10 film da regalare per Natale: gli outsider
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10 film da regalare per Natale: gli outsider

Non sempre li trovate nelle classifiche degli esperti, ma non fatevi ingannare: sono film bellissimi da vedere, rivedere e - visto che le feste si avvicinano - anche da impacchettare per amici e parenti. I nostri favoriti sono Il favoloso mondo di Amélie, Il segreto dei suoi occhi e Midnight in Paris

Chiamiamoli “outsider”: sono quei film (la maggior parte, direi) che tutti elogiano ma poi, al momento di stilare un best of, nessuno ricorda mai. Eppure sono opere d'arte in piena regola, forse troppo recenti per competere con i titoli leggendari di cui ci siamo occupati di recente. Anche questi titoli, però, non possono mancare nella collezione di un cinefilo. Ne abbiamo scelti, come sempre, dieci: prendete nota e correte a comprarli.

1. IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE (Jean-Pierre Jeunet, 2001)

La prima eroina cinematografica del terzo millennio è una dolce cameriera di Montmartre, Amélie Poulin (Audrey Tautou), che scopre una vocazione molto particolare: adora rimettere a posto le cose che non vanno nelle vite degli altri. La cosa le riesce piuttosto bene, ma quando incontra Nino (Mathieu Kasovitz), un tipo strambo che colleziona foto-tessera malriuscite, la ragazza comincia a pensare anche un po a sé... Una favola assolutamente unica nel suo genere, che sprigiona allegria da ogni sequenza. Certo, se non vi piacciono i film francesi che un po' se la tirano, girate al largo; in caso contrario, però, ne sarete estasiati. Merito soprattutto della deliziosa protagonista.

2. IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI (Juan José Campanella, 2009)

Buenos Aires, 1999. Subito dopo essere andato in pensione, un ex ispettore di polizia (Ricardo Darín) decide di scrivere un libro su un caso irrisolto che lo ha tormentato per tutta la vita: il brutale omicidio di una studentessa, avvenuto venticinque anni prima. Sarà anche l'occasione per rivelare i suoi sentimenti a Irene (Soledad Villamil), il giudice che ha sempre amato e che all'epoca aveva indagato con lui. Arriva dall'Argentina una delle sorprese più gradite degli ultimi anni: un po' thriller, un po' melodramma, è un film potente che sorprende e coinvolge, vincendo un meritatissimo Oscar.

3. MIDNIGHT IN PARIS (Woody Allen, 2011)

Diciamolo subito: del celebre (e mai abbastanza lodato) sarcasmo di Allen qui non c'è traccia, o quasi. Ma i capolavori di Woody erano anche poesia, e di quella invece ne troverete in abbondanza; si racconta il soggiorno parigino dell'americano Gil (Owen Wilson), uno sceneggiatore con velleità da romanziere, in vacanza con la promessa sposa Inez (Rachel Mc Adams). Una sera verso mezzanotte, chissà come, l'uomo si ritrova catapultato in un bistrot degli Anni 20, in compagnia dei suoi miti letterari e non: Francis Scott Fitzgerald, Cole Porter, Ernest Hemingway, Picasso. Incontra anche la bellissima Adriana (Marion Cotillard), che vorrebbe portarlo addirittura più indietro nel tempo, nella Belle Epoque... Sceneggiatura da Oscar (che infatti ha vinto) e cast delle grandi occasioni. La vera star, però, è Parigi.

4. ROCKNROLLA (Guy Ritchie, 2008)

Due balordi londinesi (Gerard Butler e Idris Elba) sono nei guai fino al collo: devono restituire due milioni di sterline al losco Lenny Cole (Tom Wilkinson), e se non rispettano i patti finiscono in fondo al Tamigi. Visto però che non hanno un soldo, per “finanziarsi” progettano una rapina al galoppino di un boss russo... Guy Ritchie, fresco di divorzio da Madonna, torna alle origini e, memore dell'ottimo Snatch, propone un altro noir intricatissimo in cui ironia e violenza (dispensate in dosi da cavallo) si alternano efficacemente. Un film che non vedrei con i bambini il pomeriggio di Natale, ma se vi piace il genere ne sarete entusiasti.

