I film più belli del 2014
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I film più belli del 2014

Al primo posto un lungometraggio che è una sfida minimalista. Vinta. E poi...

Tra i titoli usciti al cinema in Italia quest'anno, ecco i film più belli del 2014 (secondo me). 
Al primo posto una sorpresa, una scommessa vinta, che ha il volto carismatico di Tom Hardy...

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35) Dragon Trainer 2 di Dean DeBlois

Il cartoon della DreamWorks non tocca i livelli del predecessore ma non delude e regala a fine visione un sorriso compiaciuto e soddisfatto. L'ingresso in scena del nuovo personaggio della madre sembra forzato e stonato. Il film ha comunque tanto cuore, intelligente umorismo, nobili sentimenti di lealtà e fiducia.  

34) I segreti di Osage County di John Wells

Se si supera la prima parte un po' faticosa, si può gustare un dramma famigliare dall'umorismo nero, spesso tagliente e crudo, altrettante volte divertente nel suo cinismo schietto. Il cast è stordente: Julia Roberts, Juliette Lewis, Ewan McGregor, Chris Cooper, Benedict Cumberbatch... Ma a svettare è sempre lei, Meryl Streep. 

33) Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado

Documentario sul fotografo brasiliano Sebastião Salgado, da quarant'anni in viaggio sulle tracce di un'umanità in cambiamento, offre le emozioni più vibranti proprio di fronte alle sue foto in bianco e nero, mentre la sua voce racconta il contesto che le ha animate. Riviviamo i fatti più sconvolgenti della storia contemporanea, dal genocidio in Ruanda alla carestia nel Sahel africano. Eventi che hanno fatto perdere a Salgado ogni speranza nell'uomo, tanto da essersi recentemente lanciato alla scoperta di una natura grandiosa.

32) Saving Mr. Banks di John Lee Hancock

Con Tom Hanks e una favolosa Emma Thompson, si racconta - con qualche licenza narrativa - il lungo processo che portò alla creazione dell'indimenticabile film Mary Poppins e la "battaglia" per ottenere i diritti su libro di Pamela Lyndon Travers. La storia è simpatica e alquanto sentimentale, per fortuna non in maniera strabordante. Si piange e si ride, come voleva Walt Disney.

31) Alla ricerca di Vivian Maier di John Maloof e Charlie Siskel

È una storia straordinaria quella di Vivian Maier, bambinaia di Chicago, donna riservata e scontrosa ma soprattutto...  fotografa talentuosa. In segreto ha scattato oltre centomila foto, ritrovate solo anni dopo la sua morte. Il documentario ricostruisce la scoperta di quella che oggi è riconosciuta come una delle più grandi "fotografe di strada" d'America.

30) Quel che sapeva Maisie di Scott McGehee e David Siegel

Un piccolo film delicato e sincero, che guarda il mondo degli adulti attraverso lo sguardo silenzioso di una bambina di sei anni, che vede i suoi genitori separarsi tra urla, manipolazioni, egoismi, trascuratezze. Tratto dal libro di Henry James trasposto ai giorni nostri, merita di essere in questa lista.

29) Guardiani della Galassia di James Gunn

La Marvel fa di nuovo centro con un film scanzonato e irriverente tratto dai suoi fumetti, un primo episodio per un'ennesima saga di successo. Protagonisti nello spazio cinque eroi strampalati. Tanta ironia, buoni sentimenti, effetti speciali riusciti e divertimento, non esaltante ma sufficiente. Due nuovi personaggi sono consegnati all'immaginario collettivo: il procione spudorato e parlante Rocket e il tenerissimo albero antropomorfo Groot, poco sveglio ma tanto dolce.

28) Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée

Emaciato in maniera impressionante, dimagrito di 22 chili, Matthew McConaughey interpreta con ferocia un cowboy omofobo che, scopertosi sieropositivo, nella battaglia per curarsi si ritrova a sorpresa a difendere la causa gay. Per questa performance ha vinto l'Oscar. A me ha però colpito di più l'interpretazione del collega Jared Leto, anche lui premiato. È lui a portare umanità e sfumature al racconto.

