«Il Tesoriere», un romanzo che ci riporta negli anni di piombo
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«Il Tesoriere», un romanzo che ci riporta negli anni di piombo

Il libro d'esordio alla scrittura di Gianluca Calvosa è una spy story per rileggere gli anni più bui della Repubblica

Anni Settanta, il romanzo che non c'è - titolava Il Venerdì di Repubblica il 2 luglio. In un articolo di Piero Melati sugli anni Settanta, sul terrorismo e sulla guerra fredda italiana, il giornalista indagava sulla mancanza di una "grande letteratura" in grado di raccontare quest'epoca travagliata e controversa del nostro Paese. Ci aveva provato Pier Paolo Pasolini nel 1972, prima di essere ucciso all'idroscalo di Ostia, con Petrolio, rimasto amaramente incompleto. Dopo di lui, nessuno c'è riuscito.

«Dal punto di vista letterario c'è una coltre di silenzio. Ho un'impressione: tutta la letteratura dei Settanta puntava sul tema della 'rivoluzione'. Poi è accaduto che la parola 'rivoluzione' non si è più potuta usare, è diventata una parolaccia. Questo ha creato un certo effetto inibitorio anche sulla letteratura», risponde Walter Siti, interpellato da Melati sul tema.

A tornare sul decennio più controverso della nostra storia recente, "favoloso" o "sanguinario", a seconda dei punti di vista, è ora Gianluca Calvosa con il suo romanzo d'esordio, Il tesoriere: una grande spy story ambientata negli anni che hanno cambiato l'Italia, in libreria dal 14 settembre.

Scriverlo, per l'autore ha significato compiere "un viaggio inaspettato", iniziato diversi anni fa ascoltando i racconti di chi quegli anni li ha vissuti da protagonista. Leggerlo, per noi, è valso come trovare il romanzo che non c'era.

Ambientato tra il 1972 e il 1976, prima dell'omicidio Moro, il racconto di Gianluca Calvosa è un resoconto degli anni che cambiarono l'Italia non solo sui temi politici, ma anche su quelli sociali e culturali. Una ricostruzione del nostro Paese affascinante dal punto di vista romanzesco, e rigorosa da quello storico

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