10 film da regalare per Natale: i capolavori italiani
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10 film da regalare per Natale: i capolavori italiani

Un dono made in Italy? Se si parla di cinema è un'ottima idea: tra commedie, drammi e satira di costume, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Abbiamo scelto per voi dieci "must" assoluti: i primi della lista sono Il sorpasso, I vitelloni e I soliti ignoti

Sarebbe stato un delitto, suggerendo qualche dono natalizio, dimenticare il cinema italiano: con tutto il rispetto per Hollywood, di capolavori ne abbiamo sfornati parecchi anche noi e, tra registi e attori, possiamo vantare una batteria di fuoriclasse che non teme confronti. Il problema è un altro: limitarsi a soli dieci titoli è stato veramente un supplizio. Del resto, quello che trovate qui sotto non è un dizionario ma una top ten (anche se, a un certo livello, le graduatorie sono più che altro un gioco) e quindi bisognava per forza lasciar fuori moltissimi film che non lo avrebbero meritato... Alla fine ho salvato 10 classicissimi, assolutamente indispensabili per costruirsi un briciolo di cultura cinematografica. Non scandalizzatevi se il più recente è del 1985: la vera modernità si vede dalle idee, non dal calendario.

1. IL SORPASSO (Dino Risi, 1962)

Mai sentito parlare del boom economico degli anni '60? Non c'è libro o documentario che ne racconti meglio caratteristiche ed eccessi di questa cialtronesca e straordinaria gita di Ferragosto. Ne sono protagonisti un fannullone strafottente, Bruno Cortona (Vittorio Gassman), e il timido studente Roberto (Jean-Louis Trintignant) che si lascia convincere a mollare per un giorno libri e dizionari per andare a zonzo su un'Aurelia decappottabile. Un film amato subito dal pubblico e successivamente, con colpevole ritardo, anche dalla critica. Non sentitevi in colpa se un personaggio come Bruno vi entrerà nel sangue: con un Gassman così, è inevitabile.

2. I VITELLONI (Federico Fellini, 1953)

Quando si parla di Federico Fellini, di solito si citano sempre i soliti film: La dolce vita, 8 e 1/2, Amarcord. Io però preferisco questo meraviglioso e struggente affresco della provincia italiana, dove cinque amici passano la vita tra bravate, rimpianti e piccole meschinità. Solo uno troverà la forza di cambiare... Meno onirico ma più immediato che nei capolavori successivi, Fellini non condanna e non assolve: racconta, con l'affettuosa comprensione che tutti in fondo abbiamo verso gli errori di gioventù... In un cast perfetto, già brilla uno strepitoso giovanotto di nome Alberto Sordi.

3. I SOLITI IGNOTI (Mario Monicelli, 1958)

Considerato il miglior esempio di commedia all'italiana mai girato, racconta la storia  di cinque disgraziati che, convinti di poter fare un colpo milionario,  vanno a scuola da un ladro in pensione e poi si mettono all'opera: sarà  già un miracolo se eviteranno la galera e faranno una scorpacciata di  pasta e ceci. Monicelli al suo meglio con un cast impareggiabile:  Gassman esordisce in un ruolo comico, la Cardinale esordisce e basta. Aggiungiamoci Mastroianni, Renato Salvatori e due caratteristi  stratosferici come Tiberio Murgia (l'indimenticabile “Ferribotte”) e Carlo Pisacane (l'altrettanto mitico “Capannelle”), e il capolavoro è servito. Una meraviglia.

4. ROCCO E I SUOI FRATELLI  (Luchino Visconti, 1960)

Sinceramente non lo vedrei sotto le feste, vista l'atmosfera da tregedia greca sulle rive dell'Idroscalo. Detto questo, è impossibile trascurare questo grandioso affresco, una saga familiare cupissima eppure di un lirismo che lascia stupefatti. Da uno spunto tutto sommato ordinario (l'arrivo a Milano di una famiglia lucana, i Parondi, in cerca di fortuna), Visconti trae uno dei suoi capolavori più intensi, che sprigiona in una Milano gelida e inospitale passioni irrefrenabili, nel bene e nel male. La forza drammaturgica del regista viene amplificata da un cast veramente pazzesco: Alain Delon, Renato Salvatori e Annie Girardot devono soprattutto a questo film la loro meritata fama di fuoriclasse.