27) These final hours - 12 ore alla fine di Zak Hilditch

Action movie apocalittico australiano che non ricorre a grandissimi effetti speciali (magnifico finale a parte), ha proprio nell'essenzialità uno dei suoi pregi maggiori, che riesce a renderlo diverso dal solito e di buona fattura, vicino al dramma esistenziale. La Terra sta compiendo il suo ultimo giorno, 12 ore prima che un evento catastrofico cancelli ogni forma di vita. Si sta ultimando un inesorabile conto alla rovescia...

26) Edge of Tomorrow - Senza domani di Doug Liman

Emily Blunt riscopre il magnetismo dei suoi esordi (in My Summer of Love) e, nei panni di una soldatessa impavida, addestra Tom Cruise a combattere gli invasori alieni, in un continuo ripetersi degli stessi momenti, in loop, come nella commedia con Bill Murray Ricomincio da capo. Film fantascientifico intricato e godibile.

25) The Wolf of Wall Street  di Martin Scorsese

Leonardo DiCaprio nei panni di Jordan Belfort cavalca l'esaltazione dell'avidità, senza redenzione, in una fiera degli eccessi e in una vera orgia cinematografica, di toni, luci, interpretazioni. Quasi tre ore di film, di cui si sente un po' il peso sul finale. 

24) Lo sciacallo - Nightcrawler di Dan Gilroy

Jake Gyllenhaal non è mai stato così inquietante, di oscuro carisma. Nei panni dell'instabile Lou Bloom offre una performance esplosiva: gli incidenti stradali e le scene del crimine sono il suo pane quotidiano, che lo rendono un "talento" della videocamera e del "giornalismo" di strada, un mostro che punta alla sua ascesa personale in un mondo che ricompensa coloro che fanno di tutto per andare avanti. Il cinismo contemporaneo si fa film, spaventoso e provocatorio.

23) The look of silence di Joshua Oppenheimer  

Sorta di sequel de L'atto di uccidere (The Act of Killing), è meno forte del suo predecessore, ma colpisce ugualmente il cuore. Il regista americano torna sui luoghi dell'orrore, rievocando sempre in forma di documentario il genocidio compiuto in Indonesia tra il 1965 e il 1966. Se nel 2012 aveva fatto parlare i boia, fieri delle loro uccisioni, oggi porta Adi, il cui fratello fu assassinato dagli squadroni della morte, a confrontarsi cogli assassini di allora. Senza ansia giudicante, quietamente, non senza dolore.

22) Le meraviglie di Alice Rohrwacher

In una campagna del Centritalia degli anni '90, sull'orlo di un mondo che sta per finire, è disegnato un sensibile ritratto di adolescenza, che ha fatto vincere alla nostra giovane Alice il Gran Premio della Giuria a Cannes. Nonostante abbia tocchi un po' troppo oscuri nella seconda parte, che ne minano la compiutezza, ha fascino naturalistico e delinea con efficacia i sotterranei equilibri tra un padre e una figlia. 

21) In grazia di Dio di Edoardo Winspeare

Piccolo film italiano che parla al cuore e alla testa, nella luce del Salento delinea una storia di crisi e il tentativo di rinascere. Costretto a chiudere l'azienda famigliare, un nucleo di sole donne lotta per la propria dignità, riscoprendo la fatica del lavorare la terra. La campagna da scelta obbligata e simbolo della caduta, pian piano apre a nuove opportunità e al recupero di un nuovo vecchio stile di vita.

20) Il regno d'inverno - Winter sleep di Nuri Bilge Ceylan 

È un'opera fiume quella del regista turco, vincitrice della Palma d'oro a Cannes 2014 (3 ore e 16 minuti). È però meno "temibile" del previsto. Lo stupendo paesaggio invernale della Cappadocia, coi suoi suggestivi "camini delle fate", rapisce la vista e fa scorrer via il tempo. Nell'apparente quiete di un hotel, le tenzoni verbali tra i tre suoi abitanti spesso alzano il livello di tensione, altre volte sembrano elucubrazioni fittizie meno utili al fascino del racconto.

19) Idadi Pawel Pawlikowski

Il regista polacco è autore di un dramma elegante che sviscera con empatia la psicologia femminile. In un bianco e nero catartico, nella Polonia del 1962, vibra l'incontro tra due donne tanto diverse, segnate dalla stessa tragedia: lo sterminio degli ebrei ad opera nazista. Anna (Agata Trzebuchowska) è una giovane orfana a un passo dai voti, un'anima ingenua e fertile, Wanda (Agata Kulesza) è la zia spregiudicata e disperata di cui Anna ignorava l'esistenza... 

18) Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne

Asciutto e lineare nel suo inclemente e quasi ripetitivo incedere, il dramma dei fratelli belgi elabora una realistica indagine sul tema del lavoro e sulle persone comuni, inquadrandole nelle loro fragilità, miserie, egoismi. Marion Cottilard è una donna che è stata appena licenziata. O meglio, il suo titolare ha chiesto ai dipendenti di scegliere tra il suo licenziamento e la perdita per tutti del bonus di 1000 euro. Da applausi il finale. 

17) A proposito di Davis di Ethan e Joel Coen

In un sapiente affresco della scena folk newyorchese prima di Bob Dylan, la macchina da presa segue per un periodo di tempo circoscritto la vita di un giovane cantante, Llewyn Davis (Oscar Isaac), in una storia che si chiude su di sé in una inattesa struttura circolare. Con una sceneggiatura sottile, alla maniera dei fratelli Coen.

16) Storie pazzesche di Damián Szifron

Sei racconti al vetriolo di grasso e nerissimo umorismo si susseguono, sei storie scollegate l'una dall'altra ma intimamente unite dal tema della violenza e della vendetta. L'aggressività a fior di pelle che anima la nostra contemporaneità compone un puzzle di esasperazioni eppure così realistico. Divertente, graffiante, grottesco, inquietante. Ritagli di Argentina e di mondo.

15) Alabama Monroe - Una storia d'amore di Felix Van Groeningen

Al ritmo coinvolgente della musica bluegrass, il regista fiammingo cuce un racconto passionale e struggente, che cresce di intensità, tra continui salti temporali, per arrivare a un finale devastante. Due individui fuori dal coro si incontrano, si amano, cercano di affrontare una prova tremenda della vita, in uno scontro tra ragione e religione, mentre il dolore spezza. È magnetica Veerle Baetens. 

14) 12 anni schiavo di Steve McQueen

Film premio Oscar, eppure è quello che ho amato meno tra i film del talentuoso regista britannico. Conserva comunque la sua mano decisa e cruda. I 12 anni di schiavitù vissuti da Solomon Northup sono rappresentati con realismo e brutalità lucida. Ha lanciato Lupita Nyong'o.

13) Interstellar di Christopher Nolan

Non è il capolavoro che ci si aspettava dall'immaginifico regista britannico, ma la sua odissea nello spazio è comunque tentacolare e sorprendente, intrecciata attorno a un emozionante rapporto padre-figlia. L'umanità ha spolpato il pianeta e sta ormai andando verso l'estinzione. Tra distese di campi coltivati, tempeste di sabbia, nuove galassie da esplorare, si muove un'avventura fantascientifica affascinante ed enigmatica.

12) Grand Budapest Hotel di Wes Anderson

Il marchio di fabbrica è quello tipico del regista americano: eleganza giocosa e colorata e cura estrema dei dettagli, sotto cui brulicano idee ed emozioni. In un'Europa orientale di pura fantasia, si muove una commedia acrobatica e paradossale, con un pot-pourri di attori fantastici, primo fra tutti Ralph Fiennes.

11) Frank di Lenny Abrahamson

Commedia anticonformista e insolita, ci mostra il Michael Fassbender che non ti aspetti: cantante dalla voce che rasoia il cuore, con un testone di cartapesta a nascondere il suo bellissimo viso. Ispirandosi liberamente al personaggio di Frank Sidebottom, alter ego del musicista e comico inglese Chris Sievey, e ad altri musicisti "outsider", il regista irlandese unisce toni comici, grotteschi e drammatici, con arguzia e imprevidibilità. 

10) Il giovane favoloso di Mario Martone

Poteva essere qualcosa di quasi blasfemo portare sul grande schermo la vita e l'anima di Giacomo Leopardi. E invece per chi ama il poeta di Recanati il film di Martone è un lungo percorso emotivo, che a volte concede un po' di stanchezza, ma che spesso inebria di vivide emozioni e porta la commozione a fior di pelle. Un perfetto Elio Germano ci mostra la grandezza ma anche la dimensione umana del letterato che, usciti dal cinema, non si può non chiamare per nome, Giacomo.

