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Christopher Polk/Getty Images

L'Oscar a Leonardo DiCaprio: "The revenant" gli rende giustizia

Omaggio a Leo diventato tre volte leggenda: superstar, sex symbol, magnifico attore. E finalmente vincitore della prestigiosa statuetta

Leonardo DiCaprio ce l'ha fatta: ha vinto l'Oscar per Miglior Attore protagonista con il film The Revenant, Il Redivivo.

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Una star per il 2000: quando, nel 1997, i suoi poster occupavano militarmente le camerette delle ragazze, in ogni angolo del mondo, questo era il destino pronosticato a Leonardo DiCaprio, sugli schermi già a cinque anni e protagonista a 23 di Titanic, “il film del secolo”.

Oggi che s'avvicina ai 42 (li compirà l'11 novembre, è Scorpione) e che (finalmente!) stringe la mano allo Zio Oscar, sappiamo che quell'augurio gli sta persino stretto. Leo è diventato tre volte leggenda: come superstar, come sex symbol, come magnifico attore. Ha ragione Meryl Streep, che ha detto: “È una meraviglia. Un talento come lui nasce ogni cento anni”.

Non è un'esagerazione. Intanto, il figlio unico dell’italiano George e della tedesca Irmelin Idenbirken, è riuscito in almeno due missioni impossibili. La prima: Leo è stato bambino prodigio, e la regola dice che i bambini prodigio “muoiono” giovani, cioè da adulti non diventano superstar. La seconda: ha sdoganato per sempre un tabù.

Dal 14 aprile 1912 bastava la parola per far scattare il toccaferro. La parola era Titanic. Fino all'uscita del film di James Cameron, si scriveva Titanic, si leggeva sfiga. DiCaprio e Kate Winslet trasformano quella apocalittica tragedia nella meravigliosa storia d'amore tra un indimenticabile eroe romantico e una graziosa, e sontuosa, aristocratica. Da allora Titanic non è più il simbolo della sfortuna assoluta, ma indica anzi un successo senza eguali.

A voler essere tenacemente superstiziosi, si potrebbe dire che un po' di sfortuna era rimasta appiccicata alla carriera di Leo: genio riconosciuto, e certamente miglior attore della sua generazione, non era ancora riuscito a vincere un Oscar (quest’anno era alla quinta nomination, la prima nel 1994 come attore non protagonista per "Buon compleanno Mr Grape", poi nel 2005 per "The Aviator", nel 2007 per "Diamanti di sangue" e nel 2014 per "The Wolf of Wall Street").

E DiCaprio, ricordando che, mentre Titanic vinceva 11 Oscar, lui non compariva neanche nelle nomination, si divertiva a prendere le distanze: “Mi ha reso famoso il film con la nave”. Forse ci ha messo anche un po' di scontrosa timidezza: perché quel film gli ha lasciato anche un ricordo incancellabile, ma che, col passare degli anni, si è come inabissato. Il ricordo di Kate Winslet.

Sono rimasti amicissimi, percorrendo strade sempre più divergenti. Ma è un fatto che il biondo rubacuori dagli occhi azzurri, sex symbol irresistibile sino alle soglie del Duemila (anche se rimasto vergine sino ai 18 anni), è diventato la caricatura d'un playboy. Il pittore che guardava con occhi innamorati le curve della sua modella ha poi fatto collezione di top model, ma con occhi sempre più distratti.

Da Kristen Zang a Gisele Buendchen, da Bar Refaeli a Erin Heatherton, da Blake Lively a Toni Garrn a Kelly Rohrback, sono tutte love story che il gossip più irriverente ha persino finito col definire “di facciata” o perlomeno troppo condizionate dalle severe selezioni di mamma Irmelin. E se invece fosse che le gelide profondità dell'Atlantico hanno nutrito la fiamma d'una passione indomabile? Di sicuro il romanzo della vita di Leonardo DiCaprio è ancora tutto da scrivere.

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