Atom Egoyan
La Biennale di Venezia / ASAC

A Venezia Guest of honour: Atom Egoyan e la doppia faccia della verità

Film in concorso, intesse intrighi narrativi e segreti che pian piano si dissolvono. Lasciando però addosso un po' di delusione

La percezione della verità cambia a seconda degli occhi che la guardano. Guest of honour, film in concorso a Venezia, si sviluppa attorno a verità fraintese, negate, mascherate, che infettano rapporti e condizionano vissuti. Atom Egoyan torna al Lido a distanza di quattro anni da Remember con un nuovo dramma che si svela con rivelazioni spigolose, pian piano. Questa volta però siamo lontani dalla Shoah. Il fulcro è un rapporto padre-figlia che ha preso strade accidentate. Tra l'altro, quest'anno la Mostra del cinema pullula di film che indagano le tribolate relazioni tra genitori e prole: vedansi La vérité (con mamma Deneuve e figlia Binoche) o Ad Astra (figlio Pitt, papà Tommy Lee Jones).

Il regista canadese di origini armene, che è anche autore della sceneggiatura, svolge il suo racconto su cinque linee temporali diverse che si intersecano e si scambiano. Anticipa tragedie del passato in flashback, per poi spiegare lentamente, in un susseguirsi di scatole cinesi mal disposto. Sollecita costantemente la curiosità di scoprire a dove porterà il tutto, ma ciò non basta per rendere intrigante un puzzle che quando si compone sembra non valer abbastanza l'attesa. 

L'attrice brasiliana Laysla De Oliveira è Veronica, giovane donna che sta organizzando il funerale di suo padre Jim (il britannico David Thewlis). Dall'incontro con il sacerdote (lo statunitense Luke Wilson) addetto al rito, si apre, a ritroso, il racconto di un legame dai tanti segreti e non detti e dai risvolti inattesi. Jim è stato un ispettore alimentare, in giro da un ristorante all'altro per controllare l'adempienza delle norme sanitarie. Veronica è stata un'insegnante di musica alla guida di un'orchestra di ragazzini.
Veronica ha sempre rimproverato una grave colpa a suo padre, tenendoglielo a lungo nascosto. Da piccola, i suoi occhi da bambina hanno visto qualcosa che lui ha celato. Sul cuore di lei però pesa un'altra colpa, che le ha condizionato più volte il destino. E il dramma famigliare prende un po' i toni del thriller, poco riuscito. Gli intrighi narrativi, quando si dissolvono, lasciano delusione addosso

Nella seconda proiezione per la stampa, in Sala Darsena, applausi spompati per Guest of honour

Una curiosità: nel marasma di sentimenti controversi e sensi di colpa, a unire Veronica e Jim c'è l'affetto condiviso per un coniglietto bianco. Coniglietti bianchi, uccisi e ammonticchiati in cucina, sono anche la specialità culinaria di un ristorante ispezionato da Jim. "I conigli sono animali da compagnia o carne da mangiare", dice Egoyan al Lido. "È un paradosso e il paradosso è l'essenza dei miei film". 

Guest of honour
La Biennale di Venezia
Immagine del film "Guest of honour"

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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