9) Il capitale umano di Paolo Virzì

Il regista toscano ha preso un thriller americano e ne ha spostato l'ambientazione dai sobborghi del Connecticut al Nord Italia dando vita a un noir intrigante e potente, che si muove tra speculazioni finanziarie e velleità di ascesa sociale, tra insoddisfazioni e amori. Buono il cast, tra cui spiccano Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi e l'esordiente Matilde Gioli.

8) Nymphomaniac Vol. I e II di Lars Von Trier

Il regista danese ha provocato la curiosità morbosa di tutti dicendo che il suo nuovo film sarebbe stato un porno, con attori hollywoodiani che ci avrebbero messo le loro parti intime (invece hanno avuto controfigure professioniste del porno). Nella crudezza di certe scene è vero che Nymphomaniac - giuntoci finora nella versione "edulcorata" - è un porno, ma fascinosamente filosofico, ricco di stuzzicanti citazioni, riferimenti letterari, musicali, religiosi...

7) American Hustle - L'apparenza inganna di David O. Russell

Incredibilmente ignorato nella notte degli Oscar, è scoppiettante e cesellato da interpretazioni memorabili, da Amy Adams a Christian Bale a Jennifer Lawrence. Sul filo costante della dissimulazione, due truffatori vengono ingaggiati dall'FBI per incastrare politici corrotti ma... chi imbroglia chi? 

6) Pride di Matthew Warchus

È la commedia dell'anno, meritatamente candidata ai Golden Globe. Trascinante, commovente, acuta e divertente, racconta un'incredibile storia vera nella Gran Bretagna della Thatcher: l'improbabile e bellissima amicizia tra un gruppo di giovani gay di Londra e i minatori gallesi in sciopero. Un gioioso inno contro i pregiudizi.

5) Mommy di Xavier Dolan

Finalmente viene distribuito in Italia un film di Dolan, talentuoso canadese venticinquenne al suo quinto lungometraggio. Premio della Giuria al Festival di Cannes, Mommy è un rapporto madre-figlio viscerale, violento, doloroso, dolcissimo. Accanto a questo improbabile duo, una vicina di casa tenera e problematica. La regia ha uno sguardo potente e originale. Il formato non è un normale 4:3. È più piccolo, per condensare le struggenti emozioni. 

4) Lei di Spike Jonze

In un futuro non così lontano, scaldato da colori pastellati sull'arancio, Joaquin Phoenix è un ragazzo sensibile che veste pantaloni a vita alta. Uscito da una storia dolorosa, si innamora del suo OS, una voce tecnologica che nella versione originale è di Scarlett Johansson (Micaela Ramazzotti in italiano). L'incomunicabilità tra umani è servita, ma l'amore raccontato è così dolce.

3) Nebraska  di Alexander Payne

Road-movie delicato e toccante, celebra i rapporti famigliari, la paternità e l'amore di un figlio per suo padre. Bruce Dern è un magnifico vecchio del Montana, taciturno, testardo e un po' rimbambito. In un bianco e nero stilisticamente perfetto, la malinconia si sposa alla comicità.

2) Boyhood di Richard Linklater

Il regista americano scommette con il tempo. E ha magnificamente la meglio. Innovativa e quasi folle la sua idea: costruire un racconto di formazione riprendendo gli stessi attori nell'arco di 12 anni, con le loro trasformazioni fisiche, tra il 2002 e il 2013. Lo spettatore segue il piccolo Mason (Ellar Coltrane) dai 6 ai 18 anni, nella sua crescita, accanto alla madre separata che oscilla tra amori e nuove case: un viaggio emozionante e sorprendente. A fine film ci si sente parte della sua famiglia.

1) Locke di Steven Knight 

È il film più sorprendente dell'anno. Una sfida minimalista e coraggiosa assolutamente vinta. C'è solo un attore in scena e il set è un'auto in corsa nella notte: un dramma essenziale avvincente. Uno stupendo Tom Hardy è un uomo comune che diventa eroe contemporaneo: mentre macina chilometri da Birmingham a Londra al cellulare spiega, consola, rivela, istruisce, distrugge. Il mondo del calcestruzzo, seguendo la sua voce, diventa incredibilmente affascinante. 


NB: Ho perso la visione di alcuni film che potrebbero rivelarsi validi. Non appena li recupererò, se meritano saranno inseriti in classifica.

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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