Vivere nel vetro
FontanaArte. Vivere nel vetro, installation views, ph. Enrico Fiorese, courtesy LE STANZE DEL VETRO
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Vivere nel vetro

La Fondazione Giorgio Cini ospita FontanaArte sull’Isola di San Giorgio a Venezia.

Christian Larsen cura la nuova esposizione de «Le Stanze del Vetro» dedicata alla Maison milanese FontanaArte nel periodo di produzione dei quattro suoi grandi direttori artistici: Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand e Gae Aulenti, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore fino 31 luglio 2022.

Ospitati da Fondazione Giorgio Cini, i pezzi di vetro della produzione di FontanaArte raccontano la storia del design italiano tra arte e industria, nel segno della superlativa qualità della lavorazione artigianale vetraia.

La mostra, che sviluppa un percorso in cui ogni sala è focalizzata su un approfondimento specifico per ognuno dei designer, culmina in una suite arredata nello stile FontanaArte per rievocare una dimora fatta di interni tutti in vetro, su progetto dell’architetto Massimiliano Locatelli.

Lo spazio espositivo permanente de «Le Stanze del Vetro», disegnato da Annabelle Selldorf Architects, situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, nasce nel 2012 dalla collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per sondare le forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria e le innumerevoli potenzialità di questa materia, secondo un modello culturale anglosassone che prevede l’accesso libero e la gratuità delle esposizioni, a sostegno dell’idea di cultura come patrimonio appartenente alla comunità.

Nel 1881 Luigi Fontana fonda a Milano la sua azienda dedicata alla produzione di vetro flottato per l’industria edilizia, Luigi Fontana & Co., ottenendo ben presto fama e pubblicità per il suo stile Liberty / Art Nouveau, trasformata nel tempo in un marchio di arredamento moderno senza tempo. Con il passare del tempo, i direttori artistici che la hanno guidata ne consolidano storia e immagine celebre a livello internazionale.

La prima sala offre una panoramica della produzione industriale di settore negli anni Trenta del secolo scorso. Stralci di cinegiornali dell’epoca mostrano le nuove tecnologie appena sviluppate in varie località dell’Europa e degli Stati Uniti – come il vetro temperato e di sicurezza – del tipo che anche FontanaArte avrebbe in seguito utilizzato. I filmati illustrano il processo di realizzazione delle lastre, la base essenziale per la creazione dei prodotti FontanaArte. Gli sgabelli rappresentano un racconto poetico sulle possibilità estetiche e strutturali della lastra di vetro come materia prima per il design.

FontanaArte. Vivere nel vetro, installation views, ph. Enrico Fiorese, courtesy LE STANZE DEL VETRO


Il passaggio per aggiungere alle vetrate industriali per l’edilizia milanese la produzione di arredi in vetro per la casa è segnato dalla prima collaborazione di Luigi Fontana con il celebre architetto-designer milanese Gio Ponti, famoso per trattare la materia in modo versatile e innovativo. Industria e arte, sotto la firma di Ponti, si fusero, dando vita a una impressionante gamma di moderni oggetti di lusso, fra i quali i famosi specchi con motivi di sirene e segni zodiacali e i calici da degustazione monumentali. Gio Ponti invitò il maestro vetraio Pietro Chiesa ad affiancarlo come direttore artistico aggiungendo il massimo grado di talento e forza produttiva degli artigiani all’interno di una azienda.

Affascinato sin da bambino dai riflessi delle vetrate della cattedrale di Chartres, Max Ingrand approfondirà nella sua carriera le infinite sfumature tra luce e vetro e disegnerà le vetrate di oltre duecento edifici religiosi in Europa, Stati Uniti e Brasile, nonché di numerosi progetti commerciali e civici, tra cui il Palais de Tokyo a Parigi e il transatlantico Normandie. Nei tredici anni alla direzione artistica di FontanaArte (1954-1967), Ingrand perfeziona l’abbinamento fra luce e vetro nell’ambito della produzione industriale. «Materiale segreto, difficile da lavorarsi ma tanto nobile e prezioso, il vetro sembra essere il complemento ideale della luce, quello in cui essa gioca trasmettendosi, riflettendosi. È un’associazione perfetta» dichiara.

Un altro architetto dal talento nostrano, Gae Aulenti collabora con FontanaArte cominciando nel 1964 con la creazione della la lampada da tavolo Giova, esposta nella sala dedicata, che esemplifica alla perfezione la sua visione innovativa: la lampada non è solo una semplice lampada, ma anche un vaso da fiori o un recipiente da personalizzare secondo il proprio gusto. Aulenti assume la direzione artistica dal 1979 al 1996, sotto la nuova guida di Carlo Guglielmi, e riporta l’azienda ad un nuovo splendore, con il vetro al centro di tutta la produzione. Si circonda di un brillante team di designer di cui fanno parte Piero Castiglioni, progettista illuminotecnico, Pierluigi Cerri, a cui è affidata la comunicazione, Daniela Puppa e Franco Raggi, che curano l’organizzazione di eventi ed esposizioni. Ma non solo, i più stimati designer del tempo, tra cui Renzo Piano, Ettore Sottsass e Umberto Riva, saranno chiamati ad arricchire il catalogo delle creazioni FontanaArte con le loro idee, proiettando l’azienda in una nuova fase di innovazione tecnologica post-modernista.

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Barbara Tassara