Beck, Up All Night
Jain, Makeba
Jay-Z, The Story of O.J.
Kendrick Lamar, Humble
Logic Featuring Alessia Cara & Khalid, 1-800-273-8255


AFP PHOTO / SUZANNE CORDEIRO
Jay-Z è candidato a 8 Grammy per "4: 44"

I più letti

avatar-icon

Gabriele Antonucci