Sherlock Holmes Day. Una giornata dedicata al detective più famoso al mondo
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Sherlock Holmes Day. Una giornata dedicata al detective più famoso al mondo

Il 22 maggio si celebra la giornata dedicata a Sherlock Holmes. La data coincide con la nascita di Arthur Conan Doyle, lo scrittore che diede vita a quello che senza dubbio è diventato il detective più famoso al mondo.

Dal 1887, data di pubblicazione del primo libro che lo vede come protagonista, Sherlock Holmes è apparso in quattro romanzi e 56 racconti, diventando una vera e propria icona del giallo. Le sue avventure sono narrate dall’amico Watson, che conosce per caso quando cerca un coinquilino con cui condividere l’appartamento in 221B Baker Street. Nel romanzo Uno studio in rosso, il dottore descrive Sherlock Holmes parlando del suo «sguardo acuto e penetrante; e il naso sottile aquilino conferiva alla sua espressione un'aria vigile e decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell'uomo d'azione. Le mani, invariabilmente macchiate d'inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua filosofia». Sherlock Holmes è un personaggio originale, dalle incredibili abilità deduttive, capace di risolvere anche il caso più difficile. Anzi, sono proprio i casi più strambi ad attirare la sua attenzione.

Negli anni, il detective è stato protagonista di film e serie televisive e molti attori hanno vestito i suoi panni. Da Basil Rathbone a Peter Cushing, fino ad arrivare ai più recenti adattamenti con Robert Downey Jr e Benedict Cumberbatch. «È noto a dirigenti di film, produttori di serie tv e scrittori di ogni genere che se hai Sherlock Holmes in una storia venderà» ha raccontato Esquire in un articolo di qualche anno fa. «Non importa davvero cosa fai con lui. Puoi ambientarlo nel presente. Puoi averlo in un costume. Puoi metterlo nello spazio, tra duemila anni. Non hai nemmeno davvero bisogno di Sherlock Holmes, hai solo bisogno di un personaggio chiamato "Sherlock Holmes”».

La storica inglese Lucy Worsley, che ha dedicato un libro all’arte dell’omicidio all’inglese, ha raccontato al Telegraph del suo amore per Holmes che lei stessa definisce «uno dei primissimi scienziati forensi immaginari». Secondo la Worsley, nell’immaginario comune Sherlock e Jack lo Squartatore sono molto simili. «Entrambi sono potenti e ingestibili, uno buono, l'altro cattivo. E in uno strano intreccio delle nostre immagini di "Jack" e Sherlock, uno dei pochissimi testimoni oculari che si pensava di aver effettivamente visto il serial killer ha riferito che indossava un cappello da deerstalker».

«C’è qualcosa di profondamente rassicurante nelle abilità misteriose di Holmes. Allo stesso tempo, però, esattamente in comune con la concezione dello "Squartatore" della gente, Holmes è un disadattato» ha spiegato la storica. «In mancanza di stretti legami familiari, soggetto a profonda depressione, pericolosamente dipendente dalla droga, è così immancabilmente devoto alla giustizia che agisce sconsideratamente o addirittura pericolosamente. La prima volta che vediamo Holmes, in A Study in Scarlet, si sta dedicando a un'attività adeguatamente "Squartatrice": picchiare un cadavere con un bastone».

Attraverso Sherlock Holmes, Conan Doyle ha fatto molto per la divulgazione e la professionalizzazione della scienza forense, tanto che il grande scienziato forense francese Alexandre Lacassagne, che ha creato uno dei primissimi laboratori di polizia, avrebbe ordinato alle sue nuove reclute di leggere il grande detective. «Tecnica affascinante» fu il suo verdetto.

Otto parole inglesi legate a Sherlock Holmes

Cambridge Assessment English, il più importante ente certificatore della lingua inglese nel nostro paese, ha stilato un elenco di otto parole inglesi legate a Sherlock Holmes che ancora oggi vengono utilizzate anche in italiano.

