The Tribe
Officine Ubu
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The Tribe al cinema: rabbia e amore nel linguaggio dei segni - Video

Film dell'ucraino Myroslav Slaboshpytskiy, è recitato da attori sordi, privo di dialoghi e sottotitoli

Senza voci, ma concitato nei gesti e nella comunicazione fisica e facciale come la lingua dei segni muove, The Tribe è il film dell'ucraino Myroslav Slaboshpytskiy recitato interamente da sordomuti, privo di dialoghi e sottotitoli. Dal 28 maggio al cinema con Officine Ubu, vincitore del Gran Premio della Semaine de la critique a Cannes, è un ritaglio crudissimo della vita all'interno di un collegio per ragazzi sordomuti, percorso da leggi quasi tribali e da una violenza spiazzante.

Sergey (interpretato da Grigoriy Fesenko), sordo, arriva in un istituto per giovani affetti dalla stessa problematica. In questo nuovo contesto deve lottare per conquistare il proprio spazio all'interno di una banda di adolescenti criminali che, fra soprusi e prostituzione, regola la quotidianità della struttura. Coinvolto in una serie di furti, Sergey si guadagna presto la fiducia dei compagni. L'amore per Anya (Yana Novikova), ragazza che vende il suo corpo senza pudori e scrupoli, lo porterà però a infrangere pericolosamente tutte le regole del branco.

In questo video in esclusiva un estratto di The Tribe

The Tribe, estratto del film di Myroslav Slaboshpytskiy

Era un vecchio sogno di Slaboshpytskiy rendere omaggio al cinema muto, ma non voleva farlo attraverso un film esistenzialista di taglio "europeo". "Nei film muti gli attori non erano muti, anzi, comunicavano attivamente attraverso le azioni e il linguaggio del corpo", spiega il regista. "Riuscivano a comunicare emozioni e sentimenti senza pronunciare una sola frase e, non a caso, la maggior parte delle stelle del cinema muto veniva dalla mimica. Questo è il motivo per cui ho sempre voluto realizzare un film sulla vita dei sordi. Senza dialoghi e senza sottotitoli. E con la partecipazione di veri sordi".

Per girare The Tribe il quarantenne ucraino è entrato nel mondo dei sordi: "Durante la realizzazione del mio corto Deafness (Sordità), che considero una sorta di lavoro preparatorio al lungometraggio, sono entrato in contatto con la comunità dei sordi in Ucraina e con i dirigenti delle organizzazioni ucraine a loro dedicate. Ho anche conosciuto i capi di una 'comunità ombra' non ufficiale, i quali mi hanno mostrato dall'interno l'isolamento, le pratiche e i rituali di questo gruppo sociale impenetrabile. Il film si basa interamente sui miei ricordi di scuola e su ciò che mi è stato riferito dai miei consulenti dal mondo del sordi. Con tutta la sua apparente semplicità e violenza, questo è un film incentrato su ragazzi molto giovani. In giovane età si è capaci di sentimenti duri e puri: amore, odio, furia, rabbia, disperazione. Non c’è bisogno di parole per esprimere queste emozioni".

Il casting degli attori è durato circa un anno ed è stato condotto principalmente per mezzo dei social network, molto popolari fra i sordi. Sono stati provinati circa trecento candidati provenienti da Russia, Ucraina e Bielorussa per i ruoli principali e, nonostante vi siano otto teatri specializzati per attori e pubblico sordomuto in questi Paesi, non è stato utilizzato neanche un attore professionista. Tutti gli interpreti sono ragazzi di strada, la maggior parte proveniente da famiglie povere e svantaggiate.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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