5. UNA GIORNATA PARTICOLARE (Ettore Scola, 1977)

6 maggio 1938: Hitler arriva in visita ufficiale a Roma. Mentre il marito e i sei figli si recano entusiati a celebrare l'evento, una casalinga spenta e disillusa (Sophia Loren) incontra casualmente il suo vicino di casa (Marcello Mastroianni), uno speaker radiofonico perseguitato dal regime per la sua omosessualità. Sarà un incontro emozionante, ma i loro destini sono già scritti... Un film bellissimo, in cui il ridicolo della propaganda fascista esalta ancora di più la malinconia dimessa dei due protagonisti. La Loren e Mastroianni sono talmente grandi che mettono quasi soggezione.

6. C'ERAVAMO TANTO AMATI (Ettore Scola, 1974)

Un'altra pietra miliare del nostro cinema, firmata ancora da Ettore Scola. Non mancano l'ironia né i toni da commedia, ma l'obbiettivo è un altro: al regista interessa soprattutto tracciare un ritratto (amarissimo) della società italiana a quasi 30 anni dalla nascita della Repubblica. Il tutto raccontando la storia di tre ex partigiani (Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores), che si perdono di vista e poi si ritrovano: degli speranze e degli ideali di un tempo, però, sono rimaste solo le macerie. Scena clou: la gaffe del più sprovveduto dei tre che, vedendo uno degli altri due accanto alla sua fuoriserie, pensa che lavori come parcheggiatore: non ha ancora capito che è diventato ricco e potente...

7. LA MESSA È FINITA (Nanni Moretti, 1985)

Probabilmente il più bel film di Nanni Moretti, che veste con trasporto i panni di don Giulio, un giovane sacerdote che torna nella sua città, Roma, dopo alcuni anni all'estero. Nonostante l'entusiasmo con cui ritrova la sua famiglia e la voglia di mettersi al servizio del prossimo, si rende conto giorno dopo giorno che tutto è cambiato, nella società e perfino nella sua famiglia, e per sfuggire al senso di impotenza che lo soffoca si trasferirà in Patagonia... Un film splendido, più sconsolato che caustico, che cancella ogni residuo dubbio sul talento enorme del suo autore.

8. LA GRANDE GUERRA (Mario Monicelli, 1959)

Durante la prima guerra mondiale, i fanti Busacca (Vittorio Gassman) e Jacovacci (Alberto Sordi) le inventano tutte per imboscarsi; finiscono invece al fronte dove, contro ogni aspettativa, moriranno da eroi... Ci voleva un bel coraggio, alla fine degli anni '50, per trasformare un film bellico in una commedia sarcastica che smonta la retorica del martirio e non nasconde la simpatia per due vili che non hanno nessuna voglia di crepare (anche se poi lo fanno). Il risultato è uno sberleffo riuscito, recitato in modo mirabile da due fuoriclasse, affiancati da uno stuolo di attori eccezionali.  

9. AMICI MIEI (Mario Monicelli, 1975)

La sindrome del cinquantenne che ha paura d'invecchiare non è una patologia del terzo millennio: già quarant'anni fa invadeva lo schermo. Rivedere per credere le zingarate di questi cinque amici, professionisti impeccabili, che per dimenticarsi del tempo che passa organizzano scherzi atroci (come quello, passato alla storia, di prendere a schiaffi i passeggeri di un treno in partenza). Una commedia dal retrogusto di fiele, che Monicelli eredita da Pietro Germi (vero ideatore del progetto) e raelizza con la solita geniale crudeltà. Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Adolfo Celi, Duilio Del Prete: scegliete voi chi è il migliore. È una bella lotta.  

10. TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO... (Lina Wertmüller, 1974)

Angariato dall'insopportabile Raffaella Pavone Lanzetti (Mariangela Melato), una signora bene in vacanza nel Mediterraneo sullo yacht di famiglia, l'incazzatissimo marinaio comunista Gennarino Carunchio (Giancarlo GIannini) avrà la sua rivincita quando, per una serie di contrattempi, i due naufragano da soli su un'isola deserta: la riempie di schiaffoni ed epiteti coloriti (il più indimenticabile è “bottana industriale e socialdemocratica”), facendola innamorare come una liceale. Poi, però, perde la testa anche lui... Al di là delle velleità di raccontare una certa Italia, il film è passato alla storia soprattutto per le baruffe irresistibili tra due protagonisti da Oscar. Ancora oggi si ride a crepapelle.

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Alberto Rivaroli