Gary Oldman e Meryl Streep
ANSA/ETTORE FERRARI

Meryl Streep indaga (con humour) sullo scandalo dei Panama Papers

A Venezia il nuovo film di Steven Soderbergh. L'intricato sistema finanziario sotterraneo è trattato in chiave pop. Ma non sempre basta per rimanerne avvinti

Azioni al portatore, asset, società offshore, paradisi fiscali, traffici e maneggi finanziari popolano il nuovo film di Steven Soderbergh, che porta al Lido sua maestà Meryl StreepThe Laundromat, presentato alla Mostra del cinema di Venezia in corsa per il Leone d'oro, racconta in chiave satirica le intricate vicende sporche dei Panama Papers, lo scandalo mondiale che ha scoperchiato un vasto sistema di elusione fiscale, con il coinvolgimento di vip e ricconi internazionali. "Basato su veri segreti": è la frase che apre il film. E infatti molti dei fatti e dei personaggi vengono dalla realtà e dai disvelamenti di inchieste giornalistiche.

Alla seconda proiezione per la stampa in Sala Darsena applausi pieni per The Laundromat, anche per il poderoso finale di stampo teatrale, in cui sale in cattedra Lady Streep (in Italia il film è distribuito da Netflix con il titolo Panama Papers). Soderbergh spinge sul ritmo e sull'ironia, ma è facile smarrirsi tra le anse economiche, seppur dispiegate in chiave pop. Se non si sale bene in sella, è probabile essere disarcionati, tra sbadigli (stile La grande scommessa).

Streep interpreta Ellen Martin, una rispettabile signora a cui la vita cambia faccia in un batter d'occhio. Sulle tracce di una falsa polizza assicurativa, in un gioco di scatole cinesi vorticoso, Ellen arriva a Jürgen Mossack e Ramón Fonseca Mora, i fondatori dello studio legale Mossack Fonseca con sede a Panama, che aiuta i suoi facoltosi clienti a "proteggere" i propri soldi, spesso ricorrendo alla creazione società di comodo. I due legali, veramente esistenti, sono incarnati da Gary Oldman e Antonio Banderas. In smoking, papillon e drink in mano, i due guardano la telecamera con fare piacione, spiegando con humour il loro intricato mondo e quel sistema finanziario sotterraneo in cui finiscono migliaia di dollari provenienti da riciclaggio e fonti nebulose.

A Venezia super Meryl, con i suoi modi affabili e lucenti, racconta: "Volevo lavorare con Steven da tanto, perché ammiro il suo lavoro. Intrattenere il pubblico con qualcosa di incredibilmente complesso, dark e complicato: sapevo che lui sarebbe riuscito. O lui o Bertolt Brecht", sorride. 

Con lei sono sbarcati al Lido anche Oldman e Soderbergh, regista statunitense prolifico di Erin Brockovich - Forte come la verità, Traffic, Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco. La sceneggiatura, scritta da Scott Z. Burns, è tratta dal romanzo Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite di Jake Bernstein

"È un fiilm divertente ma di fatto molto importante", dice ancora Meryl Streep. "Parla di un crimine che ha tante vittime, primi tra tutti i giornalisti che hanno indagato in merito, come la reporter maltese uccisa Daphne Caruana Galizia".

The Laundromat
Biennale di Venezia
Meryl Streep nel film "The Laundromat"

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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