La notte del giudizio - The Purge: 5 cose da sapere
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La notte del giudizio - The Purge: 5 cose da sapere

Dramma allegorico ambientato in un futuro prossimo, lancia provocazioni interessanti e visioni tutt'altro che auspicabili. Con Ethan Hawke e Lena Headey

La notte del giudizio di James DeMonaco non è un semplice thriller o un horror. Film dal 1° agosto nelle sale italiane, tra momenti di terrore e tensione, ha il pregio lanciare spunti stimolanti, di natura sociale ed etica, pur non riuscendo poi a chiudersi a tutto tondo su se stesso e a toccare la compiutezza. 
Resta comunque un titolo interessante, nell'apatia delle uscite estive. 

Ecco cinque cose da sapere sul film.

1) La distopia in un futuro recente

Amanti di storie distopiche come me, con La notte del giudizio siete serviti. La cosa particolare del film di DeMonaco però è che il futuro così poco desiderabile presentato non è così lontano. Il cinesta ci porta infatti nel 2022. L'America ha un nuovo corso. I Nuovi Fondatori hanno portato il tasso di disoccupazione al minimo storico (l'1%), il tasso di povertà sotto il 5% e il fastidioso problema della violenza è stato risolto con lo Sfogo Annuale (in inglese The Purge, titolo originale del film): ogni anno, dalle 19 del 21 marzo fino alle 7 del giorno dopo non esistono regole, ognuno può dare sfogo alla propria insita brutalità con ogni sorta di nefandezza, anche l'omicidio. La polizia non risponde, gli ospedali neanche. Nessun crimine è punibile, tutto è lecito. Tutta la violenza propria della natura umana si concentra in quelle temibili 12 ore, così da garantire per altri 364 giorni all'anno una quotidianità senza delinquenza.
E in questa ferocia illimitata e legalizzata sono soprattutto gli appartenenti alle "buone famiglie" a far traboccare ogni più selvaggio istinto trattenuto, approfittandone anche per una pulizia etnica, devastando barboni, poveri e senza tetto che non possono rifugiarsi in casa...
Una violenza borghese e istituzionalizzata che richiama quella diventata spettacolo in Hunger Games o quella da facce linde e perbene di Funny Games ma che se ne discosta, prendendo una via tutta sua.

2) James DeMonaco, com'è nata l'idea

Sceneggiatore de Il Negoziatore e Assault on Precinct 13, già alla regia di Staten Island (2009), DeMonaco è sia sceneggiatore che regista de La notte del giudizio. L'idea del film gli è venuta dopo che con la moglie ha rischiato la vita per colpa di un guidatore spericolato. Allora era uscito dall'auto inferocito per affrontare l'altro autista ma la moglie lo ha fermato in tempo. Risalendo in macchina la donna gli disse: "Non sarebbe bello se tutti noi una volta l'anno potessimo sfogarci liberamente?". 
Anni dopo, vivendo a Toronto alle prese con un film, si rese conto di come il telegiornale locale trasmettesse storie molto meno violente rispetto a quelle che era solito ascoltare negli Stati Uniti. E si chiese se la tv canadese preferisse tacere altre storie di violenza o se gli americani sono più attratti da simili storie. Da queste riflessioni è nato questa sua opera seconda. 

3) Ethan Hawke e Lena Headey, i protagonisti

Mentre si sta avvicinando lo Sfogo annuale conosciamo i protagonisti del film. James Sandin, interpretato da Ethan Hawke, è un padre di famiglia che ha fatto fortuna vendendo sistemi di sicurezza proprio contro lo Sfogo nel suo quartiere agiato. Crede nell'utilità dello Sfogo annuale ed è conscio di come sia la fonte del suo successo economico. Si crede un uomo perfetto ma, nella notte, lo svolgersi imprevisto e disastroso degli eventi sgretolerà le sue certezze... Sua moglie Mary è contraria allo Sfogo anche se finisce per accettarlo con una certa indolenza. La interpreta Lena Headey, fascinosa interprete di Imagine me & you e 300 e della serie tv Il trono di Spade. I due attori si prestano con cuore alla causa di DeMonaco, anche se si fa fatica a provare empatia per i loro personaggi, rifiniti in maniera singhiozzante.

4) Tra allegoria sociale e thriller

Il signor Sandin pensa di avere tutto sotto controllo, ma l'imprevisto viene proprio dai suoi due figli, Charlie (Max Burkholder) e Zoey (Adelaide Kane). Sandin si troverà di fronte a un interrogativo disperato: difendere i propri cari a tutti i costi o tenere fede ai principi etici? 
La casa dei Sandin è presa d'assedio. In uno scontro tra brutalità, DeMonaco ci mostra la violenza sotto tutte le sue forme: psicologica, contro i poveri, l'invidia, l'ipocrisia più bieca... Purtroppo, soprattutto nella seconda parte, affronta però alcune scene con fretta, senza indugi che avrebbero portato a una profondità narrativa diversa, ricadendo anche su alcuni cliché nella costruzione della tensione. Ciononostante, la sua visione distopica resta interessante e DeMonaco un autore da tenere d'occhio.
I notiziari sulle vittime dello Sfogo annuale e le interviste a sociologi che ne sostengono l'utilità rimbalzano intanto in tv. "Permettici di compiere il nostro dovere di americani", chiede al signor Sandin un educatissimo killer in cravatta a scacchi (Rhys Wakefield). Anche la provocazione al patriottismo americano è servita. 

5) Produzione low budget, incassi al top

Molto modesto è stato il budget a disposizione di DeMonaco, 3 milioni di dollari. Ma il box office internazionale sta premiando il suo lavoro con oltre 76 milioni di dollari, tanto che già è in cantiere un sequel. 
Non a caso dietro a La notte del giudizio c'è Jason Blum, produttore dei successi della serie Paranormal Activity e di altri film famosi con "micro-budget" quali Insidious e Sinister. Tra i produttori c'è anche la Platinume Dunes di Michael Bay, il regista di Transformers

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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