Storie di «persone normali»
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Storie di «persone normali»

«Per me era importante dimostrare di essere una persona speciale. E nel mio tentativo di dimostrarlo, l’ho reso vero».

Il terzo romanzo di Sally Rooney - Dove sei, mondo bello - è uscito solo qualche settimana fa ma con oltre 157.203 valutazioni e quasi 20.000 recensioni su Goodreads è facile definirlo un successo. Come per gli altri lavori dell’autrice anche il nuovo libro, edito da Einaudi, esplora amore e amicizia offrendo una risposta a quella domanda che ha caratterizzato il lavoro della Rooney dal suo debutto: Mentre il mondo crolla intorno a noi, è moralmente difendibile dedicare la tua vita all’amore?

Sally Rooney (Simone Padovani/Awakening/Getty Images)

Dopo aver scalato le classifiche dei best seller e aver trasformato il suo secondo romanzo (Persone normali) in una delle serie più viste del 2020, Sally Rooney - classe 1991 - ha a tutti gli effetti creato un nuovo stile di scrittura, trasparente e sempre in bilico tra consapevolezza struggente e cliché. In un mondo segnato dalla pandemia, non si cerca più di fuggire nella fantasia, ma si prende consapevolezza anche nella lettura, abbracciando la malinconia del quotidiano.

Sul social media TikTok (il preferito dalla Gen Z) l’hashtag #normalpeople ha accumulato oltre 6,2 miliardi di visualizzazioni, mentre l’ultimo romanzo ha già superato i 4 milioni. Ma il suo successo non si limita alle nuove generazioni. Il giudice dei British Book Awards, Sig Abel, ha infatti dichiarato come «sia decisamente probabile che Sally Rooney stia diventando la principale figura letteraria del nostro tempo, un talento generazionale. Leggeremo ancora Persone normali tra cinque anni e tra cinquanta». Persino il premio Nobel Kazuo Ishiguro ha definito il debutto della Rooney «un evento davvero significativo» per il mercato letterario.

Ansa

Il realismo psicologico è ciò in cui l’autrice indubbiamente eccelle, riuscendo a esaminare quella disillusione che tutti sembriamo provare. «Non ci sei tu senza gli altri» ha una volta raccontato la Rooney in un’intervista. «Non c'è versione di te che non sia costantemente influenzata da tutti gli altri nella tua vita». Così i suoi personaggi ci appaiono sempre più reali, le loro contraddizioni meno misteriose, le sue opere un perfetto spaccato del mondo che ci troviamo ad affrontare ogni giorno.

In questa società che ha reso tutti unici, è affascinante come la Rooney - insieme ad altri personaggi, come Elsa Ferrante - abbia reso affascinante la normalità.. Si è addirittura arrivati a parlare di Normcore, ovvero «la gioia di trovare libertà nella consapevolezza di essere niente di speciale». Si tratta di un’estetica basata sul minimalismo, sull’adattarsi invece che distinguersi. Se un tempo ad affascinare erano la fantasia e l’eccesso, oggi - forse più persi che mai - si cercano risposte alle più semplici domande. E non può che venire alla mente una frase del film Prima dell’alba: «Tutto quello che facciamo, non è solo un tentativo di farci amare?»

Parlarne tra amici

Frances ha 21 anni e ha costruito un muro fatto di intelligenza, autocontrollo e freddezza per arginare il mare delle sue insicurezze. L’insicurezza per un corpo che non le piace e che è pronta a ferire pur di metterlo a tacere; l’insicurezza per una famiglia troppo povera e ignorante per il mondo in cui la figlia ha deciso di vivere; l’insicurezza per la sua stessa intelligenza che per quanto brillante, seducente e incline al sarcasmo, non lo sarà mai come quella di Bobbi.

Ecco, Bobbi: la sua amica, compagna di studi e di passioni (insieme scrivono e recitano poesie in una Dublino mai cosí bohémienne e sensuale), e suo primo amore. Anche adesso, quando dopo essere state amanti imparano a essere amiche, Bobbi agli occhi di Frances sembra sempre la versione migliore di lei: piú bella, più cool, più trasgressiva, più impegnata, più lesbica, più ricca. Eppure, quando le due ragazze conoscono una coppia sposata più grande di loro, sarà su Frances e non su Bobbi che poserà gli occhi Nick – un attore in crisi ma decisamente bello.

E Melissa, la moglie di Nick, cosa ci trova in Bobbi? È più attratta dal suo esibito disprezzo per i borghesi (come Melissa stessa) o dalla sua distratta e selvaggia sensualità? Man mano che i legami si intrecciano e le relazioni si saldano, dal vivo o online, i quattro protagonisti di questa storia discutono insieme di sesso e amicizia, di arte e letteratura, di politica e genere, e ovviamente di loro stessi.

Ma il centro di tutto è lei, Frances: il suo acume e la sua ingenuità, il suo desiderio, le sue debolezze, il suo amore ne fanno uno dei personaggi femminili più autentici del nuovo millennio, il ritratto struggente, malinconico, profondissimo di una generazione e il simbolo di questi tempi inquieti.

Parlarne tra amici - La serie

Dopo il successo di Persone Normali - la serie basata sul secondo romanzo di Sally Rooney, candidata a quattro Emmy Awards - BBC Three e Hulu hanno annunciato che anche il libro d’esordio dell’autrice sarebbe stato adattato in una serie televisiva di 12 episodi.

Come la storia di Marianne e Connell, Parlarne tra amici segue una serie di ansiosi millennial irlandesi coinvolti in complicate dinamiche romantiche e di classe. Gran parte del team di sceneggiatori ha lavorato su entrambe le serie e la stessa Rooney è coinvolta nel progetto. «Sono fiduciosa che troveremo modi nuovi e interessanti per drammatizzare le dinamiche del romanzo e sono entusiasta di vedere il processo prendere forma» aveva annunciato nel febbraio 2020.

Il mese scorso, è stato rilasciato il primo trailer della serie seguito dalla frase «Non sono mai solo amici». Frances sarà interpretata dalla giovanissima Alison Oliver, diplomata alla scuola di recitazione di Dublino Lir Academy, dove si è diplomato anche la star di Persone Normali Paul Mescal. Sasha Lane, protagonista di American Honey, interpreterà Bobbi, mentre Joe Alwyn (The Favorite) interpreterà Nick e Jemima Kirke (Girls) interpreterà Melissa.

«Ci siamo ritrovati con qualcosa che ha una sorta di somiglianza estetica familiare con le altre serie, ma è sicuramente una cosa a sé stante» ha raccontato uno dei registi.

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Mariella Baroli