Golden Globe 2013, Jodie Foster e il suo coming out scombinato ma amabile
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Golden Globe 2013, Jodie Foster e il suo coming out scombinato ma amabile

La superba attrice e regista ha confessato la sua omosessualità. Di nuovo. Ma in maniera buffonesca e non così commovente. È difficile capire perché l'abbia fatto, ma è sempre più facile amarla

Tutto d'un fiato, di corsa e a voce alta, quasi urlante e in maniera buffonesca, sotto lo sguardo adorante dell'amico Mel Gibson che nel vederla parlare sembrava avesse di fronte uno zampillo d'acqua tra le asprezze del deserto.

Jodie Foster, nel ricevere il premio alla carriera Cecil B. De Mille Award nella notte dei Golden Globe, domenica 13 gennaio scorso, ha finalmente rivelato pubblicamente la sua omosessualità, per la gioia delle associazioni gay. "Sono... single", ha prima ammesso burlescamente, per poi aggiungere quello che tutti si aspettavano e sapevano: "Sto scherzando. Ho fatto il mio coming out tanti anni fa, all'età della pietra. Ma allora era diverso, una ragazza poteva dire certe cose a chi le stava vicino e le voleva bene, un po' alla volta; prima alla famiglia, agli amici più cari, poi ai colleghi" (qui la trascrizione dell'intero discorso ).

Non immaginate quale sia stata la mia sorpresa di fronte a questa dichiarazione. Sorpresa che la mitica Jodie sia lesbica (suvvia, usiamola questa parola)? No, ovviamente no. La domanda subito fioritami in bocca ieri è stata: ma... l'indimenticabile Clarice de Il silenzio degli innocenti, la sfrontata baby prostituta di Taxi driver, non aveva già fatto il suo coming out qualche tempo fa? Sono andata a spulciare tra le notizie passate e, sì, la memoria non mente: ritirando il premio Women in Entertainment, il 4 dicembre 2007, l'eterna ragazzina e lady di ferro del cinema aveva ringraziato "la mia bellissima Cydney, che mi è accanto in tutte le difficoltà e nelle felicità". Non era già questo un coming out, una dichiarazione d'amore alla compagna di una vita, la produttrice Cydney Bernard, conosciuta nel 1993 sul set di Sommersby? Sì che lo era. Peccato che però fu poco fortunato: poco dopo le due si lasciarono.

Che bisogno c'era, allora, di ripetersi due giorni fa, in maniera quasi forzata, poco naturale, di certo più diretta, sul palco del Beverly Hilton Hotel? Jodie non sembrava la solita Jodie. Aveva addosso una faccia da giullare. Voleva far la simpatica e non prendersi troppo sul serio, non voleva cadere nel sentimentalismo, scherzava e scherzava. Forse il nervosismo la faceva parlare in maniera sempre più veloce, quasi in apnea, e so loud. Chissà se stava ripetendo una parte più volte provata da sola, da perfetta attrice, davanti allo specchio. Chissà se si è detta: "Che rottura! alle associazioni gay l'altro coming out non è andato bene, ora saranno tutti contenti". Chissà se l'industria del cinema in passato più volte le ha proibito di dire e lei questa volta si è detta: "Stasera dico quello che voglio".

E se molti hanno definito la sua confessione commovente, a me non è sembrata tale. Ho trovato invece tenero e forse sì commovente lo sguardo di amici e colleghi su di lei. Soprattutto quello di Mel Gibson, appunto, estatico. E poi quello della giovane Jennifer Lawrence, che già è stata diretta da Jodie in Mr. Beaver, ammirato e quasi innamorato. Quello di Anne Hathaway, rispettoso. Fino a quello bellissimo di Marion Cotillard, soave e accogliente.