5. UNA STORIA VERA (David Lynch, 1999)

Un film sorprendente per almeno due motivi. Primo, perché a raccontare con toni da libro Cuore una vicenda incredibile (ma assolutamente vera) è l'inquietante David Lynch, autore di pugni nello stomaco comeTwin Peaks, Velluto blu e Cuore selvaggio. Secondo, perché  il regista riesce ad avvincere raccontando una storia non certo adrenalinica: il viaggio di un anziano contadino (Richard Farnsworth) che, pur di andare a trovare il fratello malato, si sciroppa 400 chilometri a bordo di un minuscolo trattore tosaerba, che non fa neanche i 10 all'ora.... Un capolavoro minimalista, con un protagonista sbalorditivo e uno sguardo acuto e insolitamente benevolo verso l'America di provincia.

6. THE TOWN (Ben Affleck, 2010)

Di saperci fare dietro la macchina da presa Ben Affleck l'aveva già dimostrato con Gone Baby Gone. Stavolta però fa ancora meglio, dirigendo e interpretando un solido thriller ambientato alla periferia di Boston. Qui il rapinatore Doug (lo stesso Affleck), spalleggiato dal violento compare Jem (Jeremy Renner) e altri complici assalta una banca e prende in ostaggio la bella Claire (Rebecca Hall). Poi, dopo averla liberata, prova l'irresistibile impulso di seguirla e attaccare discorso con lei: intanto l'Fbi comincia a indagare... Ritmo, spettacolo e un ottimo cast per una pellicola che si eleva di una spanna rispetto al solito thriller hollywoodiano.

7. DRIVE (Nicolas Winding Refn, 2011)

Pubblico femminile in delirio per Ryan Gosling, che fa strage di cuori con i suoi jeans aderenti, il giubbotto giallo e l'espressione imperturbabile. Interpreta un pilota senza nome, che di giorno fa lo stuntman a Hollywood e di notte mette la sua abilità al volante al servizio di rapinatori e banditi vari. A complicargli la vita sarà l'amore per la sua vicina di casa (Carey Mulligan), una ragazza dalla vita sentimentale piuttosto complicata. Volutamente lento, visivamente straordinario, impreziosito da una colonna sonora straordinaria, è un film che, lo si capisce dalla prima scena, ambiva a diventare di culto e c'è riuscito senza difficoltà. Anche perché non si era mai vista una Los Angeles notturna così bella.

8. THE SOCIAL NETWORK (David Fincher, 2010)

Un genio assoluto, che però ha un disco rigido al posto del cuore. Questo, secondo il film di David Fincher, è il profilo di Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg), il creatore di Facebook, il social network che ha cambiato le abitudini di mezzo mondo. Apparentemente un nerd, di fatto una mente superiore che, mentre frequenta il secondo anno ad Harvard, ha l'intuizione che lo renderà uno dei miliardari più giovani e conosciuti del mondo. Peccato che, nel suo cammino verso la gloria, si comporti in modo orribile con la sua ragazza (Rooney Mara) e il suo migliore amico (Andrew Garfield), perdendoli per sempre. Sarebbe stato quasi impossibile annoiare, raccontando una delle storie più incredibili degli ultimi anni; in ogni caso anche il "come", e non solo il "cosa", strappa applausi. Ottimo il cast, con un fantastico (e odiosissimo) Justin Timberlake nei panni di Sean Parker, il fondatore di Napster.

9. LOST IN TRANSLATION (Sofia Coppola, 2003)

La solitudine dà spettacolo in questo malinconico ritratto di due cuori agitati: lui, Bob Harris (Bill Murray) è un attore in declino che è volato a Tokyo per girare uno spot pubblicitario; lei, Charlotte (Scarlett Johannson) è la moglie trascurata di un fotografo molto cool (Giovanni Ribisi). S'incontrano, si confidano, si piacciono, ma il loro non è un mondo da lieto fine... Non è facile fare la regista se tuo padre ha diretto Il Padrino e Apocalypse Now; Sofia Coppola però non ha paura, e fa centro. Grazie anche a Bill Murray, un attore indescrivibile.

10. INTO THE WILD (Sean Penn, 2007)

Sean Penn realizza finalmente un suo vecchio e suggestivo progetto: raccontare sul grande schermo l'incredibile e struggente storia vera di Christopher McCandless (Emile Hirsch), un ragazzo benestante che nel 1990, subito dopo la laurea, in aperto contrasto con la famiglia dice no a un destino già scritto. L'idea di sistemarsi dietro una scrivania gli fa schifo, e così molla tutto e per due anni gira gli Stati Uniti, approdando infine in Alaska: qui, però, l'amore per la natura selvaggia gli sarà fatale. Un inno appasionato alla libertà e alla natura, che potrebbe suonare retorico se non si ispirasse a fatti realmente accaduti; così, invece, commuove e fa riflettere.

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Alberto Rivaroli