Ksenija Rappoport, intervista alla battagliera protagonista di Noi 4
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Ksenija Rappoport, intervista alla battagliera protagonista di Noi 4

La stupenda attrice russa è la mamma agguerrita e apprensiva del sincero affresco famigliare di Francesco Bruni: "Non è stato facile interpretare una donna quasi romanesca". Sullo sfondo una Capitale pulsante, diversa da quella de La grande bellezza. "Sono felice che l'Italia abbia vinto l'Oscar"

Elegante e con un sorriso timido e dolce, Ksenija Rappoport ci accoglie con la sua bellezza raffinata e il viso un po' teso di chi l'italiano lo conosce ma non come lingua madre. Attrice di grande classe e bravura, dall'importante formazione teatrale, in Italia ce l'ha fatta conoscere - per fortuna - Giuseppe Tornatore nel 2006 con La sconosciuta. Da allora Ksenija ha inanellato film e premi tricolori, per ritornare poi sempre alla sua San Pietroburgo e al suo lavoro in patria. 

Ora è grazie a Francesco Bruni che abbiamo di nuovo l'occasione di vederla nelle sale cinematografiche italiane, dove dal 20 marzo è protagonista di Noi 4, insieme a Fabrizio Gifuni, Lucrezia GuidoneFrancesco Bracci Testasecca. Lo sceneggiatore di tutti i film di Paolo Virzì è alla sua opera seconda dietro la macchina da presa dopo il buonissimo esordio da regista con Scialla! (2011). Attingendo alla sua quotidianità di padre romano, ci porta in un affresco famigliare sincero e intenso, pennellato da un lieve umorismo e tanta autenticità. In una calda giornata di giugno a Roma Ksenija è Lara, donna russa ormai da anni in Italia, madre attenta e anzi un po' "poliziotto", con il bisogno irrefrenabile e ansiogeno di aver tutto sotto controllo. Ingegnere affermato, è lei che ha sempre pensato a tutto in famiglia, anche a portare uno stipendio a casa, visto che suo marito Ettore (Gifuni), in teoria scultore, in pratica uomo dal pochissimo senso pratico, ha come principale attività non fare niente. Eppure, a differenza di Lara, è sempre di buonumore e positivo verso la vita. Emma (Guidone), la figlia più grande, stravede per il padre, da cui ha ereditato forse lo spirito più ribelle e scanzonato, mentre ha evidenti rancori verso la madre. Giacomo (Bracci Testasecca), il figlio minore che deve affrontare gli orali degli esami di terza media, ha invece il carattere più serio e responsabile della madre. 

In quest'unica giornata raccontata i quattro si incontrano e si scontrano, Lara cozza come sempre con l'inaffidabilità del suo ormai ex marito, Emma con l'apprensione nervosa della madre, Giacomo con l'irresponsabilità del padre, Ettore con le sue debolezze. Si ritrovano a coppie di due, sempre diverse. Per scoprire però, che nonostante tutto, sono ancora una famiglia. Sullo sfondo una Roma molto realistica, la stessa eppure così diversa da quella quasi dipinta de La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
"Quand'ero piccola vedevo che eravamo la cosa più bella al mondo", dice - grosso modo - con amaro rimpianto la ventitreenne Emma. "Lo siamo ancora", le risponde il padre, "soltanto ci siamo divisi per portare la bellezza ai quattro angoli del mondo". 
Nel cast in piccole parti, luccicanti come perle, Milena VukoticRaffaella Lebbroni, rispettivamente amica di Lara e sorella di Ettore. 

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Incontriamo Ksenija Rappoport, ancora una volta autrice di una prestazione tutta testa e cuore. Ci fa subito sapere che non vuole commentare la complicata situazione che sta vivendo attualmente la sua Russia. Che si parli solo di cinema...

Il tuo personaggio in Noi 4 è il più italiano di quelli che finora hai interpretato in Italia: sta a Roma da più di vent'anni, lavora ai cantieri capitolini... È stato difficile cercar di essere quanto più romana?
"È stato difficile. È stata la mia più grande preoccupazione in questo lavoro perché quando ho letto la sceneggiatura - che mi è subito molto piaciuta - ho visto il mio personaggio, Lara, assolutamente italiana, proprio cento per cento italianissima. Dalla sua maniera di parlare alle parolacce romanesche, vedevo una donna italiana. Ho detto a Francesco che mi dispiaceva farla russa, perché è così bella, il suo fascino, questa sua romanità... Poi, quando lui ha deciso che la facessi io, abbiamo pensato di mantenerla il più romanesca possibile. Non so quanto sono riuscita a farlo, però ho provato, ho lavorato molto per far sì che fosse credibile che ha vissuto a Roma vent'anni". 

