Maddalena Mayneri su Cortinametraggio 2023: «Servono sponsor ma non posso tradire i registi. Ecco le novità»
Maddalena Mayneri (Jacopo Marchini)
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Maddalena Mayneri su Cortinametraggio 2023: «Servono sponsor ma non posso tradire i registi. Ecco le novità»

La coriacea fondatrice del festival a vista Dolomiti non si arrende: «C'è sempre lo spauracchio del fallimento ma in tanti credono in noi». Per l'edizione numero 18 apre al teatro e propone una sezione di cinema afgano

La voglia di combattere per scovare e lanciare nuovi talenti del cinema è quella con cui l’avevamo lasciata qualche mese fa. Nel frattempo Maddalena Mayneri ha archiviato l’edizione 2022 di Cortinametraggio e, nonostante le difficoltà a reperire sponsor per il suo festival dedicato alla cinematografia breve e i recenti timori di dover chiuder i battenti, non si arrende: energie tutte puntate su Cortinametraggio 2023, che si svolgerà dal 21 al 26 marzo a Cortina d’Ampezzo. «Sono già arrivati 180 corti sulla piattaforma Filmfreeway» ci dice la vulcanica fondatrice della rassegna a vista Dolomiti, sotto lo sguardo della Tofana. «Non posso chiudere, non posso tradire i registi che credono in noi; stanno arrivando cortometraggi davvero belli».

Sarà l’edizione numero 18, quella della maggiore età.
«Sì, Cortinametraggio continua. Non so come ma ci sarà di nuovo. È cambiata l’amministrazione comunale a Cortina e il nuovo assessore alla Cultura si è dimostrata molto vicina, ha detto che cercherà di fare tutto il possibile. Ho chiesto che aumentino il contributo perché non è possibile andare avanti con 20.000 euro più la sala. C'è molta voglia di avere il festival».

C’è sempre lo spauracchio del fallimento?
«C'è sempre, perché non ci sono gli sponsor e ho sempre bisogno di aiuti e supporti, però non posso tradire i giovani registi che hanno fiducia in noi. Sono appena stata alla Festa del cinema di Roma a vedere i corti di Alice nella città per avere delle anteprime. Tra l'altro il direttore artistico è lo stesso di Cortinametraggio, Niccolò Gentili. Ho visto recentemente il corto Briciole che ha vinto il Giffoni ed è bellissimo, veramente struggente, stiamo studiando un percorso per lui».

Che novità aspettarci da Cortinametraggio 2023?
«Innanzitutto è stato confermato il patrocinio della Polizia di Stato, per cui sto elaborando un progetto interessante che preveda la produzione di tre corti a tema sociale realizzati da registi di Cortinametraggio. E poi ci sono due grandi novità. Ogni anno cerco di dischiudere delle strade nuove e ho deciso di aprire la prossima edizione al teatro, con pièce di attori o registi che hanno solcato il palcoscenico di Cortinametraggio. Ad esempio ci sarà lo spettacolo Tipi di Roberto Ciufoli (da anni presentatore di Cortinametraggio, ndr), quindi a seguire la proiezione dei corti. Uniamo teatro e cinema, anche perché il festival si svolge all’interno di un teatro. Mi sembrava interessante mostrare come molti registi che hanno realizzato corti facciano teatro e dirigano anche pièce teatrali. Emanuele Aldrovandi, ad esempio, che nel 2021 aveva vinto con il corto Bataclan, è in scena con uno spettacolo molto particolare, L'estinzione della razza umana con Eleonora Giovanardi. Uniamo le due arti che hanno sofferto molto in questi ultimi due anni di pandemia, in modo che il pubblico possa anche capire come cinema e teatro implichino due modi diversi di recitare».

E l’altra grande novità della XVIII edizione?
«Il festival si internazionalizza con una sezione speciale dedicata al cinema afgano. Al rientro dalle vacanze estive ho avuto la fortuna di incontrare una ragazza di Kabul, Sohila Akbari, appena arrivata in Italia con la Farnesina, con una bambina di 3 mesi. Il marito è ingegnere, professore universitario, lei è esperta di cinema, ha lavorato in molti film e ha organizzato festival a Kabul. Quando ha sentito quello di cui mi occupo le sono brillati gli occhi. D’istinto le ho proposto di lavorare con me per realizzare una sezione di bei corti afghani: saranno sei i cortometraggi, di alto livello. Lei curerà la direzione artistica. La maggior parte dei registi coinvolti vive in Europa, tra Parigi e Berlino, quindi potranno venire a Cortina a presentare il loro corto. Poi sto lavorando alla giuria: ho già l’ok di Roberto De Paolis, di cui a Venezia ho amato il film Princess. Mi piacerebbe che ci fosse Stefania Sandrelli: sarebbe un bel sogno. C’è da vedere che contributi avrò per poter sostenere le spese, che non sono poche».

