Il cinema del 2013: 10 facce indimenticabili
Credits: Mondadori Sirio
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Il cinema del 2013: 10 facce indimenticabili

Pistoleri e giornalisti, piloti e agenti della Cia, giustizieri e balordi di provincia: sono loro i personaggi che hanno lasciato il segno nei film di quest'anno. Al primo posto della Top 10, il fiammeggiante Django interpretato da Jamie Foxx

Giornalisti disillusi e schiavi assetati di vendetta. Agenti segreti ossessionati dalla missione da compiere e padri di famiglia che il dolore ha trasformato in feroci aguzzini. Piloti dall'orgoglio smisurato e stralunati balordi della provincia friulana. Per non parlare di certi improbabili venditori di aspirapolveri... Anche nel 2013, di personaggi indimenticabili il cinema ne ha regalati parecchi: e poco importa se sono italiani o stranieri, protagonisti di kolossal hollywoodiani o debuttanti di film a bassissimo budget. L'importante è che abbiano lasciato il segno. Questa Top 10 è dedicata a loro, alle 10 facce che mi sono rimaste in mente pensando all'anno cinematografico che sta finendo.

>>Il meglio del 2013 <<

1. JAMIE FOXX (DJANGO UNCHAINED)

La grinta dello schiavo innamorato, che rovescia mezzo mondo per ritrovare la sua Broomhilda, è il biglietto da visita del magnifico film di Quentin Tarantino. Django Unchained è esagerato, fragoroso, inconfondibile come il suo autore. Anche il cast è sensazionale: grandissimo il dentista pistolero Christoph Waltz, e notevoli anche il negriero Leo DiCaprio e il suo laido servitore Samuel L. Jackson. Ma più di tutti resta impresso lui, Jamie, eroe senza catene che festeggia la ritrovata libertà indossando un surreale completo azzurro cielo.

 

2. TONI SERVILLO (LA GRANDE BELLEZZA)

Sta diventando stucchevole tessere le lodi di questo attore, al quale farebbe bene un bel flop ogni tanto per tornare nel girone degli umani. D'altronde, nei panni di Jep Gambardella, cronista mondano che detta legge nelle feste e nei salotti di una Roma intontita dal suo vuoto morale, Servillo è davvero impeccabile. Il film di Paolo Sorrentino gli regala un altro ruolo straordinario, quello di un uomo che finge con gli altri di accontentarsi di quello che è diventato, senza riuscire però ad ingannare se stesso. Accanto a lui, la migliore Sabrina Ferilli degli ultimi dieci anni.

 

3. JESSICA CHASTAIN (ZERO DARK THIRTY)

Una donna distrutta dalla tensione e dalla fatica sale, unica passeggera, sull'aereo militare che dal Pakistan deve riportarla negli Stati Uniti. Si chiama Maya, ed è l'agente della Cia che ha speso dieci anni di vita per dare la caccia a Osama Bin Laden... Finalmente un film nel quale la Casa Bianca, la Cia e l'America in genere non sembrano succursali del Paradiso: fra torture, burocrazia e colpi bassi, Kathryn Bigelow conferma un'ovvietà: la guerra puzza, punto e basta, e la giustizia e la vendetta spesso si assomigliano. E se Jeremy Renner, allucinato artificiere, poteva intestarsi gran parte del merito per il successo di The Hurt Locker (il precedente film della Bigelow), Jessica Chastain non è da meno, con la sua fragilità d'acciaio e la pedante volontà di non arrendersi mai. La sua è una maschera splendida, che illumina un film cupo ma bellissimo.

 

4. HUGH JACKMAN (PRISONERS)

In un anno avaro di soddisfazioni per i big di Hollywood (ma di questo parleremo presto in un altro post), mister Jackman va contromano e si fa addirittura in tre: prima furoreggia nel musical Les Misérables, poi sbanca il botteghino con Wolverine - L'immortale, e infine spiazza tutti con un personaggio inquietante come il film che lo ospita, il magnifico Prisoners. È Keller Dover, un buon padre di famiglia (o almeno così sembrerebbe) che, dopo il rapimento di sua figlia, decide di «indagare» a modo suo: chiude in una casa abbandonata il principale sospettato e lo tortura per giorni. Ma la verità (spaventosa) che sta cercando se ne sta nascosta altrove... Minaccioso, ambiguo, disturbante: mai visto un Jackman del genere. Indimenticabile.

