Antonella Elia
Stefano Grasso
Televisione

Antonella Elia: «Io Maleficent? Solo in tv»

Parole sbagliate, commenti inopportuni e un ridicolo litigio televisivo tra due prime donne, lei e Samantha De Grenet, si trasforma in uno sciacallaggio mediadico. Ora, l'opinionista del Grande Fratello Vip racconta a Panorama come sono andate veramente le cose, a cominciare dal suo tumore al seno. Tra riflessioni profonde e la necessità impellente di fermare gli «odiatori».

Non è cattiva, è che la disegnano così. Antonella Elia senza trucco né tacchi, ma con i pantaloni di velluto e gli occhiali, sembra una ragazzina esile. Non ha niente della Maleficent che tiene banco al Grande Fratello Vip, grondante cattiveria. E che, dietro il vetro della glass room, ha detto a Samantha De Grenet che all'apice della carriera era arrivata a essere la reginetta del gorgonzola e ora, cedendo al peso dell'età, si stava ingrassando. Eva contro Eva. Parole sbagliate che hanno travolto la showgirl torinese, soprattuto quando l'altra ha confessato di essere ingrassata a causa di un tumore. A questo punto Antonella ha ribattuto che non ne sapeva nulla e anzi ben conosce il dolore della malattia, avendolo provato lei stessa. Poteva finire qui, ma così non è stato. Come racconta in esclusiva a Panorama l'opinionista del Grande Fratello Vip. «Mi sono sentita sul banco degli imputati. Tutto ha avuto inizio con quel ridicolo, squallido litigio. Non ho saputo cavarmela come avrei dovuto. Sono stata sopraffatta da me stessa, dalle mie emozioni. Trovandomi di fronte una persona antipatica, spocchiosa e poco empatica ho reagito così. È stato come essere davanti a un muro sul quale sono rimbalzata».

Perché ha deciso di accettare questo incontro, voi due sole?

Le ho detto che era entrata nella casa in modo aggressivo e lei mi ha risposto dandomi dell'imbecille. Voleva farmi sentire una nullità. E non solo: non capiva perché mai fosse stato eliminato Filippo Nardi, il concorrente che aveva offeso con una frase sessista molto grave Maria Teresa Ruta. Poi aveva urlato «Ti uccido» a Stefania Orlando per un banale diverbio su una teglia. E infine insultato e fatto body shaming contro Carima, influencer che amo svisceratamente, dicendo che era: «Grossa, di colore, non il mio genere». Io sono lì per esprimere opinioni. A volte sono pesante, me ne rendo conto, altre volte meno. Di solito la metto giù dura con chi non stimo. Ma siamo sempre in un ambiente goliardico, televisivo, nella vita ignorerei questo genere di persone, ma in quel contesto non posso. Non voglio mai colpire l'essere umano, la sua essenza, la sua profondità.

Poi quando si è trovata dietro quel vetro qualcosa è andato storto.

È successo tutto in fretta: ero spaesata, in quel contesto è facile perdere se stessi, sentirsi a disagio. Per giorni non ho voluto rivedere la clip del litigio. Poi l'ho riguardato e la frase: «Stai ingrassando» mi è parsa la battuta di un litigio di bassa lega tra femmine. Una performance teatrale. Grottesca. Conosco la sofferenza, la malattia, purtroppo fin da piccola. Ho perso mia madre a un anno e mezzo per una leucemia fulminante. La mia è stata solo una boutade goliardica e di cattivo gusto.

Cosa è successo dopo?

Dopo la trasmissione Samantha De Grenet ha detto che era ingrassata a causa di un tumore e che l'avevo toccata su una cosa dolorosissima, che tutti dentro la Casa sapevano. La settimana seguente, durante la puntata c'è stato un nuovo confronto tra noi due, dove le dico che conosco la malattia e mai avrei voluto colpire una persona solo per farla soffrire. Non sono così becera, squallida. Anche perché anch'io so cosa vuol dire affrontare un tumore, avendo avuto lo stesso problema.

Che effetto ha avuto questa sua dichiarazione?