Nella scorsa intervista era emersa la volontà di collaborare con le Olimpiadi invernali di Milano Cortina d’Ampezzo 2026. C’è qualche sviluppo?
«Le Cortiadi, incentrate sugli sport invernali, continuano, è un progetto che c'è e che rifaremo. Spero di portare almeno due corti. Per quello che riguarda le Olimpiadi Invernali, dopo le recenti elezioni politiche sarà cambiato il management, quindi dobbiamo aspettare gli assestamenti. Mi auguro che qualcuno si svegli e ci dica: “Ok, ci siamo”. Intanto vado avanti con le Cortiadi, sono già in moto con Roberto Ciufoli che è entrato nell'associazione. Invece, purtroppo, ho chiuso definitivamente la mia società perché non ho potuto più sostenere le spese, ho dovuto licenziare una persona e adesso di fatto lavoro solo con l'associazione culturale Cortinametraggio. Chiederemo agli amici del festival di associarsi per sostenerci, apriremo le iscrizioni sul sito e ciò permetterà al pubblico di partecipare in prima linea: sarà un aiuto importante. Vorrei fare in modo che la gente ci creda: è fondamentale per aiutare il festival ad andare avanti. Ho già avviato collaborazioni con case di produzione: il mondo del cinema ci crede, vengono a cercare i talenti da noi per aiutarli a crescere e diventare importanti».

A tal proposito, Cortinametraggio è già stata trampolino di lancio di registi importanti come Paolo Genovese, Luca Miniero, Massimo Cappelli. Tra i nomi recenti chi altro sta spiccando il volo?
«Ciro Zecca, che era a Cortinametraggio 2018 con il corto Ci vuole un fisico che aveva sceneggiato, è co-sceneggiatore di Vita da Carlo, la serie tv su Carlo Verdone. Valerio Vestoso, che ha vinto l’anno scorso con il bellissimo corto Le buone maniere, è sceneggiatore della serie Rai Vincenzo Malinconico, avvocato di insuccesso. Era a Cortinametraggio anche Laszlo Barbo, regista della serie tv Rai Un passo dal cielo, in cui recita Enrico Ianniello che è stato nostro giurato. Fulvio Risuleo, il regista de L’uomo materasso, un corto geniale che ha vinto nel 2022 e sta avendo un gran proseguo, ha diretto il film Notte fantasma con Edoardo Pesce (al cinema dal 17 novembre, ndr). Alessandro Parrello, che ha vinto tutti i premi possibili con Nikola Tesla, l'uomo dal futuro, sta preparando il suo lungo. Alessandro d'Ambrosi e Santa de Santis, autori del corto Buffet, sono i registi dello spot con Pannofino per il Ministero dello Sviluppo Economico per aiutare i cittadini a contrastare il telemarketing invasivo».

Chiara Vinci è il volto della nuova edizione.
«Sì, il volto nuovo è la giovane e talentuosa attrice Chiara Vinci in un manifesto bellissimo insieme a Niccolò Gentili: lui è il direttore artistico, quindi ho voluto che ci mettesse la faccia, tra i protagonisti».

Il fatto che le sale cinematografiche fatichino a riprendersi dopo la pandemia spaventa?
«Mi spaventa tantissimo, vedo i teatri sempre pieni e i cinema vuoti, anche se sembra che pian piano la gente stia tornando in sala. Il fatto è che tutti i film sono a disposizione su Netflix, Prime Video o in tv. Ormai le piattaforme digitali stanno portando via tutti i film: ad esempio Blonde, il biopic su Marilyn Monroe, è uscito in streaming subito dopo l’anteprima a Venezia. Tra l’altro è una cosa molto forte che Barbera, il direttore della Mostra del cinema di Venezia, abbia aperto in maniera così forte a Netflix. È decisamente concorrenziale con le sale cinematografiche. La bellezza di vedere un film come Top Gun 2 al cinema, da cui sono uscita commossa, è ineguagliabile. Con i film italiani è già più difficile trovare qualcosa di attrattivo. Sicuramente anche un film meraviglioso come Bones and All di Guadagnino (in uscita il 23 novembre, ndr) è da vedere al cinema, anche se è più una produzione americana che italiana».

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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