Boxtrolls - Le scatole magiche
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Boxtrolls - Le scatole magiche, gioiosa stop-motion: 5 motivi per vederlo

Terzo film d'animazione della Laika, pur non toccando l'originalità e la freschezza dei precedenti lavori è una fiaba spassosa e intelligente. E introduce nuove creature buffe e assolutamente deliziose

Dopo l'anteprima fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, Boxtrolls - Le scatole magiche arriva al cinema (dal 2 ottobre) con la sua gioiosa carica vitale e l'incredibile lavoro di stop-motion della Laika. Lontani dall'originalità poetica della loro opera prima Coraline e la porta magica (2009) e dal tocco gotico di ParaNorman (2012), gli studi d'animazione con base in Oregon non toccano i loro massimi livelli ma regalano comunque una favola delicata e divertente, adatta a tutte le età. 

Alla regia Antony Stacchi ha lavorato al progetto un paio d'anni. Poi, visto il suo impegno su ParaNorman di Chris Butler, gli è stato affiancato come secondo regista un membro dello story department, veterano dell'azienda, Graham Annable

Ecco cinque motivi per vedere Boxtrolls - Le scatole magiche.

1) I Boxtrolls, creature buffe e dal cuore gentile

Ispirato al fantasy d'avventura di Alan Snow Arrivano I Mostri!, il terzo lungometraggio della Laika ci regala nuove squisite creature che poco hanno da invidiare ai Minion di Cattivissimo me. I Boxtrolls sono degli strani essere simili a piccoli troll che indossano scatole di cartone riciclato come gusci di tartarughe. Le scritte che compaiono sulle scatole diventano i loro nomi: Pesce, Scarpa...
Sono terribilmente abitudinari, timidissimi fino all'incapacità di difendersi e squisitamente buffi. Vivono nel sottosuolo di Pontecacio, cittadina di epoca vittoriana dove gli edifici sono appoggiati uno contro l'altro. I Boxtrolls emergono verso l'alto solo di notte, per raccattare rifiuti umani per loro preziosissimi. Quando dormono si accatastano l'uno sull'altro, in una tenerissima pila dormiente. Il loro gergo è spassoso e abbraccia quello dei Minion, di Jawa di Star Wars, di Klingon di Star Trek
Sono temutissimi a Pontecacio e ritenuti ladri di bambini, eppure il loro cuore è nobile. In seno alla loro comunità hanno allevato un neonato di uomo che ormai è diventato uno di loro, il giovane Uovo. Quando Uovo dovrà riemergere per salvare i suoi amici, cresciuto senza alcuna nozione della società civile, è comico vedere i suoi atteggiamenti rozzi e spaesati. 

2) La meraviglia sotterranea di un mondo parallelo alla Dickens

Visivamente Boxtrolls - Le scatole magiche combina con raffinatezza buio e luce, realismo e fantasia. Pontecacio, in superficie, è ricca di eccessi e colori. Lord Gorgon-Zole, il sindaco della città, ha una tuba bianca simbolo della massima classe sociale e come preoccupazione unica e costante ha quella di degustare formaggi. 
Sotto questo mondo sterile pullula quello monocromatico ma ricco di sentimenti e spazzatura dei Boxtrolls, in un parallelo dal sapore dickensiano. La loro caverna sotterranea, pensata come un deposito di rottami di Coney Island, è una meraviglia di ingegnosità e particolari curiosi. Quando i Boxtrolls suonano al ritmo della lirica italiana è una festa. 

3) Tra morale sulla diversità, divertimento e satira sulla lotta di classe 

Anche se la storia di Boxtrolls non brilla di originalità, è intelligente la sua sottile satira sulla lotta di classe.
A mettere in pericolo la sopravvivenza degli innocui Boxtrolls è Archibald Arraffa, aspirante aristocratico e cacciatore di Boxtrolls. Ma è anche lui, sotto mentite spoglie, l'esilarante Madame Frù Frù che seduce tutti gli uomini di Pontecacio, Lord Gorgon-Zole per primo: la prima drag queen di un film per bambini? 
La Laika prosegue poi un interessante percorso già battuto da Maleficent: i figli sono di chi li ama. "Non tutte le famiglie sono necessariamente biologiche", ha dichiarato Annable. Pesce è ormai il papà di Uovo e tutta la comunità dei Boxtrolls è la famiglia del ragazzo. Un punto a favore delle famiglie gay.
Nonostante le loro sembianze da mostriciattoli e la facilità con cui si teme ciò che non ci somiglia, i Boxtrolls si rivelano subito creature buonissime di cui è impossibile non innamorarsi. Le apparenze ingannano. Morale vecchia, sempre attuale.

4) La magia della stop-motion e i numeri incredibili di Boxtrolls

Le immagini di Boxtrolls - Le scatole magiche evocano un'altra epoca di animazione, pur essendo molto evolute. Girato in 3D e in un melange di avanzati metodi manuali e tecnologici, il film utilizza disegni fatti a mano, formato grafico ibrido d'animazione in computer grafica e la meravigliosa tecnica dello stop-motion. Fotogramma per fotogramma (e ci sono 24 fotogrammi al secondo in un film), gli animatori manipolano attentamente e meticolosamente degli oggetti tangibili (personaggi, oggetti di scena, scenografie...) su un palco di lavoro. Ogni frame viene fotografato una volta da una particolare cinepresa, due volte se la telecamera è in 3D come in questo caso. Quando le migliaia di inquadrature fotografate vengono proiettate insieme in sequenza, i personaggi e l'ambiente circostante prendono vita. 
Per Boxtrolls sono state costruite 190 marionette e 79 set, con 26 location uniche nella storia; queste sono state realizzate da 13 modellisti, 12 falegnami, 9 pittori scenici, 8 set dresser e 4 green artist. 200 sono i costumi cuciti per il film; 20mila gli oggetti di scena realizzati a mano. Sono stati utilizzati 36 chili di colla stick e 12mila batuffoli di cotone. Un animatore solitamente impiega 1 settimana per completare 3,7 secondi di footage, che equivale a poco meno di 90 singoli fotogrammi. 

5) Il finale autoironico tutto da ridere 

Sul finale si apre la gradevole canzone Little Boxes che introduceva la serie tv Weeds. Ma soprattutto scatta l'autoironia degli animatori Laika, che spiega alcuni retroscena di Boxtrolls e l'incredibile lavorazione che c'è dietro. "Non so chi glielo faccia fare. Devono avere un sacco di tempo", commentano i due scagnozzi buoni di Arraffa. "Avranno un secondo lavoro". Delizioso.

Boxtrolls - Le scatole magiche, immagini del film

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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