Detective

Utilizzata anche in italiano come sinonimo di “investigatore”, la parola inglese “detective” deriva dal verbo “to detect”, ossia rivelare, individuare, scoprire. Il termine, abbreviazione di “detective policeman”, nacque come aggettivo, ma iniziò a diffondersi come sostantivo intorno alla metà del 1800. L’aspetto più curioso legato al personaggio di Sherlock Holmes è che per creare il personaggio Arthur Conan Doyle non si ispirò a un “detective policeman”, ma al dottor Joseph Bell, medico e professore dell’Università di Edimburgo in grado di fare diagnosi precisissime con una sola occhiata.

Flashback

Nata dall’unione dei termini “flash” e “back” per indicare una sorta di ritorno di fiamma nei motori e nelle fornaci, la parola “flashback” si è diffusa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento con un significato completamente diverso. Usato anche in italiano, dalla cinematografia alla letteratura, il termine indica infatti una struttura narrativa dove si assiste all’interruzione degli eventi presenti in favore di rievocazioni del passato e ricordi. Nei gialli questo stratagemma ricorre moltissime volte e tra le storie di Arthur Conan Doyle viene utilizzato in Uno studio in rosso, il primo romanzo della serie, e ne Il mastino dei Baskerville, da molti considerata una delle più belle indagini di Sherlock Holmes.

Badge

Il “badge”, in generale, è un tesserino identificativo, ma nel mondo dell’investigazione indica in particolare il distintivo. Derivato dalla parola latina bagis, ossia “emblema”, poi trasformata nella lingua anglo-fracese in “bage”, il termine viene usato fin dal Medioevo per indicare i distintivi o le spille in metallo che venivano indossate dai pellegrini o dai cavalieri per dimostrare le proprie alleanze o preferenze politiche. Oggi uno dei badge più famosi legati al mondo dell’investigatore di Baker Street è quello della Sherlock Holmes Society, un club letterario e culturale con sede a Londra e dedicato agli appassionati.

Cold case

“Cold case” in italiano si può tradurre con “analisi dei casi a pista fredda” e indica un’indagine relativa a un caso rimasto irrisolto e per il quale non solo vengono riaperti archivi e fascicoli, ma vengono anche raccolte nuove prove e testimonianze. Il termine, che dà il nome anche a una celebre serie televisiva statunitense, non compare mai nei romanzi di Arthur Conan Doyle, ma si collega ugualmente al mondo di Sherlock Holmes grazie al film del 2015 Mr. Holmes, dove il detective, ormai novantenne e per l’occasione interpretato da Ian McKellen, è alle prese con un caso rimasto irrisolto.

Scotland Yard

Scotland Yard è l’edificio sede del Metropolitan Police Service londinese, ma viene spesso usato come metonimia per riferirsi all’intero corpo di polizia. Il nome sembra derivare dalla sua sede originale, sorta nel 1829 e un tempo collocata sulla Great Scotland Yard, una strada laterale della capitale e luogo di soggiorno dell’ambasciatore e del sovrano scozzese prima dell’annessione al Regno Unito. Il collegamento con il mondo dell’investigazione è abbastanza ovvio, ma non tutti sanno che Scotland Yard oggi rende omaggio alle storie di Arthur Conan Doyle in due modi: attraverso il suo database criminale chiamato Home Office Large Major Enquiry System (HOLMES) e attraverso il programma di allenamento del corpo di polizia battezzato “Elementary”.

Villain

Il termine “villain”, usato in Italia soprattutto nel mondo del cinema e delle serie televisive, è un falso amico, ossia una parola che, pur ricordandone una della nostra lingua, ha un significato completamente diverso. “Villain”, infatti, non si traduce con “villano”, ma con “cattivo” e in generale, nei romanzi e nei film, indica il nemico. La somiglianza tra i due termini non è casuale: entrambi, infatti, derivano dal latino “villanus”, ma in inglese la parola si è evoluta verso un concetto più astratto, opponendo il legame con la terra allo status di cavaliere e affiancandola quindi all’assenza di buone intenzioni e cavalleria. Entrata nel linguaggio letterario a partire dagli anni Venti dell’Ottocento, la parola prende vita nei romanzi di Sherlock Holmes con la figura del Professor Moriarty, antagonista per eccellenza del detective londinese.

