Anticipazioni dalla Biennale d'arte di Venezia
Il padiglione centrale della Biennale di venezia (Francesco Galli)
Anticipazioni dalla Biennale d'arte di Venezia
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Anticipazioni dalla Biennale d'arte di Venezia

Il latte dei sogni, questo il titolo scelto da Cecilia Alemani in qualità di curatrice della 59esima edizione dell’Esposizione Internazionale dal 23 aprile al 27 novembre. Saranno 213 gli artisti, provenienti da 58 nazioni, chiamati a raccontare la loro visione futura su un mondo in veloce trasformazione.

Cè molta attesa per questa Biennale d’Arte 2022. E lo si può capire, visto che è figlia di uno dei maggiori periodi di isolamento globale degli ultimi 50 anni: la sua gestazione, infatti, avvenuta in pieno periodo pandemico, ha obbligato alla curatrice Cecilia Alemani, milanese del 1977 che vive a New York, di procedere in solitudine per l’elaborazione tematica, affidandosi alle numerose conversazioni digitali con gli artisti piuttosto che alle classiche studio visit, che permettono di entrare negli atelier e quindi nel mondo e nel cuore degli artisti.

E, forse, si giustifica anche così il titolo piuttosto cerebrale, per non dire criptico, della 59esima edizione della Biennale, Il latte dei sogni che apre a Venezia il 23 aprile per concludersi il 27 novembre.

Ma quale latte e quali sogni, verrebbe da chiedersi. Sono quelli di Leonora Carrington (1917-2011), artista e scrittrice dall’immaginazione prolifica, vicina al surrealismo e grande creatrice di storie magiche, di iperbole a metà tra l’umano e il cyborg ante litteram, di corpi ibridi dall’intelligenza superlativa, insomma inventrice di tutte quelle favole, a volte un po’ inquietanti, sotto il titolo appunto di Il latte dei sogni.

Tutte queste elucubrazioni per arrivare ad afferrare un tema molto caro, e molto alla moda nell’ambito artistico, qual è la fine dell’antropocentrismo rinascimentale a favore di una visione «che celebri una nuova comunione con il non umano, con la terra e con il mondo animale, per esaltare un senso di affinità tra le tutte le specie, tra l’organico e l’inorganico, tra l’animato e l’inanimato» come spiega Cecilia Alemani.

Insomma, la produzione artistica della Biennale 2022 avrebbe il compito di fotografare un mondo in grande trasformazione e in forte tensione tra il recupero di antiche mitologie e nostalgici irrazionalismi e la spinta verso un periodo di immense esperienze relazionali senza confini né limiti. Questo il compito affidato ai 213 artisti, provenienti da 58 Paesi, molti dei quali, 180 per la precisione, per la prima volta in Biennale, con una prevalenza di donne artiste e un interessante incrocio intergenerazionale. Mentre saranno 26 gli artisti italiani di cui 10 viventi. E se l’esposizione potrà vantare 1.433 tra opere e oggetti esposti, le nuove produzioni saranno 80; in particolare le sette installazioni site-specific, espressamente realizzate per la Biennale Arte 2022 e di grande impatto visivo, sono: Arsenale, Corderie: Barbara Kruger (Usa), Gabriel Chile (Argentina), Giulia Cenci (Italia), Delcy Morelos (Colombia), Simone Leigh (Usa), e ai Giardini, Padiglione Centrale: Louise Lawler (Usa), Cosima von Bonin (Germania, nata in Kenya).

«Molte opere sono nuove produzioni create per questa edizione» tiene a precisare a Panorama Roberto Cicutto, presidente della Biennale. «Un segno importante e la prova di una grande attenzione alle nuove generazioni di artiste e artisti. Non a caso la curatrice ha accettato di studiare e realizzare il primo College Arte nella storia della Biennale, che si affianca a quelli di Cinema, Danza, Teatro e Musica. I College, frequentati da giovani che hanno già deciso di dedicare la loro a una qualche forma d’arte, sono laboratori impegnativi, strumento unico di perfezionamento della propria formazione».

Altra novità della Alemani, le Capsule del tempo: cinque micro mostre, tre ai Giardini e due all’Arsenale, che ridanno luce ad artiste dimenticate o mai valorizzate attraverso l’esposizione di oggetti, documenti, manufatti perfetti per rappresentare le tematiche della mostra. Ovvero per aiutarci a capire come potrebbe essere il mondo futuro e quali i legami tra la terra, gli individui, la tecnologia. n© riproduzione riservata

Hassan Heer: Il Sultanato dell’Oman presenterà il suo primoPadiglione alla 59esima Esposizione Internazionale d’Arte: cinque gli artisti.

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