In questo ruolo sei mamma di due figli, la maggiore dei quali ha 23 anni e fa l'attrice. Anche tu nella vita hai due figlie e la più grande è ventenne e fa anche lei l'attrice. C'è qualche analogia col tuo personaggio? Lara ti assomiglia un po', anche caratterialmente?
"Siamo diverse, però quando costruisci il personaggio metti sempre una parte di te; è impossibile fare in un altro modo per me, quindi qualche cosa sicuramente c'è. La somiglianza più grande secondo me è che siamo due donne moderne e viviamo nello stesso mondo moderno, affrontiamo gli stessi problemi, il ritmo micidiale dei nostri giorni, quando non riesci a fare le cento cose che devi fare in una giornata, hai il traffico, il caldo, i figli che hanno i loro problemi, e tu devi risolvere tutto, devi guadagnare, devi essere brava al lavoro, devi fare la brava mamma. Lara è abituata a controllare tutto e tutti e a combattere come un soldato, quindi a un certo punto anche se i problemi non ci sono li costruisce da sé, non è più capace di accettare la vita così com'è, è sempre in una posizione di guerra".

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Nella tua filmografia hai recitato in diversi drammi, La sconosciuta su tutti, e poi nel noir La doppia ora (2009)... Avevi già avuto una piccola parte nello spensierato Italians (2009) ma ora sei protagonista di una commedia. Ti piace far ridere? 
"Mi piace da morire. Vorrei fare le commedie, non so quanto sono buffa ma mi piace molto. È molto più difficile far ridere che far piangere". 

Preferisci i toni tragici o quelli comici? 
"Mi piacciono le storie vere che mi toccano, mi fanno pensare, il genere non ha importanza". 

Sei molto apprezzata in Italia: ti senti un po' anche italiana?
"No, mi sento russa". 

Hai lavorato sia con registi russi che con registi italiani: ci sono differenze di fondo tra le due realtà?
"No, non c'è nessuna differenza geografica, dipende solo dalla personalità. Per fare il mestiere di regista si deve essere una persona molto forte e quindi dipende tutto dal carattere, non c'è differenza tra russi, italiani, africani... Sono diverse forse solo la cultura e la tradizione". 

Tra poco ti vedremo nel thriller La foresta di ghiaccio di Claudio Noce e ne Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, fantasy per famiglie. Ci puoi anticipare qualcosa?
"La foresta di ghiaccio è stata un'avventura tosta per me, abbiamo girato in brevissimo tempo, la storia è difficile, molto interessante, misteriosa, faccio un tipo di personaggio che non avevo ancora mai fatto. Non ho ancora visto il film, sono molto curiosa. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con Emir Kusturica, che è davvero forte. Ha una personalità che prende tutto lo spazio... entra e, senza che faccia niente, non esistono più gli altri". 

E poi c'è anche Adriano Giannini che in una passata intervista  disse che sei una delle attrici con cui è stato più bello recitare perché sei professionale ma anche allegra sul set...
"È un bravissimo attore, un partner perfetto, anche lui molto allegro e professionale (in un sorriso, ndr). Poi ci sono Domenico Diele, giovane attore, e Maria Roveran, bravissima giovane attrice italiana. Il film è una storia misteriosissima, quindi non posso svilupparla ora. Ne Il ragazzo invisibile di Salvatores faccio un'apparizione alla fine del film: è stato bellissimo, sono tornata di nuovo a Trieste, dopo abbiamo girato La sconosciuta tanti anni fa, ormai otto".

È stato emozionante?
"È stato emozionantissimo per me, riconoscevo i luoghi, bellissimo". 

Hai visto La grande bellezza?
"Sì. Mi è piaciuto da morire, un grandissimo film. È stato molto apprezzato in Russia; prima ancora che uscisse al cinema io e tutti i miei amici l'abbiamo visto ed è stato uno dei migliori film degli ultimi anni. Bellissimo, poi adoro Servillo. È venuto poco tempo fa a recitare nel mio teatro, per il Festival di San Pietroburgo, con il suo spettacolo Le voci di dentro, stupendo, che ha avuto un grande successo pure da noi. Quindi sono felice per l'Italia, che abbiate vinto l'Oscar, meritatissimo". 

Tra qualche giorno tocchi un traguardo fatidico: il 25 marzo compirai i tuoi primi 40 anni. 
"I miei primi e gli ultimi (sorride, ndr)". 

Ti spaventa varcare questa soglia?
"No, ormai no. Ero molto più spaventata quando ne ho compiuti 30 perché mi sembrava la fine del mondo. Ormai ho capito che la fine del mondo... è ogni giorno (e ride, ndr)". 

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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