Peninsula, il film su una pandemia salva il cinema post-pandemia
Immagine del film "Peninsula" (credits: Next Entertainment World)
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Peninsula, il film su una pandemia salva il cinema post-pandemia

Horror thriller sudcoreano di Yeon Sang-ho, sequel del successo Train to Busan, nei mercati asiatici finora ha incassato oltre 26 milioni di dollari. E già si parla di un nuovo sequel. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Peninsula, un film post-apocalittico su una pandemia, può essere il salvatore di un'economia cinematografica di ripresa post-pandemia. Ironia della sorte.

Il film apocalittico sudcoreano Train to Busan di Yeon Sang-ho del 2016 è stato un successo internazionale, con 140 milioni di dollari di incassi, a fronte di 8 milioni di budget. Era stato preceduto dal film d'animazione Seoul Station sempre di Yeon Sang-ho, una sorta di prequel che mostrava come è iniziata l'epidemia di zombie in Corea del Sud. Ora il suo sequel Peninsula segue le fortunate orme dell'horror thriller Train to Busan, nonostante la pandemia in corso abbia creato uno yo-yo di cinema chiusi e cinema aperti in tutto il mondo. Dai mercati asiatici, Peninsula lancia una ventata di incassi positivi che dà speranza.

Rilasciato in Corea del Sud il 15 luglio 2020, Peninsula in patria ha incassato 2,4 milioni di dollari nel solo giorno di uscita, il miglior incasso del 2020, 4 milioni di dollari nei primi due giorni. È stato distribuito anche nelle sale di Hong Kong, Singapore, Vietnam, Malesia e, ad oggi, è quello che più si avvicina a essere un successo al botteghino per questa estate singolare. Nella sola Corea del Sud ha incassato quasi 20 milioni di dollari, oltre 26 milioni in totale (con un budget di 16 milioni, già recuperato).

Negli Stati Uniti l'uscita di Peninsula è prevista per il 7 agosto, ma probabilmente sarà rinviata (com'è capitato a Tenet di Nolan, annunciato per il 12 agosto ma malinconicamente rinviato dalla Warner Bros. a data da destinarsi causa Covid).

La trama di Peninsula

Scritto e diretto sempre da Yeon Sang-ho, Peninsula era stato selezionato tra i film del Festival di Cannes 2020, non svoltosi a causa della pandemia di Coronavirus in corso.

Segue Train to Busan, che ha qualche vago rimando all'altro horror thriller sudcoreano di successo, Snowpiercer del premio Oscar Bong-Joon Ho: un treno in corsa, persone che cercano di salvarsi, varie tematiche sociali alla griglia. In Train to Busan un gruppo di passeggeri terrorizzati si fa strada attraverso un'epidemia che trasforma i contagiati in zombie, a bordo di un treno pieno di sospetto e sangue diretto a Busan, città del sud Corea che dovrebbe essere riuscita a tenere alla larga gli zombie.

In Peninsula l'ambientazione è post-apocalittica. È ambientato nello stesso universo e nella stessa nazione dell'originale, ma non presenta alcun personaggio di ritorno. I fatti si svolgono quattro anni dopo Train to Busan e dopo che la Corea del Sud è diventata una penisola desolata e malata, in quarantena. Jung-seok (interpretato dall'attore trentanovenne Gang Dong-won) è un soldato fuggito da lì a Hong Kong, lasciando alle spalle sua sorella e tanti sensi di colpa. Deve però rivivere quell'orrore quando gli viene assegnata una missione segreta, insieme ad altri due militari e a suo cognato Chul-min (Kim Do-yoon). Due gli obiettivi: sopravvivere e recuperare un camion di cibo abbandonato che contiene sacchi di denaro, per un valore di 20 milioni di dollari.

Come nemici a cui vender cara la pelle Jung-seok non avrà solo gli zombie, ma anche la milizia "canaglia" Unit 631 guidata dal sergente Hwang (Kim Min-jae). A salvarlo e aiutarlo sbucheranno due giovani sorelle: Joon (Lee Re) e Yu-jin (Lee Ye-won), che lo riportano alle memorie e alle colpe di quattro anni prima.

Le recensioni

Le poche le recensioni in inglese che circolano in Rete su Peninsula sono positive.

Screen International scrive: «Come Train to Busan, la trama di Yeon è volutamente semplice, consentendo agli spettatori di concentrarsi sui set strabilianti che la spingono. Questi includono uno straordinario inseguimento in auto a tutto gas sulle strade di Seoul in un modo che ricorda le sequenze di Mad Max: Fury Road. Ciò che funziona particolarmente bene in alcune delle visioni più ambiziose del film non è solo la scenografia, ma il lavoro svolto in post-produzione, che riflette le capacità di Yeon non solo come regista ma anche come animatore. Invece di lottare per il realismo, l'estetica notturna di Peninsula è più grintosa di Train to Busan e più simile alle sue acclamate animazioni The King Of Pigs, The Fake e Seoul Station».

Geek Culture ha considerazioni diametralmente opposte ma comunque buone parole: «A parte alcuni inseguimenti in auto che sono troppo di natura CGI, Peninsula fa un buon lavoro nel creare una città invasa dai non morti e dalla natura. È un peccato che gran parte di questo sia mostrato di notte, con una sovrapposizione fangosa che ha lo scopo di nascondere i dettagli CGI. Ma il pubblico non si preoccuperà del fatto che questo sequel manchi del ritmo frenetico degli inseguimenti di zombi all'interno dei confini limitati di un treno, poiché un ambiente spalancato consente una maggiore distruzione».

Le dichiarazioni di Yeon Sang-ho

Yeon Sang-ho sembra tuttora stupito del successo raggiunto: non si sarebbe mai immaginato che Train to Busan diventasse un successo in Corea del Sud, figuriamoci all'estero, dato che non c'era mai stato un film di zombie coreano di successo. A Jakarta Post ha detto: «C'è stato persino vietato di usare la parola "zombi" durante i nostri eventi promozionali per Train to Busan perché allora i film sugli zombi erano un genere minore e la parola avrebbe potuto scoraggiare il pubblico anche prima dell'uscita del film. Avremmo dovuto chiamarli "esseri infetti"».

Secondo Yeon l'universo fittizio in cui si svolge l'apocalisse di zombi è il personaggio principale di Peninsula, proprio per questo attori e personaggi di Train to Busan non riappaiono nel sequel.

Un nuovo sequel?

A Peninsula potrebbe seguire un nuovo sequel.

Yeon ha affermato: «Potrebbe esserci un altro film ambientato nello stesso universo o no. Abbiamo lasciato cadere molte idee mentre creavamo Peninsula e da quelle potremmo sviluppare la storia successiva. Ma questo dipende dal pubblico, se vorrà o no un altro film. Se gli spettatori lo vorranno, ovviamente potremmo farcela. Ad esempio, sto già sentendo persone incuriosite da ciò che è accaduto nei quattro anni (tra i due film), a mo' di spin-off. Abbiamo tutte le possibilità aperte».

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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