I, Frankenstein, il film con Aaron Eckhart: 5 cose da sapere
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I, Frankenstein, il film con Aaron Eckhart: 5 cose da sapere

La creatura nata della penna di Mary Shelley due secoli dopo è ancora viva ed è protagonista di un action fantasy

Dal 23 gennaio è nelle sale italiane I, Frankenstein, con Aaron Eckhart nei panni della creatura nata dalla penna di Mary Shelley, in un action fantasy che porta il mostruoso individuo ben lontano dalle sue origini e in situazioni in cui la scrittrice inglese probabilmente mai l'avrebbe immaginato. 

Ecco cinque cose da sapere sul film.

1) Dall'autore e dai produttori di Underworld

I, Frankenstein è tratto dall'omonima graphic novel di Kevin Grevioux, che del film è anche attore e produttore esecutivo. Grevioux, che è pure uno degli autori della saga soprannaturale Underworld, si è concentrato sulla creatura tolta alla morte dal dottor Frankenstein e ha pensato a una storia dove i mostri classici e le creature mitologiche assumono una veste feroce e contemporanea.
Anche tra i produttori ci sono due nomi della saga su vampiri e licantropi Underworld, Tom Rosenberg e Richard Wright.

2) Frankenstein un eroe contemporaneo

Dallo spunto di Grevioux, mantenendo ambientazioni scure e gotiche, l'australiano Stuart Beattie, già sceneggiatore della trilogia iniziale dei Pirati dei Caraibi e di Australia, ha tratto una sceneggiatura, di cui è anche regista. Parte dalle scene finali del romanzo del 1818 di Mary Shelley per dare vita a un racconto tutto nuovo, immaginando come si sarebbe evoluta quella creatura in un contesto moderno. Furioso perché il dottor Victor Frankenstein non ha creato una donna come lui, come gli aveva promesso, la creatura uccide la moglie del dottore e inizia il suo vagabondare disperato, sino ai giorni nostri, dimostrando di avere una sovrannaturale resistenza alla morte. Da quando fu rianimata duecento anni prima, ossessiona il principe Naberius, il capo dei demoni che da secoli cerca il modo per dare vita a forme umane prive di anima, da poter possedere senza difficoltà. Lo interpreta un Bill Nighy dai toni diabolici, quasi più temibile in sembianze umane che nella sua trasformazione demoniaca. Dall'altra parte della barricata ci sono invece i gargoyle, le figure dall'aspetto animalesco che spesso ornano gli edifici sacri: questi sono guardiani celesti, che all'insaputa degli umani combattono da secoli le forze del male. Tra queste due entità si trova la creatura di Frankenstein, che Leonore (Miranda Otto), la guida dei Gargoyle, battezza Adam. 
Adam è un essere deluso, non crede più che qualcuno possa apprezzarlo e volere davvero il suo bene. Non vuole stare dalla parte di nessuno, anche se l'incontro con l'umana Terra (Yvonne Strahovski) lo porterà a essere un eroe a tutti gli effetti. 

3) Aaron Eckart, altro che creatura mostruosa!

Altro che bulloni e aspetto spaventevole. Aaron Eckart è tutt'altro che mostruoso e quando sfodera i pettorali nudi (con qualche cicatrice, sì) vediamo una creatura sexy, non da rifuggire. Viene completamente stravolto l'immaginario su Frankenstein. "Abbiamo riflettuto sul suo aspetto" ha detto il simpatico attore americano, nei giorni scorsi a Milano. "Nella nostra idea Frankenstein ha bulloni, braccia e articolazioni rigide. Ma noi non lo volevamo così, anche perché nel film deve combattere e affrontare molta azione. Con il regista ho avuto lunghe discussioni su dove mettere le cicatrici (è creato dall'unione di otto cadaveri) e come si siano evolute nel tempo. Abbiamo cercato di renderlo quanto più umano, anche perché si sente umano, scopre dall'incontro con gli uomini che non ha anima".
Eckart ha scelto di accettare la parte proprio per questo: "È un uomo che ha uno scopo, cerca un'anima, l'amore". 

4) Un mondo nuovo per un personaggio classico

Beattie ha cercato di dare vita a un universo del tutto nuovo, lontano dai soliti vampiri, lupi mannari e zombie. gargoyle e demoni gli sono sembrati due nuovi personaggi forti, di cui quasi tutti hanno sentito parlare ma di cui probabilmente non si sa molto. "Stuart ha dettato delle linee guida di questo mondo mai visto prima", ha raccontato Eckart, "ha inventato nuove regole: come uccidere i demoni con strumenti sacri, il modo per ascendere, come riportare in vita i demoni... Inoltre è esperto di arti marziali e ha deciso di inserire nel film le arti marziali filippine".

5) Non così avvincente

Se è interessante l'universo elaborato da Beattie ed è visivamente intrigante la trasformazione da pietra in creature volanti dei gargoyle, è però poco avvincente la narrazione nel suo insieme, che a volte manca di coerenza. Di certo I, Frankenstein non è una mostruosità ma non è neanche un film ricordare.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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