Devastante. Dopo due giorni Benedicta Boccoli ha postato una storia su Instagram dove mi accusava: «Hai detto che hai avuto un tumore, ma non è così, Antonella.Tu hai avuto una cosa terribile, sei stata operata, ma non hai fatto chemio o radioterapia. Non ci fai una bella figura a usare la malattia». Ho iniziato a piangere, urlare, non riuscivo a credere in che mondo vivo, cosa ci faccio in mezzo a questi lupi? Ci conosciamo da 30 anni, sapeva tutto della mia malattia, abbiamo fatto una lunga tournée teatrale insieme e le avevo raccontato ogni cosa. È stata come una fucilata in faccia. Un'operazione ignobile, un gesto di sciacallaggio. Non ci sono tumori di serie A e di serie B. Ci sono tumori e basta.

Come ha reagito?

Ero fuori di me dalla rabbia e sono andata dal mio oncologo all'Umberto I. Avevo scoperto di avere un tumore nel 2016, mi hanno operata a Roma all'Istituto Tumori Regina Elena. Mi tolsero un quadrante al seno, quattro centimetri, per un carcinoma. Dopo i medici mi dissero che era meglio procedere con lo svuotamento di entrambi i seni. Ricordo le loro parole: «Hai una bomba che ti può esplodere da un momento all'altro». Decisi di chiedere altri pareri e da allora sono in cura dal dottor Andrea Botticelli al Policlinico. Sono rimasta sotto stretto controllo per quattro anni, monitorata con esami ogni sei mesi e continuo ancora con i controlli annuali.

Cosa le ha consigliato l'oncologo in merito a questa vicenda?

La malattia che ho avuto è indipendente dalla gravità dell'esame istologico. La mia fortuna è stata prendere il tumore allo stadio iniziale. Il modo in cui si affronta una diagnosi di cancro prescinde assolutamente dalla gravità dello stesso. La malattia non va strumentalizzata, è un percorso doloroso per tutti. Ma da questa vicenda così orribile dovevo riuscire a tirare fuori il meglio di me. Trasformare il veleno in medicina, diventare un sostegno per le altre donne. Dovevo diventare testimone del mio percorso: la prevenzione, la mammografia, lo screening sono fondamentali. E io che ne sono uscita devo testimoniarlo. Da un miserabile attacco ho deciso di lasciare perdere denunce e querele, ma di trasformare la mia dolorosa esperienza in aiuto. Dal cancro oggi si guarisce, non c'è da vergognarsi di essere malati e la diagnosi precoce salva la vita.

Cosa le ha fatto più male?

Parlarne davanti a tutti. Alla fine della mia dichiarazione in studio mi sono scese le lacrime. Per me questa è stata una mutilazione che non avrei mai voluto si venisse a sapere. Di me ormai si sa tutto. Sono squartata, non ho privacy. Questo era il mio ultimo segreto che non avrei voluto rivelare, volevo restasse tale e non darlo in pasto in televisione. Ma dovevo far capire che non potrei mai colpire il dolore, la miseria, la vergogna della malattia. Io ho avuto un tumore e nessuno si può permettere di metterlo in discussione.

Come hanno reagito i social?

Mi hanno sommersa di insulti, da: «Bugiarda, ti sei inventata la malattia» a «Vergognati dovresti essere cacciata dal Grande Fratello Vip».

Chi l'ha sostenuta?

I miei amici, quelli che mi vogliono bene e mi rispettano per quella che sono, soprattutto Alfonso Signorini e Pupo mi sono stati molto vicini.

Come ha vissuto la malattia?

Questa mutilazione mi ha segnata, io non ho più avuto rapporti intimi per due anni, mi sentivo colpita nella mia femminilità. E ancora oggi mi vergogno. Questa vita che a vederla da fuori dovrebbe essere meravigliosa, il più delle volte è un inferno.

Che cosa non è più disposta a tollerare?

Questo orrore mediatico, dove tu sei nell'arena e combatti e la gente, i media, i social, stanno con il pollice alzato o abbassato. Le belve feroci ti sbranano, ma io lotto per fare vedere quella che sono, quello che penso. Nel bene e nel male. Nella mia infinita mediocrità sono stufa di tutte queste ipocrisie, vittimismi, di questa continua strumentalizzazione del dolore. Ormai facciamo veramente pena. Ci nascondiamo dietro una tastiera a scrivere cose orrende o a venerare falsi miti. È diventato un meccanismo schiacciante, diabolico, dove la nullità prevale. Io mi rifiuto di fare parte di tutto questo e continuerò a dire ciò che penso. Non sarò mai schiava dell'ipocrisia. Io continuerò a dire la mia verità.

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Terry Marocco