Graham Moore
Kevin Winter/Getty Images
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Oscar 2015, i discorsi più belli

È stato lo sceneggiatore Graham Moore a consegnare le parole più toccanti dal palco del Dolby Theatre

Sul palco del Dolby Theatre, durante la cerimonia di consegna degli Oscar 2015 condotta da Neil Patrick Harris, uno dei momenti più emozionanti è stato - inaspettatamente - quando è salito sul palco Graham Moore, trentatreenne americano finora poco noto. Vincitore dell'Academy Award per la sceneggiatura non originale di The Imitation Game, le sue parole nel ricevere il premio sono state edificanti e toccanti. Ma anche Eddie Redmayne ha solleticato il cuore. E Patricia Arquette ha fatto scatenare d'entusiasmo, nella sua poltroncina, madame Meryl Streep.

Riviviamo i discorsi più belli dell'87sima edizione degli Oscar. 

1) Graham Moore, diverso e fiero

(Oscar per la migliore sceneggiatura non originale di The Imitation Game)

L'Oscar che Graham Moore ha vinto forse non è tra i più meritati, forse suona come premio di consolazione a The Imitation Game, che altrimenti sarebbe rimasto a bocca asciutta nonostante le otto candidature. Appena lo scrittore sceneggiatore è salito sul palco, un po' stordito, ricevendo il premio dalle mani di Oprah Winfrey, ci ha fatto però dimenticare ogni dubbio: il suo discorso è stato toccante e da applausi. "Abbiamo vinto tutti", ha esordito, ringraziando tutto il cast. "Alan Turing non è mai riuscito a salire su un palco come questo, mentre io sì e questo non è giusto". Turing è il matematico protagonista del film che decodificò i codici della macchina nazista Enigma: eroe di guerra, i suoi meriti furono taciuti a lungo perché omosessuale. Anzi, fu anche condannato per omosessualità e morì suicida dopo mesi di estrogeni assunti per la castrazione chimica imposta dalla legge inglese. "Quando avevo 16 anni", ha confessato Moore, "ho cercato di uccidermi perché mi sentivo diverso. E ora sono qui. A quelle persone che si sentono diverse dico di continuare a essere così perché un giorno magari avrete la vostra occasione, magari sarete su questo palco. Passate questo mesaggio a tutti".

2) Eddie Redmayne, il custode

(Oscar come miglior attore protagonista per La teoria del tutto)

L'attore inglese ne La teoria del tutto ha reso una meravigliosa interpretazione fisica ed emotiva di Stephen Hawking, il brillante astrofisico che da ventuno anni è vessato nel corpo dalla malattia degenerativa dei motoneuroni. Con un sorriso solare e contagioso Redmayne nel ritirare l'Oscar ha specificato: "Questo Oscar appartiene a tutte le persone nel mondo che stanno lottando contro la Sla. Appartiene a una famiglia eccezionale, Stephen, Jane, Jonathan, i figli Hawking", i protagonisti della difficile e fortissima storia d'amore che ha permesso allo scienziato di essere e pensare al di là della malattia. "Io ne sono il custode, vi prometto che lo terrò vicino a me quando fa freddo, lo pulirò...", ha aggiunto Redmayne. Nel ringraziare la sua compagna di set Felicity Jones, il regista James Marsh "feroce e gentile", la famiglia e sua moglie, Hannah Bagshawe, a quest'ultima ha detto: "Ora abbiamo un altro personaggio da mettere nel nostro appartamento". Con questa interpretazione il trentatreenne londinese aveva già vinto un Golden Globe e un Bafta

3) Patricia Arquette, la paladina della parità

(Oscar come migliore attrice non protagonista per Boyhood)

Il discorso di accettazione di Patricia Arquette è diventato uno dei grandi punti di discussione della notte degli Oscar. L'attrice, burrosa e genuina, ha fatto risuonare il Dolby Theatre chiedendo "pari diritti per le donne". Meryl Streep si è scossa dalla poltroncina entusiasta e solidale indicandola e gridando "Yes", mentre accanto a lei Jennifer Lopez si violentava le mani in applausi accorati. Arquette, coraggiosa mamma single di Boyhood, ha ricevuto la statuetta dalle mani di Jared Leto, che l'anno scorso vinse nella stessa categoria maschile. Le parole della quaranteseienne famosa in tv per la serie Medium sono state altamente politiche: "Tutte le donne che hanno partorito, tutte le cittadine e le contribuenti di questa nazione: abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, adesso è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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