 

5. DANIEL BRÜHL (RUSH)

Che Rush sarebbe stato un film spettacolare lo si poteva immaginare: sono storie come questa che hanno fatto del regista Ron Howard uno dei benemeriti del box office mondiale. Nella storia del duello tra i piloti James Hunt (Chris Hemsworth, in arte Thor) e Niki Lauda (Daniel Brühl), la vera sorpresa è proprio quest'ultimo, capace di esprimere alla perfezione la complessità del campione austriaco, che neppure un gravissimo incidente ha saputo piegare. Ciliegina sulla torta, la capacità davvero impressionante dell'attore di sembrare identico all'originale.

 

6. MICHAEL DOUGLAS (DIETRO I CANDELABRI)

La storia del pittoresco showman Domenico Liberace, famosissima e strapagata star del music hall negli Anni 50 e 60, sarebbe stata affascinante anche se non l'avesse interpretata Michael Douglas. Figuriamoci che cosa è venuto fuori quando uno dei più celebrati duri di Hollywood ha accettato di vestire i panni di un mattatore che, ormai sessantenne, s'innamora del suo giovane assistente (l'eccellente Matt Damon). Dietro i candelabri è un film sorprendente che, grazie anche alla regia di Steven Soderbergh, evita con cura l'effetto macchietta per raccontare senza cadute di tono un amore improbabile ma vero. Quanto a Douglas, è... Douglas. Non mi viene in mente un complimento migliore.

 

7. CHECCO ZALONE (SOLE A CATINELLE)

Il suo film vi ha fatto schifo? Nessuno ve ne fa una colpa. Resta il fatto che al di là degli incassi (che lo hanno già consegnato alla storia del cinema italiano), Zalone e i suoi personaggi- camaleonte (nello stesso film il cialtrone che vende gli aspirapolvere alle zie si trasforma in sedicente mago della finanza) fanno parte ormai della storia del costume nazionale. E certe espressioni made in Checco sono talmente «italiane», che quando gliele vedi fare ti senti avvampare perché sai che, almeno una volta nella vita, hanno toccato anche te.  

 

8. PIF (LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE)

 

Adesso non si può più fare finta di niente: Pif è davvero un grande. Che Pierfrancesco Diliberto (questo il suo vero nome) non fosse solo un'ex Iena lo si era già capito seguendo le inchieste solo apparentemente bislacche che aveva realizzato nel programma Il testimone su Mtv. Con il suo primo film, il regista e attore si segnala per la sua capacità di evitare tutte le trappole riservate ai neofiti: nel suo lavoro non c'è spocchia, né retorica, né ingenuità. E la capacità di trattare un tema velenoso con una poesia che sorprende.

9. GIUSEPPE BATTISTON (ZORAN IL MIO NIPOTE SCEMO)

Cinema vero, di nebbia, cantine e strade impervie al confine con la Slovenia. Qui vive Paolo Bressan, uno dei migliori personaggi mai capitati a Giuseppe Battiston, attore fisico nella migliore accezione del termine. Bressan è uno che non corre certo il rischio di essere scambiato per il grande Gatsby: dimesso, bisunto, quasi sempre sbronzo, tira su quattro soldi lavorando a una mensa per anziani, e se li beve subito dopo all'osteria del suo paese, quattro anime in provincia di Gorizia. È un fallito senza remissione, che cerca sempre di fregare il prossimo; poi, però, incontra Zoran, un nipote a dir poco strambo, e che gli piaccia o no la sua vita dovrà cambiare. Una storia minima, con un grande interprete.

 

10. DANNY TREJO (MACHETE KILLS)

Se Machete era divertente, il sequel Machete Kills è straordinario: una parodia a trecento all'ora di quelli che chi parla forbito definisce exploitation movies, un concentrato di sesso, cazzotti e sparatorie. Quando poi il regista si chiama Robert Rodriguez, capita che nel cast invece di quattro scalzacani si affollino star come Mel Gibson, Antonio Banderas, Charlie Sheen e Lady Gaga. Senza offesa per nessuno, però, ma il vero plus dell'operazione è il protagonista: il leggendario Danny. Uno uno per il quale “faccia da galera” non è un epiteto ma una constatazione: in gioventù, prima di sbarcare sul set, s'è fatto più di 10 anni. Mito assoluto.

 

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Alberto Rivaroli