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Il viaggio di Norm: un orso polare a Manhattan

Bella animazione in una fiaba ecologistica votata alla salvezza dell’Artico tra animali benigni e umani speculatori. Con molta simpatia e divertimento

Viene sempre di pensare, davanti alle forme recenti di animazione cui appartiene questo Il viaggio di Norm di Trevor Wall, ai vecchi cartoon monodimensionali che hanno fatto sognare nel tempo andato intere generazioni di ragazzi. Classici Disney e non solo. Grafica vintage, adesso. Non so quanto capace di affondare le zampe nella fantasia dei giovanissimi di oggi, ma certo col merito di aver insegnato molto, forse tutto, anche ai maghi di computer generated imagery e alla rivoluzionaria Pixar nata dalla testa di George Lucas e dilatata all’infinito da Steve Jobs.

Norm non è figlio di Pixar ma funziona, inutile dirlo, sulle stesse linee visive, come ormai avviene in ogni progetto d’animazione. Qua a produrre sono in tre (Splash  Entertainment, Assemblage Entertainment e Lionsgate), gli effeti visivi sono firmati da Shadab Kazi in una una cooperazione Usa-India. Per raccontare la storia di Norm, un orso polare trentenne che, venendo meno alle prerogative della sua specie, non sa cacciare.

Contro la speculazione edilizia

Ma ben più importante dell’azzannare è il compito che gli viene affidato: salvare l’Artide da una speculazione edilizia pilotata nel cuore di New York dall’orrendo Mr. Greene che, a dispetto del nome ecologistico tutto vuole fuor che rispettare la natura. Di qui  il trip che l’orso, candido nel colore e nel carattere, intraprende verso la Grande Mela, guidato dalla saggia filosofia di vita del gabbiano Socrate e accompagnato da tre pestiferi indistruttibili lemming.

A Manhattan, in una situazione molto americana, Norm viene scambiato per un attore travestito da orso polare e rischia di finire come un fenomeno da baraccone; trovando però una clamorosa popolarità tanto da diventare un eroe della tv e scatenare un flash mob al centro di Times Square. Alla fine, ovviamente, con la sponda di due personaggi femminili (Vera, direttrice marketing di Mr. Greene e soprattutto di sua figlia Olympia), l’orso riuscirà del suo intento scongiurando il misfatto prima di tornare a casa in un epilogo molto spettacolare e tempestoso.

Impostazione morale

Capriole, salti e rimbalzi in un mondo affollato di animali polari e di umani non sempre benigni. La fiaba ecologista, oltre la dinamica del racconto, le belle canzoni e i pregi della sua architettura visuale, magari non sarà designata a far parte delle leggende dell’animazione ma possiede tutti i numeri per piacere ai più piccoli e appagare il consumo divertito del cinema per famiglie. Possiede, come si deve, una sua solida impostazione “morale” e didattica, il suo protagonista Norm – che ha ereditato dal nonno il dono della parola – ha una sua fresca e giocosa dimensione antropomorfa pur senza negarsi qualche barbaglio ferino. Senza cattiveria, con molta simpatia. Lui e i suoi amici. Voci italiane di Marco Mete, Vittoria Brtolomei, Fabrizio Vidale, Giuppy Izzo, Dario Penne.

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Notorious Pictures distribuzione, Ufficio stampa Lucrezia Viti e Livia Delle Fratte
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Claudio Trionfera

Giornalista, critico cinematografico, operatore culturale, autore di libri e saggi sul cinema, è stato responsabile di comunicazione per Medusa Film e per la Mostra del cinema di Venezia

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