"Adesso, stando a quanto mi dicono, da tutte le celebrità ci si aspetta che spiattellino i dettagli della propria vita privata con una conferenza stampa, un nuovo profumo o un reality show in prima serata" ha detto alla celebre platea Jodie. "Mi dispiace, ma io non sono Honey Boo Boo Child (la bambina protagonista di un reality trash su reginette di bellezza, ndr) e non lo sarò mai. E vi assicuro che il mio reality sarebbe stato davvero noioso: avrei dovuto limonare con Marion Cotillard o sculacciare Daniel Craig per restare in onda". Certo Jodie, chi non limonerebbe con Marion o non farebbe cosacce con Daniel?

Nel ricevere il premio alla carriera occhi di ghiaccio Jodie l'ha dedicato ancora una volta alla sua ex compagna di vent'anni Cydney e ai loro due figli, presenti in sala. "Non potrei essere qui senza riconoscere uno dei più profondi amori della mia vita, la mia eroica co-genitrice, la mia ex-partner in amore ma sorella di anima nella vita, il mio confessore, amica di sci, consigliere, 'best friend forever' più amato di 20 anni, Cydney Bernard". E qui il suo discorso con la quinta inserita ha forse rallentato l'andatura, almeno per un po'.

Al diavolo tutti, al diavolo agenti cinematografici e rappresentanti gay, al diavolo aspettative dei fan e domande di giornalisti! Ricevendo a soli 50 anni il premio già assegnato a cineasti del calibro di Steven Spielberg, Martin Scorsese e Robert De Niro forse Jodie si è semplicemente detta "oggi sono io". Ha brevemente passato in rassegna i ben 47 anni di cinema, da quando già a tre anni recitava per la pubblicità Coppertone. Ha ringraziato il suo staff, ha ironizzato sui ruoli del passato, e ha spiegato perché in tutti questi anni non ha avuto il bisogno di dichiarare pubblicamente chi fosse nella sua vita privata, tenendo visceralmente alla sua privacy.

Si sarà chiesta come farlo, come raccontarsi. E lei, donna altamente autocontrollata, che non ama concedersi di mostrarsi fragile in pubblico, avrà trovato in questa modalità un po' istrionica, sicuramente scomposta, quella meno patetica e la più dignitosa per se stessa. Dicendo pur senza dire e senza usare mai certi termini (omosessualità, lesbica, gay). Sam Leith del Guardian l'ha definito un puro e lodabile esercizio di retorica.

Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico, ha ringraziato il re-coming out dell'attrice regista americana: "Il suo gesto trasmette un grande messaggio a tutti quei ragazzi e ragazze gay, lesbiche o transessuali, che hanno paura di vivere alla luce del sole le loro vite. Ho sempre sostenuto che l'esempio dei personaggi pubblici può aiutare moltissimo e per questo motivo voglio ringraziare Jodie Foster. Sono sicura che grazie alle sue parole, da qualche parte nel mondo, oggi ci sarà sicuramente un adolescente omosessuale che si sentirà meno solo e meno impaurito".

Sì, Jodie col suo discorso ha di sicuro dato una pacca sulle spalle a tanti ragazzi e ragazze omosessuali che faticano a vivere serenamente la loro sessualità. Però che non passi la fastidiosa regola che ogni vip debba confessarsi. Non amo le ipocrisie, ma neanche che il coming out pubblico sia un obbligo morale.

Sul calar della scena le parole di Jodie sono andate alla mamma che soffre di demenza senile, e anche qui il ritmo vorticoso delle sue parole è diminuito ed è sembrato di percepire un'increspatura nella sua voce sicura. "La più grande influenza della mia vita, la mia stupenda madre Evelyn. Mamma, lo so che sei dentro quegli occhi azzurri da qualche parte e che per te ci sono tante cose che non capisci stasera. Ma questa è l'unica parte importante da cogliere: Ti amo, ti amo, ti amo. E spero che se lo dico tre volte, sarà magicamente e perfettamente afferrato dalla tua anima".

Più che nel suo discorso, la verità più grande resta negli occhi di mare di Jodie. E in quelli veneranti di Mel. Chi ama Jodie Foster non la amerà di più dopo questa sua chiacchierata turbinosa, perché non la si può amare di più.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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