The East: l'ecoterrorismo e Brit Marling, talento indie
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The East: l'ecoterrorismo e Brit Marling, talento indie

Thriller interessante che fa riflettere sul nostro stile di vita, ha come protagonista, sceneggiatrice e produttrice uno dei volti più interessanti del nuovo cinema. Assolutamente da tenere d'occhio

Ha una bellezza che si lascia scoprire poco a poco. Ho avvertito qualcosa quasi di respingente nel primo impatto col suo viso sul grande schermo, ma bastano pochi minuti perché Brit Marling rapisca completamente con il suo carisma. Quell'occhio un po' pigro, una malinconia di fondo dolce e vibrante, l'intensità in ogni gesto, sono armi di fascino e avvenenza. La sua recitazione piena conquista. E oggi, la trentenne di Chicago arrivata al cinema nove anni fa senza formazione da attrice, è una delle figure di Hollywood da seguire con più interesse. Di quella Hollywood che non punta a far soldi ma a raccontare storie che possano influenzare la cultura popolare e muovere al cambiamento.

È questo il caso dell'ultimo film che la vede protagonista, The East, dal 4 luglio al cinema. Di questo avvincente thriller sull'ecoterrorismo Brit è anche produttrice e sceneggiatrice. Bionda, bella e impegnata, è assolutamente tuttofare. Nel suo esordio con la settima arte, il documentario Boxers and Ballerinas, era stata anche co-regista insieme al fidanzato di allora, Mike Cahill, e aveva curato il montaggio e la fotografia. Controcorrente, dopo gli studi economici ha preferito il cinema a un posto alla Goldman Sachs e, dopo aver visto un corto di Cahill e del suo amico Zal Batmanglij al Georgetown Film Festival, si è unita a loro, trasferendosi poi a Los Angeles.

Nel panorama indie si è fatta subito notare con Another Earth (2011), sempre in coppia con Cahill e sempre nel molteplice ruolo di sceneggiatrice, attrice, produttrice. La pellicola è stata premiata al Sundance Festival e lei è stata prontamente intercettata da Robert Redford, che l'ha poi voluta in La regola del silenzio - The Company You Keep (2012).
Visto che all'inizio non le venivano offerti ruoli interessanti ma solo da "bionda carina in film horror", lei ha deciso di scriverseli da sé i personaggi femminili complicati e sfaccettati, belli ma anche forti e interessanti. "Scrivo per me e per le donne di talento là fuori", ha detto. E anche: "È terrificante consegnare la propria vita costantemente alla scelta altrui. Dovendo essere scelta e ri-scelta. Scrivere in modo da poter interpretare i ruoli immaginati è diventato un modo per avere più controllo sul mio futuro, senza aspettare il permesso altrui. Posso scegliere me stessa. Mmh, chi dovrebbe fare questa parte? Io propongo me!".

Ora con Batmanglij, con cui aveva già realizzato Sound of My Voice (2011), compie un progetto iniziato nell'estate 2009: allora, zaino in spalla, i due avevano vissuto due mesi insieme ai movimenti Freegan, gruppi che praticano uno stile di vita anticonsumista, basato sulla partecipazione e sul minimo impiego di risorse.

Da questa esperienza è nato un film teso, che fa riflettere, senza perdere mai di vista il ritmo e il lato più umano. Brit è Sarah, un'ex agente federale, ora attiva per una società di spionaggio industriale guidata dalla cinica Sharon (Patricia Clarkson). Come le dice la sua responsabile, è "così intelligente che può diventare un difetto". La sua convinzione è che "niente può fermarti, se non la pigrizia e il terrorismo". La nuova missione affidatale è infiltrarsi nel gruppo ecoterrorista The East. Qui entrerà in contatto con ragazzi idealisti, arrabbiati o feriti, con il loro capobranco Benji, ombroso e bellissimo (l'Alexander Skarsgård di True Blood), con la pungente Izzy (Ellen Page), con Doc (Toby Kebbell), il dottore che usa la colla per richiudere le ferite...

Sarah si troverà in situazioni spiazzanti, tra pasti consumati con la camicia di forza per cementificare il bisogno che ha l'uno dell'altro, tra carezze e baci dati e richiesti senza distinzione di sesso, lavata con dolcezza e passione da uomini e donne, con il coltello in mano a incidere il ventre di una cerva morta... Scoprirà che frugando tra i cassonetti si possono trovare resti di cibo con cui mangiare per tre giorni. Ma dovrà anche partecipare a spietate azioni terroristiche contro case farmaceutiche incoscienti e aziende incuranti dell'inquinamento e delle morti che causano. 

Diventerà presto confuso il confine tra buoni e cattivi. E anche le certezze di Sarah saranno messe in discussione. 
Brit assorbe su di sé tutta l'attenzione, in maniera inevitabile e magnetica. Page e Skarsgård, al suo fianco, fanno il resto. Imprevedibile e coinvolgente, The East incespica solo sul finale, buttato lì in pochi minuti, senza troppa convinzione. 

Brit intanto, nel suo invidiabile dinamismo, è attesa in altri quattro film: The Green Blade Rises dell'esordiente A.J. Edwards, prodotto da Terrence Malick, dove sarà la madre di Abraham Lincoln, accanto a Jason Clarke e Diane Kruger; la commedia tagliente Posthumous di Lulu Wang, ambientata a Berlino, dove Jack Huston è un artista la cui quotazione lievita dopo che è creduto morto, mentre Brit è una brillante giornalista; lo sci-fi I Origins, ancora una volta diretta da Cahill, accanto a Michael Pitt; The Keeping Room di Daniel Barber, ambientato negli ultimi giorni della guerra civile americana, accanto a Sam Worthington.
Io la aspetto con curiosità.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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