Trivial

Derivata dal latino trivialis (comune, grossolano), la parola inglese “trivial” si usa per indicare qualcosa di banale, di poca importanza o poco valore, ma oggi è spesso considerata un termine aulico, utilizzato in contesti formali o per sottolineare le proprie doti intellettuali. Sherlock Holmes lo inserisce più di una volta nelle sue frasi, ma uno degli esempi più noti è quello legato al racconto L’avventura dei sei Napoleoni, un passaggio che riassume perfettamente la mentalità investigativa del detective: “I dare call nothing trivial when I reflect that some of my most classic cases have had the least promising commencement”. Oggi il termine “trivial” è entrato nella cultura popolare italiana grazie al celebre gioco da tavolo canadese.

Puzzle

Un “puzzle” è un enigma, un problema, una situazione molto complessa da risolvere e la parola viene usata molto spesso nel mondo dell’investigazione. Il termine deriva dall’antico francese aposer (lasciare perplesso) ed entrò nel vocabolario inglese come verbo verso la fine del Sedicesimo secolo, trasformandosi poi in “pose”, a sua volta modificato in “pusle” e, infine, “puzzle”. Oggi, in Italia, la parola indica il gioco da tavolo nel quale far combaciare ogni pezzo per poi creare un disegno, ma, anche se il termine arriva direttamente dall’inglese, Oltremanica il gioco ha un nome un po’ più lungo: jigsaw puzzle, dove “jigsaw” sta per “sega” o, meglio, l’archetto da traforo, lo strumento utilizzato in passato per tagliare i vari pezzi.

Gli irregolari di Baker Street

Gli irregolari sono personaggi ispirati ai ragazzini citati da Arthur Conan Doyle in Uno studio in rosso e Il segno dei quattro, ovvero un gruppo di abili investigatori - soprattutto in ambito sovrannaturale - che vengono sfruttati dal delinquenziale e tossico sfruttatore a nome Sherlock Holmes. Sono adolescenti, vivono per strada e hanno un talento tutto speciale per risolvere i crimini più efferati.

In questa nuova versione girata in gran parte a Liverpool, i ragazzi vengono ingaggiati dal brillante Watson che ne utilizzerà le capacità per metterle al servizio del più celebre investigatore d'Inghilterra.

Sherlock Holmes 3

Il terzo capito dello Sherlock Holmes interpretato da Robert Downey Jr arriverà in sala il 22 dicembre. Dalle prime notizie il cattivo del nuovo film sarà «un perfido capitano d'industria». Un personaggio completamente nuovo che non abbiamo mai incontrato nelle storie di Arthur Conan Doyle.

Si dice che la pellicola sarà ambientata prevalentemente in America, ma le difficoltà causate dalla pandemia potrebbero ancora una volta scompigliare i piani della produzione.

Enola Holmes

Inghilterra, 1884. In un mondo che sta per trasformarsi, Enola Holmes (Millie Bobby Brown) si sveglia nel giorno del suo sedicesimo compleanno scoprendo che la madre (Helena Bonham Carter) è scomparsa, lasciando un'accozzaglia di regali ma nessun indizio apparente di dove sia andata né dei motivi del suo allontanamento. Dopo un'infanzia spensierata, Enola finisce improvvisamente sotto la tutela dei fratelli Sherlock (Henry Cavill) e Mycroft (Sam Claflin), entrambi intenzionati a mandarla in una scuola per signorine "come si deve". Enola decide di ribellarsi e scappa di casa per andare a Londra in cerca della madre. Dopo essere stata coinvolta in un mistero su un giovane Lord in fuga (Louis Partridge), Enola diventa una super investigatrice, superando in bravura il fratello mentre rivela un complotto che rischia di portare indietro le lancette della storia.

Un sequel del film è stato confermato da Netflix, con Millie Bobby Brown ed Henry Cavill di nuovo nei panni di Enola e Sherlock.

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Mariella Baroli